L’uomo quale destino ebbe da Dio?
L’uomo ebbe da Dio l’altissimo destino di vedere e godere eternamente Lui, Bene infinito, e perché questo è del tutto superiore alla capacità della natura umana, egli ebbe insieme, per raggiungerLo, una potenza soprannaturale che si chiama grazia.
Adamo era stato creato per la gloria e la felicità del Cielo. Se non avesse peccato, dopo aver trascorso un certo tempo sulla terra, sarebbe stato assunto in Cielo a vedere e godere Dio per tutta l’eternità. E così anche per i suoi discendenti.
Vedere e godere direttamente di Dio è del tutto superiore alla capacità umana, nel senso che l’uomo può conoscere Dio per mezzo delle creature, ma non per come è in Se stesso, e vederLo quale è nel suo splendore e nel mistero trinitario. Dalla conoscenza naturale di Dio attraverso le creature sorgerebbe nell’anima un gaudio naturale; ma senza la visione diretta di Dio nel lume della gloria, l’uomo non può possedere, amare, servire perfettamente Dio e goderLo nel suo gaudio soprannaturale e ineffabile.
Dio, nel creare l’uomo, lo ha dunque elevato ad un fine superiore alle esigenze della natura, destinandolo infatti al gaudio della gloria eterna del Cielo. Questo fine, superiore alle capacità dell’uomo come l’intelligenza, la volontà e altre forze puramente naturali, è raggiungibile solo per via della grazia.
L’uomo ebbe da Dio l’altissimo destino di vedere e godere eternamente Lui, Bene infinito, e perché questo è del tutto superiore alla capacità della natura umana, egli ebbe insieme, per raggiungerLo, una potenza soprannaturale che si chiama grazia.
Adamo era stato creato per la gloria e la felicità del Cielo. Se non avesse peccato, dopo aver trascorso un certo tempo sulla terra, sarebbe stato assunto in Cielo a vedere e godere Dio per tutta l’eternità. E così anche per i suoi discendenti.
Vedere e godere direttamente di Dio è del tutto superiore alla capacità umana, nel senso che l’uomo può conoscere Dio per mezzo delle creature, ma non per come è in Se stesso, e vederLo quale è nel suo splendore e nel mistero trinitario. Dalla conoscenza naturale di Dio attraverso le creature sorgerebbe nell’anima un gaudio naturale; ma senza la visione diretta di Dio nel lume della gloria, l’uomo non può possedere, amare, servire perfettamente Dio e goderLo nel suo gaudio soprannaturale e ineffabile.
Dio, nel creare l’uomo, lo ha dunque elevato ad un fine superiore alle esigenze della natura, destinandolo infatti al gaudio della gloria eterna del Cielo. Questo fine, superiore alle capacità dell’uomo come l’intelligenza, la volontà e altre forze puramente naturali, è raggiungibile solo per via della grazia.