IL CATECHISMO DI SAN PIO X

Voluto da San Pio X per assicurare l’uniformità dell’insegnamento religioso dei ragazzi nella diocesi di Roma e in quelle limitrofe, il Catechismo della Dottrina Cristiana è divenuto il catechismo universale usato per circa 60 anni in tutte le parrocchie italiane. 
 
Organizzato in formule a domanda e risposta, da imparare a memoria al fine di assimilare meglio i principali contenuti della fede cristiana, questo piccolo catechismo nasce dall’idea che memorizzare le formule sarebbe tornato utile ai bambini una volta raggiunta l’età adulta, quando ne avrebbero compreso pienamente il significato. 
 
Il Papa era convinto infatti che, per raggiungere l’obiettivo di far conoscere le più importanti verità della fede anche alle persone più umili, fosse necessaria la lettura non tanto dei testi voluminosi destinati ai sapienti, quanto di un piccolo libro contenente tutta la sapienza della Tradizione Cattolica.
 
Catechismo della Dottrina Cristiana - La Fede che salva e non tramonta - Editore: Fede & Cultura - Pagine: 144 - € 12,00

RILEGGIAMO IL CONCILIO DI TRENTO - 7/CANONI SULLA GIUSTIFICAZIONE

1. Se qualcuno afferma che l’uomo può essere giustificato davanti a Dio dalle sue opere, compiute con le sole forze umane, o con il solo insegnamento della legge, senza la grazia divina meritata da Gesù Cristo: sia anatema.

2. Se qualcuno afferma che la grazia divina meritata da Gesù Cristo viene data solo perché l’uomo possa più facilmente vivere giustamente e meritare la vita eterna, come se col libero arbitrio, senza la grazia egli possa realizzare l’una e l’altra cosa, benché faticosamente e con difficoltà: sia anatema.

3. Se qualcuno afferma che l’uomo, senza previa ispirazione ed aiuto dello Spirito santo, può credere, sperare ed amare o pentirsi come si conviene, perché gli venga conferita la grazia della giustificazione: sia anatema.

4. Se qualcuno dice che il libero arbitrio dell’uomo, mosso ed eccitato da Dio, non coopera in nessun modo esprimendo il proprio assenso a Dio, che lo muove e lo prepara ad ottenere la grazia della giustificazione; e che egli non può dissentire, se lo vuole, ma come cosa senz’anima non opera in nessun modo e si comporta del tutto passivamente: sia anatema.

5. Se qualcuno afferma che il libero arbitrio dell’uomo dopo il peccato di Adamo è perduto ed estinto; o che esso è cosa di sola apparenza anzi nome senza contenuto e finalmente inganno introdotto nella chiesa da Satana: sia anatema.

ELEMENTI DI CATECHESI - 13: UNITA' DI DIO

Che significa Unità di Dio?
Unità di Dio significa che c’è un Dio solo.

Nel Simbolo Atanasiano la nostra fede si esprime così: Non ci sono tre dei, ma un solo Dio.
Come potrebbero esistere più dei, cioè più esseri infiniti? Non si distinguerebbero tra loro, e per l’infinità delle loro perfezioni sarebbero identici, cioè uno solo... Dio è semplicissimo, non può essere né diviso né moltiplicato. Perciò è uno e unico.
Che esiste Dio lo sappiamo perché ce lo dicono la divina rivelazione e la nostra ragione.

La divina rivelazione - Nella Sacra Scrittura, che è la parola rivelata da Dio, leggiamo che prima del peccato originale Dio parlava spesso con i nostri progenitori, Adamo ed Eva. Dopo la prima colpa, Dio si manifestò per pronunciare la sentenza di condanna e per annunciare il futuro Redentore; si manifestò a Caino rimproverandogli il fratricidio; si manifestò ai patriarchi Abramo, Isacco, Giacobbe, ai profeti e a molti altri giusti dell’Antico Testamento. Nel Nuovo Testamento, Dio si manifestò specialmente nell’Incarnazione, poi nell’Epifania, nel Battesimo di N.S. Gesù Cristo e nella Trasfigurazione sul monte Tabor.
Dio si manifesta, perciò siamo sicuri che Dio esiste.

IL VALORE DELLA QUARESIMA

Magna sententia… ut sit in hominis anima amor ut pereat, odium ne pereat…” “Felices qui oderunt custodiendo, ne perdant amando…” Sant’Agostino, in modo quasi poetico, parla della santificazione! Dobbiamo amare in noi quello che ha fatto Dio e odiare quello che è nostro, cioè il peccato. Colui che ama la propria vita in modo disordinato, cercando la propria felicità solo su questa terra, o in piaceri puramente sensuali, rischia seriamente di perdere di vista il fine per il quale è stato creato e di non raggiungerlo

Quante persone si escludono dalla felicità infinita scegliendo un bene passeggero e destinandosi così alle pene eterne! Dobbiamo eliminare in noi i frutti della colpa originale, uccidere il “vecchio uomo” per far vivere e crescere quello “nuovo”! Questo significa combattere le cattive tendenze, il disordine nell’anima e impegnarci per far crescere in noi la grazia! Si tratta quindi di odiare in noi tutto ciò che riguarda il peccato e amare invece quello che riguarda la grazia. È questa la nostra grande missione, il motivo per cui ci troviamo qui su questa terra!

Certamente, ci scoraggeremmo se dovessimo raggiungere con le sole nostre forze questo fine così al di sopra delle nostre capacità, perché da soli non possiamo procurarci i mezzi necessari. Dio però ci ha dato in mano questi mezzi… Sta a noi usarli con fiducia e zelo, nutrendo costantemente nelle nostre anime il desiderio del Paradiso. Anche il peccatore più grande può raggiungere la santità se con cuore pentito si rivolge a Dio, confessa i suoi peccati e conduce una vita da cristiano! Un esempio è proprio il sopra citato sant’Agostino; egli era lontano dalla fede e divenne un grande santo.

RILEGGIAMO IL CONCILIO DI TRENTO - 6/DECRETO SULLA GIUSTIFICAZIONE (TERZA PARTE)

Capitolo XI.
Dell’osservanza dei comandamenti e della sua necessità e possibilità.


Nessuno, poi, per quanto giustificato, deve ritenersi libero dall’osservanza dei comandamenti, nessuno deve far propria quell’espressione temeraria e proibita dai padri sotto pena di scomunica (100), esser cioè impossibile per l’uomo giustificato osservare i comandamenti di Dio. Dio, infatti, non comanda l’impossibile; ma quando comanda ti ammonisce di fare quello che puoi (101) e di chiedere quello che non puoi, ed aiuta perché tu possa: i suoi comandamenti non sono gravosi (102), il suo giogo è soave e il peso leggero (103).

Quelli infatti che sono figli di Dio, amano Cristo e quelli che lo amano (come dice lui stesso (104)) osservano le sue parole, cosa che con l’aiuto di Dio certamente possono fare. Quantunque infatti in questa vita mortale, per quanto santi e giusti, qualche volta essi cadono almeno in mancanze leggere e quotidiane, che si dicono anche veniali, non per questo cessano di essere giusti. Ed è propria dei giusti l’espressione, umile e verace: Rimetti a noi i nostri debiti (105).

Deriva da ciò, che gli stessi giusti debbano sentirsi tanto maggiormente obbligati a camminare per la via della giustizia, quanto più, liberi già dal peccato e fatti schiavi di Dio (106), vivendo con moderazione, giustizia e pietà (107), possono progredire per mezzo di Gesù Cristo, mediante il quale ebbero accesso a questa grazia (108). Dio infatti non abbandona con la sua grazia quelli che una volta ha giustificato, a meno che prima non sia abbandonato da essi (109).

GUARDA IL FILM "OCTOBER BABY"

October baby” è il titolo del film ispirato alla storia vera di Gianna Jessen (per ascoltare la sua testimonianza clicca > qui), una donna scampata all’aborto tardivo che scopre di essere stata adottata.

Hannah ha 19 anni. Apparentemente è una ragazza come tante. Studia, ha degli amici, nutre una passione per il teatro. Un giorno qualcosa sconvolge la sua vita. Viene a conoscenza di una terribile verità. E’ nata per errore, dopo essere sopravvissuta ad un aborto non riuscito. Una verità che fa crollare tutte le certezze persino l’amore di coloro che scopre essere i suoi genitori adottivi. La sua intera vita le appare una menzogna. Il rifiuto che è stato fatto di lei all’origine della vita le fa rifiutare la sua stessa vita. Scoprire di essere nata per errore, di non essere mai stata né pensata, né amata da colei che l’ha portata in grembo le impedisce di amare a sua volta, sua madre, i suoi genitori adottivi e se stessa. Eppure qualcosa dentro di lei le impedisce di restare ferma, immobile, ignorando questa inaspettata realtà. Si mette in viaggio prima ancora che per andare a fondo della verità dei fatti, per conoscere quella improvvisa straniera che si ritrova ad essere. Unico bagaglio di questo pellegrinaggio alla genealogia di se stessa, una data di nascita: 7 ottobre 1991.
Il desiderio profondo, inestirpabile di conoscere le proprie origini è la ragione sottesa a questo viaggio. C’è l’esigenza di ricomporre la sua identità frantumata non tanto dalla verità nascosta quanto dalla coscienza di non essere stata accolta. La domanda esistenziale: “Chi sono? Da dove vengo? Dove vado?” ci vengono riproposte spogliate di quella astrattezza che le rende inconsistenti. In questa vicenda, queste ontologiche domande trovano una carne che le riveste, disposta ad accoglierle e a sopportarne il peso fino a che non sia dato loro una risposta adeguata.

RILEGGIAMO IL CONCILIO DI TRENTO - 5/DECRETO SULLA GIUSTIFICAZIONE (SECONDA PARTE)

Capitolo VI.
Il modo di prepararsi.


Gli uomini si dispongono alla stessa giustizia, quando, eccitati ed aiutati dalla grazia divina, ricevendo la fede mediante l’ascolto (63), si volgono liberamente verso Dio, credendo vero ciò che è stato divinamente rivelato e promesso, e specialmente che l’empio viene giustificato da Dio col dono della sua grazia, mediante la redenzione che è in Cristo Gesù (64). Parimenti accade quando, riconoscendo di essere peccatori, scossi dal timore della divina giustizia passano a considerare la misericordia di Dio e sentono nascere in sé la speranza, confidando che Dio sarà loro propizio a causa del Cristo, e cominciano ad amarlo come fonte di ogni giustizia; e si rivolgono, quindi, contro il peccato con odio e detestazione, cioè con quella penitenza, che bisogna fare prima del battesimo; infine si propongono di ricevere il battesimo, di cominciare una nuova vita e di osservare i comandamenti divini.

Di questo atteggiamento sta scritto: È necessario che chiunque creda che Dio esiste e che ricompensa quelli che lo cercano (65); e: Confida, figlio, ti sono rimessi i tuoi peccati (66); come pure: Il timore del Signore scaccia il peccato (67); e: Fate penitenza e ciascuno di voi sia battezzato nel nome di Gesù Cristo per la remissione dei vostri peccati e riceverete il dono dello Spirito santo (68); e: Andate dunque e istruite tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre, del Figlio, e dello Spirito santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato (69) Finalmente: Rivolgete al Signore i vostri cuori(70).

IL SEGRETO PER DIVENTARE SANTI E LE SUE CONDIZIONI

l. Ecco un segreto, o anima predestinata, che l’Altissimo mi ha rivelato e che io non ho potuto trovare in alcun libro, né vecchio, né nuovo. Io te lo confido nel nome dello Spirito Santo, a patto:

di non rivelarlo a nessuno se non a quelle persone che ne siano meritevoli per le loro orazioni, le loro elemosine, le loro mortificazioni, le loro persecuzioni pazientemente sofferte, il loro distacco da ogni cosa ed il loro zelo per la salvezza delle anime;

di servirtene per diventare tutta santa e celeste, poiché questo segreto non diviene grande se non a misura di come un’anima lo adopera. Guardati quindi dal rimanere con le braccia conserte, senza far nulla; il mio segreto si cambierebbe in veleno e sarebbe la tua condanna;

di ringraziare Dio, tutti i giorni della tua vita, per la grazia che ti ha concesso di rivelarti un segreto che non meritavi affatto di conoscere e del quale capirai meglio il pregio e l’eccellenza (sulle prime però imperfettamente, a causa della moltitudine e della gravità dei tuoi peccati e del segreto amore a te stessa) di mano in mano che te ne servirai nelle azioni ordinarie della vita.
2. Prima però di appagare il tuo desiderio ardente e naturale di conoscere la verità, recita devotamente in ginocchio l’Ave Maris Stella e il Veni Creator, per chiedere a Dio la grazia d’intendere e gustare questo mistero divino.

PARLARE DEGLI ANGELI AI BAMBINI

1. Gli Angeli esistono veramente?
Certo che gli angeli esistono! Non appartengono, come babbo natale o la befana, alle favole inventate dagli uomini! L’Angelo è una verità certa, insegnata con autorità dalla Sacra Scrittura, dalla tradizione e dalla Chiesa. Nella Bibbia si parla di essi centinaia di volte. Nel Credo che recitiamo ogni domenica alla Messa, si dice: “Credo in unum Deum, Patrem omnipoténtem, Factorem cæli et terræ, visibílium ómnium et invisibilium (Credo in Dio Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, e di tutte le cose visibili ed invisibili)”. Vi è dunque un mondo che non vediamo ma che è altrettanto reale come il nostro mondo visibile. Ed in quel mondo vivono in particolare gli angeli.

2. Dove vivono? Cosa fanno per noi?
Gli Angeli sono in Cielo. Ciò vuol dire che sono con Dio in una felicità che durerà sempre. Ma siccome Dio è dappertutto, anche gli angeli possono essere dappertutto. Possono essere nella nostra casa, nelle chiese, nella scuola, ma anche con noi nella strada, oppure quando andiamo in palestra o in piscina, ovunque essi hanno una missione di bene da compiere. Ognuno di noi è stato affidato alla protezione di almeno un angelo. Gli Angeli ci suggeriscono pensieri positivi per fare il bene ed evitare il male. Infatti ognuno di noi sperimenta interiormente tanti buoni consigli che noi chiamiamo la voce della nostra coscienza ma che è in realtà la voce del nostro angelo custode.

RILEGGIAMO IL CONCILIO DI TRENTO - 4/DECRETO SULLA GIUSTIFICAZIONE (PRIMA PARTE)

SESSIONE VI (13 gennaio I547)
Decreto sulla giustificazione

Proemio
In questi anni è stata divulgata con grave danno per molte anime e per l’unità della chiesa, una dottrina erronea sulla giustificazione. Perciò questo sacrosanto concilio tridentino ecumenico e generale, riunito legittimamente nello Spirito santo, a lode e gloria di Dio onnipotente, per la tranquillità della chiesa e per la salvezza delle anime, sotto la presidenza dei reverendissimi signori Gianmaria del Monte, cardinale vescovo di Palestrina, Marcello Cervini, cardinale presbitero del titolo di S. Croce in Gerusalemme, cardinali della santa chiesa romana, e legati apostolici de latere, a nome del nostro santissimo padre in Cristo e signore Paolo III, per divina provvidenza papa, intende esporre a tutti i fedeli cristiani la vera e sana dottrina sulla giustificazione che Gesù Cristo, sole di giustizia (45), autore e perfezionatore della nostra fede (46), ha insegnato che gli apostoli hanno trasmesso e che la chiesa cattolica, sotto l’ispirazione dello Spirito santo, ha sempre ritenuto. E proibisce assolutamente che, d’ora innanzi, qualcuno osi credere, predicare e insegnare diversamente da quello che col presente decreto si stabilisce e si dichiara.

ELEMENTI DI CATECHESI - 12: IL SEGNO DELLA CROCE

Come si fa il Segno della Croce?
Il Segno della Croce si fa portando la mano destra alla fronte e dicendo: “In nome del Padre”; poi al petto, dicendo: “e del Figlio”; quindi alla spalla sinistra e alla destra, dicendo: “e dello Spirito Santo”; e si termina con le parole: “Così sia”.

Per fare bene il Segno della Croce occorre:
pronunciare bene le parole, pensando devotamente, con fede e amore a quello che si dice;
fare il gesto in modo ampio, completo, e non impercettibile o affrettato;
far corrispondere le parole al segno.

Durante la Santa Messa, prima del Vangelo, si usa fare una crocetta sulla fronte, sulle labbra e sul petto con il polpastrello del pollice destro e con la mano distesa rivolta verso il viso.
Questo gesto significa che il Vangelo deve essere creduto (con la mente), predicato (con la parola) e amato (col cuore).

ESEMPIO:
In un grande pranzo una signorina, prima di sedersi, fece un devoto e ampio segno di croce. Un distinto signore, che le stava di fronte, le domandò se non si vergognava a fare quel gesto davanti a tanti convitati. La giovane rispose con fierezza: “Lei si vergogna forse di portare quella croce di cavaliere sul petto? Per me il segno di Croce è un vanto!”.
... e noi, siamo disposti a fare il segno della croce di fronte a tutti? A mostrare il Segno distintivo del cattolico? Oppure arrossiamo ed evitiamo di farlo per paura dei pensieri della gente?