ELEMENTI DI CATECHESI - 9: GESU' CRISTO REDENTORE


Perché il Figlio di Dio si fece uomo?
Il Figlio di Dio si fece uomo per salvarci, cioè per redimerci dal peccato e riacquistarci il Paradiso.

L’uomo col peccato originale aveva perduto la Grazia, si era privato del diritto al Paradiso e reso degno dei divini castighi. Il Figlio di Dio venne sulla terra e si fece uomo per liberarci dal peccato, per rimetterci nell’amicizia divina e per ridarci i diritti perduti (noi siamo eredi del Paradiso!), aprendoci la via che conduce dalla morte alla vita beata e gloriosa, dall’errore alla verità.
Gesù Cristo sulla croce promise il Paradiso al ladrone pentito (Lc 23, 43), e in casa di Matteo, rispondendo ai farisei che mormoravano perché mangiava con i peccatori e i pubblicani, dichiarò apertamente che era venuto a chiamare i peccatori a penitenza e a salvarli (v. Mt 9, 10-14).

RIFLETTO:
Finché restiamo nel peccato, impediamo volontariamente che ci venga applicata la redenzione di Cristo e la rendiamo inutile.

Cosa fece Gesù Cristo per salvarci?
Gesù Cristo per salvarci soddisfece per i nostri peccati, patendo e sacrificando se stesso sulla croce, e ci insegnò a vivere secondo Dio.
... soddisfece per i nostri peccati patendo e sacrificando se stesso ...”: cosa vuol dire?

Il peccato è un debito verso la divina giustizia, che nessuna creatura può pagare con un’equa soddisfazione. Solamente Dio può offrire un sacrificio perfetto che sia degno di Lui e capace di soddisfare il debito, o meglio, solo un Uomo-Dio, poiché Dio non può né patire né morire.

Gesù Cristo, Uomo-Dio, come uomo soffrì la povertà, la fatica, la fame, la sete, gli strazi della Passione e della Morte; lavorò, faticò, pregò. Come Dio comunicò una dignità infinita a tutte le sue preghiere, opere buone e sofferenze, in modo che ci meritò la remissione dei peccati, il riacquisto della grazia e la salvezza.

E’ anche vero che una sola goccia del suo Sangue Preziosissimo sarebbe stata sufficiente a redimere tutta l’umanità; ma, da perfettissimo Maestro, volle soffrire tutti i martìri della Passione e della Morte per darci una Redenzione sovrabbondante e mostrarci il suo infinito Amore.

RIFLETTO:
Che cosa ci gioverebbe conquistare il mondo intero con la nostra intelligenza e la nostra potenza, se poi non salvassimo la nostra anima? se ci mettessimo in condizioni di non ricevere nessuna utilità dalla venuta di Nostro Signore sulla terra, cosa ne sarà di noi nella vita futura?

Ognuno di noi deve considerare il fatto che Gesù Cristo è morto per ogni singolo uomo. Se anche sulla terra ce ne fosse stato uno solo da salvare, Gesù avrebbe patito e sarebbe morto perché quel singolo uomo potesse riacquistare la grazia, ereditare il Paradiso ed ottenere la vita eterna!

Per vivere secondo Dio cosa dobbiamo fare?
Per vivere secondo Dio dobbiamo credere le verità rivelate da Lui, e osservare i suoi comandamenti, con l’aiuto della sua grazia, che si ottiene mediante i sacramenti e l’orazione.

Dobbiamo credere le verità rivelate da Dio: vivere secondo Dio significa trascorrere la nostra vita nel compimento della divina volontà, e per fare questo dobbiamo innanzitutto conoscere questa volontà, che ci è stata rivelata da Dio stesso. Le verità dalle quali dipendono i divini comandamenti sono l’espressione del volere divino. Dunque, per vivere secondo Dio dobbiamo conoscere e credere le verità rivelate, andando a Dio per la via della fede.

Le verità fondamentali della fede sono espresse nel Credo, sono contenute nella Sacra Scrittura e nella Tradizione ecclesiastica.

Osservare i comandamenti di Dio: non basta che crediamo alle verità rivelate. La fede, se non ha le opere, è morta in se stessa (Gc 2, 17). Occorre che alla fede si aggiunga la carità, che porta a compiere le opere prescritte nei divini comandamenti.

Con l’aiuto della Grazia che si ottiene tramite i Sacramenti e l’Orazione
: Gesù Cristo è la vite e noi siamo i suoi tralci (v. Gv 15, 1-12); così come i tralci marciscono se sono staccati dalla vite, allo stesso modo noi senza Gesù Cristo e senza la sua grazia non possiamo fare nulla, né credere né compiere le opere della carità. E’ indispensabile l’aiuto della grazia, che si ottiene mediante i Sacramenti e l’Orazione.

ARISTOTELE e DIDEROT
:
L’uomo con le sue sole forze non è capace di credere alle verità rivelate e osservare le leggi dei divini comandamenti, come si richiede per vivere secondo Dio e per salvarsi. Aristotele, che con Platone è il più grande filosofo dell’antichità e una delle menti più vaste e più acute di tutta l’umanità, sul letto di morte confessò amaramente: “Vissi nel dubbio, muoio nell’ambascia e non so dove vada; o Essere degli esseri, abbi pietà di me!”.

Diderot (1784), uno dei filosofi più empi, fu sorpreso da un amico mentre spiegava il Catechismo alla sua bambina. “Come! a voi filosofo, a voi queste cose?” esclamò l’amico stupito. “Che volete? - rispose Diderot - a me preme di istruire bene la mia bambina. Ho fatto molte ricerche e non ho trovato libro migliore del Catechismo. E’ il più sicuro fondamento di pedagogia, e non potrei dare un fondamento più solido all’istruzione di mia figlia.” 


(Veronica Tribbia - Dal Catechismo di San Pio X)

CIO' CHE NASCONDE HALLOWEEN


Riportiamo di seguito alcune citazioni sulla c.d. "festa di Halloween". Questa festa, che per molti è una "innocente festa per bambini", ha in realtà antiche radici pagane e, possiamo dire, propriamente sataniche. Oggi viene promossa anche per eclissare la festa cattolica di Ognissanti e per deformare in qualche modo il culto per i morti.

Halloween, una trappola del demonio, che le prova tutte”: lo dice padre Gabriele Amorth, decano degli esorcisti nel mondo. Padre Amorth, qual è il suo giudizio su Halloween? “Intanto, fa schifo e mi fa schifo. Si tratta di una roba pagana, anticristiana ed anticattolica, proveniente da terre nordiche ed esplosa negli Usa. Questa robaccia, pretende, e talvolta ci riesce anche, di mettere in secondo piano ed offuscare la Solennità di Tutti i Santi che celebriamo con gioia il primo novembre. E siccome, appunto, il suo scopo è quello di mettere intralcio alla santità, è una ideazione del demonio che intende scompaginare i piani di Dio. Halloween è una festa pagana”.
Una dimostrazione della scaltrezza del Nemico: “Il diavolo cerca di mettere zizzania tra Dio e uomo, non tanto per ostilità verso l’uomo, quanto per voler offendere Dio, che è il suo bersaglio preferito, e talvolta, riesce in questo scopo, anche se verrà sconfitto per sempre”.

CHIESA E IMMIGRAZIONE/8: LA CHIESA E IL CUORE DEL PROBLEMA


Le polemiche al calor bianco sull’immigrazione hanno messo in luce ancora una volta (se ce ne fosse bisogno) quello che il pensatore cattolico Thomas Molnar sosteneva da anni: «La Chiesa oggi si allinea al mondialismo, nuova religione dei secoli a venire». Per giunta, aggiungiamo noi, spacciando per cristianesimo quello che ormai ne è – e lo diciamo con la morte nel cuore – una misera contraffazione.
Da questo punto di vista l’immigrazionismo, l’ecumenismo sincretista e i richiami di Ratzinger (nella “Caritas in Veritate”del 2009) e di Bergoglio (nella “Laudato si’” del 2015) ad un’unica autorità mondiale (vecchia idea già presente nella giovannea “Pacem in Terris” del 1963), sono strettamente legati. Compongono, in un tutto, l’adesione dell’attuale Chiesa Cattolica al mondialismo. Cerchiamo di capire.

Il clero immigrazionista - Oggi la Chiesa immigrazionista di Galantino e Scola, di Tettamanzi e Poletto, di Crociata e Marchetto, di Vegliò e Perego, di Mogavero e Martino, di Moraglia e Nosiglia, di Montenegro e Pizziol, di Bregantini e Breschi, di Peri e Nogaro, di Sebastiano Dho e Arrigo Miglio, di Gardin e Bottazzi, di Cantisani e Tessarollo (il vescovo che rifiuta persino il crocifisso nelle scuole) continua a predicare l’accoglienza di centinaia di migliaia di immigrati, senza limiti di alcun tipo. E chi non si adatta viene accusato da questi signori, a volte in maniera poco consona alla carità che il loro abito gli imporrebbe, di non essere cristiano. È la nuova dottrina coniata a inizio anni Novanta dai loro precursori Martini ed Etchegaray, che prospettavano le presunte gioie e le ricchezze della società multiculturale e l’apertura delle frontiere all’universo mondo.