SANTA PASQUA: IL MISTERO DELL'AGNELLO

La Bibbia ci dice che il mistero della Pasqua è l’immolazione dell’Agnello. Per comprendere la Pasqua bisogna aver capito il mistero dell’Agnello.
Fin dai primi tempi del cristianesimo nei mosaici e nelle pitture murali delle Basiliche si rappresentava l’Agnello come simbolo che riuniva in sé l’idea del Sacrificio di Gesù e quella della Sua Vittoria. Nella sua posa piena di dolcezza, l’Agnello esprimeva la dedizione che lo ha condotto a dare il suo Sangue per la salvezza dell’umanità. Fu dipinto armato di croce, dalla quale sventolava una bandieruola trionfale.

Giunta la pienezza dei tempi, Dio inviò il suo Figliuolo sulla terra. Il Verbo incarnato, che non si era ancora manifestato agli uomini, un giorno camminava sulle rive del Giordano: Giovanni Battista Lo indicò ai discepoli dicendo: “Ecco l’Agnello di Dio, ecco Colui che toglie il peccato dal mondo”. Il santo Precursore in quel momento annunciava la Pasqua, poiché avvertiva gli uomini che, finalmente, la terra possedeva il vero Agnello, l’Agnello di Dio, atteso da tanto tempo.

Ecco, era venuto questo Agnello, più puro di quello di Abele, più misterioso di quello di Abramo, più esente da ogni macchia di quello che gli Israeliti offrivano in Egitto.

LA PASSIONE DI GESU' IN UN PICCOLO FIORE

Il fiore della Passione o Passiflora è un fiore di singolare bellezza. La sua singolarità consiste nella disposizione degli stami e pistilli, che imitano con grazioso effetto l’insieme degli strumenti della Passione.
Nei pistilli si raffigurano le cinque piaghe che straziarono il Corpo adorabile di Gesù; nel triplice stilo i tre chiodi; nel gambo e nei filamenti che si diramano dal calice la corona di spine. 

In Gerusalemme si compiva un giorno la più grande tragedia che abbiano veduto i secoli. Gesù di Nazareth, vero Dio e vero Uomo, da tre anni andava effondendo fra il popolo la luce eterna della Verità. I ciechi che vedevano, i sordi che udivano, i paralitici che camminavano, i lebbrosi sanati, gli ossessi liberati, i morti risuscitati, i poveri che avevano ricevuto il pane, i peccatori che godevano la gioia del perdono, tutti i beneficiati da Lui, nell’anima e nel corpo, Lo riempivano di benedizioni.
Ciò nondimeno il mondo non Lo conobbe. I nemici Lo perseguitarono sempre, e non si placarono finché non Lo videro svenato sulla Croce.

Ma Egli era venuto per redimere l’umanità, e quella Croce doveva essere il Suo Trono. Nessuno la potrà più abbassare. Ogni goccia di sangue splenderà come un sole. Il suo trionfo dovrà riempire tutta l’eternità.

L'ARCANGELO GABRIELE E L'ANNUNCIAZIONE

Giunta la pienezza dei tempi stabilita dalla Provvidenza per la Redenzione del mondo, fu mandato l’Arcangelo Gabriele alla Vergine Maria.
Egli era l’Ambasciatore e il Portavoce di Dio.
Perché venne scelto un Angelo per questa missione? Perché Gabriele a preferenza di tutti gli altri?

Dio stesso avrebbe potuto annunciare questo grande mistero, ma non era la via seguita ordinariamente da Lui. Un profeta avrebbe potuto essere incaricato di tale annuncio, ma l’intromissione di un uomo sarebbe stato poco opportuno per l’incomparabile grandezza di Maria.
Fu mandato un Angelo in forma umana come era stato mandato negli antichi tempi ad Abramo, Giacobbe, Tobia ed altri grandi personaggi. E’ questa la via seguita ordinariamente da Dio nella manifestazione dei Suoi alti disegni agli uomini, perché gli Angeli stanno in mezzo fra Dio e noi.  

Fra tutti gli Angeli fu scelto Gabriele, perché egli è la forza di Dio, uno dei più grandi fra i celesti messaggeri.

Gabriele non appartiene all’ordine supremo angelico, che è quello dei Serafini, ma all’ordine degli Arcangeli, che hanno l’ufficio di annunciare agli uomini le cose di maggior importanza. In quest’ordine egli è il primo. Viene chiamato l’Angelo dell’Incarnazione perché gli fu affidata la missione di annunciare il sommo mistero del Verbo incarnato.

ELEMENTI DI CATECHESI - 4: IL FINE DELL'UOMO

Chi ci ha creato?
Ci ha creato Dio.

Dio disse: “Facciamo l’uomo a nostra immagine e somiglianza”. (Gn 1, 26). Il Signore Dio formò l’uomo dal fango della terra e soffiò sulla faccia di lui il soffio della vita e l’uomo diventò persona vivente (ivi, 2, 7). Disse anche il Signore: “Non è bene che l’uomo sia solo: facciamogli un altro simile a lui” (ivi, 2, 18). Dio mandò in Adamo (il primo uomo) il sopore, ... tolse una costola di lui ... fece crescere al suo posto la carne ... trasformò la costola che aveva tolto da Adamo in donna (ivi, 2, 21-22). Adamo diede alla sua moglie il nome di Eva, perché era la madre di tutti i viventi (ivi, 3, 20).

Da questo racconto della Sacra Scrittura, divinamente ispirata, apprendiamo con certezza che Dio creò direttamente Adamo ed Eva, i progenitori del genere umano, del quale Egli è il principio, la via (modello) e il fine ultimo. Dio creò l’anima di Adamo ed Eva e formò il loro corpo; degli altri uomini crea direttamente l’anima e forma il corpo per via dei genitori.

DICE LA CHIESA CATTOLICA:
Nel racconto della Genesi (capitoli 1-3) ci sono molti elementi che devono essere correttamente intesi, poiché sono scritti con uno stile peculiare ed unico, che racconta fatti veri, ma con un linguaggio adatto alla mentalità dei suoi primi destinatari (pertanto in un senso storico che non risponde ai canoni della storia a cui siamo abituati oggigiorno). Non si tratta certamente di favole prese dalla mitologia e dalla cosmogonia dei popoli antichi e adattate, dall’autore sacro, alla dottrina monoteista per eliminare anzitutto l’errore del politeismo; non si tratta nemmeno di allegorie e simboli privi di fondamento oggettivo e reale, proposti sotto la forma storica, per inculcare verità religiose e filosofiche; nemmeno si tratta di leggende in parte storiche e in parte fittizie, composte liberamente per l’istruzione e l’edificazione degli ascoltatori e dei lettori.

I primi undici capitoli della Genesi non concordano con il metodo storico utilizzato dai migliori autori greci e latini o dai competenti del nostro tempo, tuttavia appartengono al genere storico in un vero senso, che però deve essere maggiormente studiato e determinato dagli esegeti (Humani Generis, n.31).
Quali sono dunque gli elementi che si devono comprendere nel senso letterale storico?
  1. La creazione di tutte le cose da parte di Dio.
  2. La peculiare creazione dell’uomo*
  3. La formazione della prima donna a partire dal primo uomo
  4. L’unità del ceppo umano
  5. La felicità originale dei primi genitori nello stato di giustizia, integrità e immortalità
  6. Il comandamento imposto da Dio per provare l’obbedienza
  7. La trasgressione, a causa della persuasione del diavolo
  8. La perdita dello stato primitivo di innocenza 
  9. La promessa di un futuro Redentore
* già solo per questo motivo, la teoria evoluzionista di Darwin non può essere accettata!