ALL'USCITA DALLA MESSA...MODERNA

La “Messa” è appena finita.
All’uscita la chiesa è tutto un tripudio di bandierine, disegnini e palloncini; il parroco è lì a sorridere, a ringraziare e a dare la mano a tutti.

«Ma, padre, è cambiata la liturgia?»
«Perché?»
«Ma, perché Domenica scorsa, con l’altro prete, ne ho ascoltata un’altra»
«E allora?»
«Beh! Mi piacerebbe sapere qual è quella giusta!»
«Ma non c’è la giusta e la sbagliata. Ogni prete fa un po’ come ritiene meglio»
«Ah! Quindi ogni prete può fare un po’ come vuole!»
«Beh! Lo credo bene! Prova ne è che il vescovo ci lascia fare e non ha niente da ridire»
«Neanche sul fatto che non indossate la pianeta e portate solo abiti borghesi? Padre… ma almeno la stola!»
«E questa cos’è?»
«Mah! A me sembra una sciarpa firmata!»
«Ma, no, caro amico, è una stola adatta per la bisogna… oggi è una giornata un po’ scura… un po’ di colore è quello che ci vuole»
«Scusi, e il vescovo che dice?»
«Il vescovo? Neanche lui indossa la pianeta. Figuriamoci, prima di diventare vescovo non portava nemmeno una piccola croce!»
«Neanche la stola?»
«Lui ne ha una che gli ha regalato il Papa… con i colori dell’arcobaleno»
«Beh! Non c’è che dire, i tempi sono cambiati»
«Eccome! Fortunatamente c’è stato il Concilio!»
«Ma come, neanche inginocchiarsi davanti all’Ostia consacrata?»
«Suvvia! Mi sembra che lei venga dall’altro mondo… è finito il tempo in cui si facevano i salamelecchi al Signore»

ELEMENTI DI CATECHESI - 22: INCARNAZIONE DI GESU’ CRISTO

In che modo il Figlio di Dio si è fatto uomo?
Il Figlio di Dio si è fatto uomo prendendo un corpo e un’anima come abbiamo noi, nel seno purissimo di Maria Vergine, per opera dello Spirito Santo.

Per farsi uomo, il Figlio di Dio doveva unire a sé e assumere nella sua divina persona un’anima e un corpo umano, ed essere un solo io, una sola persona nella natura umana così assunta. Il Figlio di Dio volle farsi Figlio della Santissima Vergine Maria per avere da Lei un corpo umano, cui fu unita l’anima, creata immediatamente da Dio.
Il prodigio dell’unione personale o ipostatica del Verbo con la natura umana si compì nel seno purissimo della Vergine non per opera di un uomo, ma dello Spirito Santo, appena Ella ebbe dato il suo consenso all’angelo: Avvenga in me secondo la tua parola. In quel momento il Verbo divino scese in Lei, l’anima fu creata direttamente da Dio e si unì al corpo che cominciava a formarsi.
Il prodigio si compì per opera delle tre divine Persone, ma siccome è il frutto dell’amore infinito di Dio, è attribuito in modo speciale allo Spirito Santo, che è l’Amore sostanziale tra il Padre e il Figlio.

RILEGGIAMO IL CONCILIO DI TRENTO - 21/IL SACRAMENTO DELL'ORDINE

SESSIONE XXIII (15 luglio 1563)
Dottrina vera e cattolica sul sacramento dell’ordine e condanna degli errori del nostro tempo.

Capitolo I


Il sacrificio e il sacerdozio per divino ordinamento sono talmente congiunti che l’uno e l’altro sono esistiti sotto ogni legge. E poiché nel nuovo Testamento la chiesa cattolica ha ricevuto dalla istituzione stessa del Signore il santo visibile sacrificio dell’eucarestia, bisogna anche confessare che vi è in essa anche il nuovo e visibile sacerdozio, in cui è stato trasferito l’antico (354).
Che poi questo sia stato istituito dallo stesso Signore e salvatore nostro, e che agli apostoli e ai loro successori nel sacerdozio sia stato trasmesso il potere di consacrare, di offrire e di dispensare il suo corpo e il suo sangue; ed inoltre di rimettere o di non rimettere i peccati, lo mostra la sacra scrittura e lo ha sempre insegnato la tradizione della chiesa cattolica.

Capitolo II

Il ministero annesso ad un sacerdozio così santo è cosa divina, fu perciò conveniente che, per esercitarlo più degnamente e con maggiore venerazione, nell’ordinata articolazione della chiesa vi fossero più ordini di ministri e diversi fra loro, che servissero, per ufficio loro proprio, nel sacerdozio, e fossero così distribuiti, che quelli che fossero stati già insigniti della tonsura, attraverso gli ordini minori salissero ai maggiori.

CONTRO IL MODERNISMO - 4: IL MODERNISTA CREDENTE

Abbiamo parlato del modernista filosofo. Ora, giungendo al credente, cerchiamo di capire la differenza, nel medesimo modernista, tra credente e filosofo.
Il filosofo ammette come oggetto della fede la realtà divina, limitandola ad un sentimento od affermazione presenti nell’animo del credente. In questo modo, non oltrepassa la sfera del fenomeno, né si preoccupa se questa realtà esista o meno al di fuori del sentimento e dell’affermazione.
Il credente, invece, non dubita che la realtà del divino esiste per se stessa, e non dipende dal credente.
Questa asserzione del credente, per i modernisti, si basa sull’esperienza individuale di ciascun uomo; i modernisti si allontanano in questo modo dai razionalisti e si avvicinano all’opinione degli pseudo-mistici.

Secondo i modernisti, infatti, il credente arriva alla realtà divina senza alcun intermediario, ma tramite un intuito del cuore; questa auto-persuasione dell’esistenza di Dio sarebbe molto più convincente di qualsiasi altra scoperta scientifica, e quindi molto superiore a qualsiasi esperienza razionale. Come si spiega che vi siano alcuni uomini che negano questa esperienza allora?

SANT'OMOBONO, ORA PRO NOBIS

Aforisma

"I denari che distribuiamo ai poveri li troveremo al di là della tomba e ci arricchiranno per tutti i secoli eterni."

La vita

Omobono si fece santo nella sua bottega da mercante tra le agitazioni ed i rumori dei negozi.
Nacque a Cremona l’anno 1157 da pii negozianti che sapevano unire le loro faccende alla pratica costante dei doveri cristiani; e nel Battesimo fu chiamato Omobono.

Fatto grandicello, senza aver appreso lo studio delle lettere, iniziò a lavorare al negozio nella bottega paterna. Egli si mostrò così prudente ed esatto nel vendere e nel comprare, che trasse l’ammirazione di tutti i cittadini.
Semplice e verace nelle sue parole, contento d’ogni piccolo guadagno, riceveva e licenziava ognuno con tutta dolcezza e cortesia. Per quanto fossero aspri e capricciosi gli avventori, la pazienza di Omobono era sempre la stessa; si comprasse o si rigettasse con disprezzo la sua merce, era sempre inalterabile e di viso allegro, ed aveva sempre la stessa urbanità, la stessa piacevolezza e buon tratto per tutti.

La folla, il tumulto e il concorso di gente non interrompeva mai la sua unione con Dio; e quantunque fosse obbligato a rispondere a persone di umore diverso, di gusto particolare e talvolta irragionevole, egli soddisfaceva ognuno con la stessa ilarità e mansuetudine.