l. Ecco un segreto, o anima predestinata, che l’Altissimo mi ha rivelato e che io non ho potuto trovare in alcun libro, né vecchio, né nuovo. Io te lo confido nel nome dello Spirito Santo, a patto:
di non rivelarlo a nessuno se non a quelle persone che ne siano meritevoli per le loro orazioni, le loro elemosine, le loro mortificazioni, le loro persecuzioni pazientemente sofferte, il loro distacco da ogni cosa ed il loro zelo per la salvezza delle anime;
di servirtene per diventare tutta santa e celeste, poiché questo segreto non diviene grande se non a misura di come un’anima lo adopera. Guardati quindi dal rimanere con le braccia conserte, senza far nulla; il mio segreto si cambierebbe in veleno e sarebbe la tua condanna;
di ringraziare Dio, tutti i giorni della tua vita, per la grazia che ti ha concesso di rivelarti un segreto che non meritavi affatto di conoscere e del quale capirai meglio il pregio e l’eccellenza (sulle prime però imperfettamente, a causa della moltitudine e della gravità dei tuoi peccati e del segreto amore a te stessa) di mano in mano che te ne servirai nelle azioni ordinarie della vita.
Vieni, o Spirito creatore, visita le nostre menti, riempi della tua grazia i cuori che hai creato.
O dolce consolatore, dono del Padre altissimo, acqua viva, fuoco, amore, santo crisma dell'anima.
Dito della mano di Dio, promesso dal Salvatore, irradia i tuoi sette doni, suscita in noi la parola.
Sii luce all'intelletto, fiamma ardente nel cuore; sana le nostre ferite col balsamo del tuo amore.
Difendici dal nemico, reca in dono la pace, la tua guida invincibile ci preservi dal male.
Luce d'eterna sapienza, svelaci il grande mistero di Dio Padre e del Figlio uniti in un solo Amore.
Amen.
di non rivelarlo a nessuno se non a quelle persone che ne siano meritevoli per le loro orazioni, le loro elemosine, le loro mortificazioni, le loro persecuzioni pazientemente sofferte, il loro distacco da ogni cosa ed il loro zelo per la salvezza delle anime;
di servirtene per diventare tutta santa e celeste, poiché questo segreto non diviene grande se non a misura di come un’anima lo adopera. Guardati quindi dal rimanere con le braccia conserte, senza far nulla; il mio segreto si cambierebbe in veleno e sarebbe la tua condanna;
di ringraziare Dio, tutti i giorni della tua vita, per la grazia che ti ha concesso di rivelarti un segreto che non meritavi affatto di conoscere e del quale capirai meglio il pregio e l’eccellenza (sulle prime però imperfettamente, a causa della moltitudine e della gravità dei tuoi peccati e del segreto amore a te stessa) di mano in mano che te ne servirai nelle azioni ordinarie della vita.
Ave maris stella - Dei Mater alma - Atque semper virgo - Felix caeli porta
Sumens illud ave - Gabrielis ore - Funda nos in pace - Mutans Evae nomen
Solve vincla reis - Profer lumen caecis - Mala nostra pelle - Bona cuncta posce
Monstra te esse matrem - Sumat per te preces - Qui pro nobis natus - Tulit esse tuus
Virgo singularis - Inter omnes mitis - Nos culpis solutos - Mites fac et castos
Vitam praesta puram - Iter para tutum - Ut videntes Jesum - Semper collaetemur
Sit laus Deo Patri - Summo Christo decus - Spiritui sancto - Tribus honor unus
Amen.
Sumens illud ave - Gabrielis ore - Funda nos in pace - Mutans Evae nomen
Solve vincla reis - Profer lumen caecis - Mala nostra pelle - Bona cuncta posce
Monstra te esse matrem - Sumat per te preces - Qui pro nobis natus - Tulit esse tuus
Virgo singularis - Inter omnes mitis - Nos culpis solutos - Mites fac et castos
Vitam praesta puram - Iter para tutum - Ut videntes Jesum - Semper collaetemur
Sit laus Deo Patri - Summo Christo decus - Spiritui sancto - Tribus honor unus
Amen.
Ave stella del mare, madre gloriosa di Dio, Vergine sempre, Maria, porta felice del cielo.
"L'ave" del messo celeste reca l'annunzio di Dio, muta la sorte di Eva, reca al mondo la pace.
Spezza i legami agli oppressi, rendi la luce ai ciechi, scaccia da noi ogni male, chiedi per noi ogni bene.
Mostrati Madre per tutti, porta la nostra preghiera, Cristo l'accolga benigno, lui che si è fatto tuo Figlio.
Vergine santa fra tutte, dolce regina del cielo, rendi innocenti i tuoi figli, umili e puri di cuore.
Donaci giorni di pace, veglia sul nostro cammino, fa che vediamo il tuo Figlio, pieni di gioia nel cielo.
Gloria all'altissimo Padre, Gloria al Cristo Signore, Gloria allo Spirito Santo, l'inno di fede e di amore.
Amen
"L'ave" del messo celeste reca l'annunzio di Dio, muta la sorte di Eva, reca al mondo la pace.
Spezza i legami agli oppressi, rendi la luce ai ciechi, scaccia da noi ogni male, chiedi per noi ogni bene.
Mostrati Madre per tutti, porta la nostra preghiera, Cristo l'accolga benigno, lui che si è fatto tuo Figlio.
Vergine santa fra tutte, dolce regina del cielo, rendi innocenti i tuoi figli, umili e puri di cuore.
Donaci giorni di pace, veglia sul nostro cammino, fa che vediamo il tuo Figlio, pieni di gioia nel cielo.
Gloria all'altissimo Padre, Gloria al Cristo Signore, Gloria allo Spirito Santo, l'inno di fede e di amore.
Amen
Veni, creátor Spíritus, mentes tuòrum vísita, imple supérna grátia, quæ tu creásti péctora.
Qui díceris Paráclitus, altíssimi donum Dei, fons vivus, ignis, cáritas, et spiritális únctio.
Tu septifòrmis múnere, dígitus patérnæ déxteræ, tu rite promíssum Patris, sermóne ditans gúttura.
Accénde lumen sénsibus, infúnde amórem córdibus, infírma nostri córporis virtúte firmans pérpeti.
Hostem repéllas lóngius pacémque dones prótinus; ductóre sic te prævio vitémus omne nóxium.
Per Te sciámus da Patrem noscámus atque Fílium, teque utriúsque Spíritum credámus omni témpore.
Deo Patri sit glória, et Fílio, qui a mórtuis surréxit, ac Paráclito, in sæculórum sǽcula.
Amen.
Qui díceris Paráclitus, altíssimi donum Dei, fons vivus, ignis, cáritas, et spiritális únctio.
Tu septifòrmis múnere, dígitus patérnæ déxteræ, tu rite promíssum Patris, sermóne ditans gúttura.
Accénde lumen sénsibus, infúnde amórem córdibus, infírma nostri córporis virtúte firmans pérpeti.
Hostem repéllas lóngius pacémque dones prótinus; ductóre sic te prævio vitémus omne nóxium.
Per Te sciámus da Patrem noscámus atque Fílium, teque utriúsque Spíritum credámus omni témpore.
Deo Patri sit glória, et Fílio, qui a mórtuis surréxit, ac Paráclito, in sæculórum sǽcula.
Amen.
Vieni, o Spirito creatore, visita le nostre menti, riempi della tua grazia i cuori che hai creato.
O dolce consolatore, dono del Padre altissimo, acqua viva, fuoco, amore, santo crisma dell'anima.
Dito della mano di Dio, promesso dal Salvatore, irradia i tuoi sette doni, suscita in noi la parola.
Sii luce all'intelletto, fiamma ardente nel cuore; sana le nostre ferite col balsamo del tuo amore.
Difendici dal nemico, reca in dono la pace, la tua guida invincibile ci preservi dal male.
Luce d'eterna sapienza, svelaci il grande mistero di Dio Padre e del Figlio uniti in un solo Amore.
Amen.
A causa del poco tempo che io ho di scrivere, e tu di leggere, dirò tutto in breve.
PRIMA PARTE
PRIMA PARTE
Bisogna farsi santi: Dio lo vuole
3. O anima, immagine vivente di Dio e riscattata dal Sangue prezioso di Gesù Cristo, il tuo Signore vuole che tu diventi santa come Lui in questa vita, e gloriosa come Lui nell’altra.
L’acquisto della santità di Dio è la tua sicura vocazione; a questo devono dunque mirare tutti i tuoi pensieri, tutte le tue parole, tutte le tue azioni, tutte le tue pene, e tutti i movimenti della tua vita, altrimenti tu resisti a Dio, non facendo ciò per cui ti ha creata e ti conserva.
Oh, quale opera stupenda! La polvere cambiata in luce, la sozzura in purezza, il peccato in santità, la creatura nel Creatore e l’uomo in Dio!
Oh, opera stupenda! Lo ripeto, ma opera difficile in se stessa ed impossibile con le sole forze della natura. Dio solo, con la sua grazia, ed una grazia copiosa e straordinaria, può venirne a capo; la creazione stessa dell’universo non è un capolavoro così grande come questo!
Per santificarsi, bisogna praticare la virtù
4. Come farai tu, anima predestinata? Di quali mezzi ti servirai per salire dove Dio ti chiama? I mezzi di salvezza e di santità sono noti a tutti sono scritti nel Vangelo, sono spiegati dai maestri della vita spirituale, sono praticati dai Santi e necessari a quanti vogliono salvarsi e giungere alla perfezione; essi sono l’umiltà del cuore, la preghiera continua, la mortificazione universale, l’abbandono alla divina Provvidenza, la conformità alla volontà del Signore.
Per praticare la virtù, è necessaria la grazia di Dio
5. Per servirsi di tutti questi mezzi di salvezza e di santità, la grazia del soccorso di Dio è assolutamente necessaria, e questa grazia è concessa a tutti più o meno grande: nessuno ne dubita.
Dico più o meno grande, poiché il Signore, benché d’infinita bontà, non concede a tutti nella stessa misura ed intensità la sua grazia, sebbene a ciascuno ne dia a sufficienza. Ora, l’anima fedele con una grazia grande fa una grande azione, e, con una grazia debole, ne fa una piccola; quindi il valore e l’eccellenza delle nostre azioni sono in proporzione del valore e dell’eccellenza della grazia concessa da Dio e corrisposta dall’anima. Questi principi sono incontestabili.
Per trovare la grazia di Dio, bisogna trovare Maria
6. Tutto dunque si riduce a trovare un mezzo facile per ottenere da Dio la grazia necessaria per diventare santo: proprio questo mezzo voglio indicarti e dico che per trovare la grazia di Dio, bisogna trovare Maria.
Perché Maria sola ha trovato grazia davanti a Dio
7. 1) – Solo Maria ha trovato grazia davanti a Dio, per sé e per ogni uomo in particolare; i Patriarchi e i Profeti, i Santi tutti dell’Antico Patto non poterono trovare questa grazia.
Perché Maria sola è la Madre della grazia
8. 2) – Perché Maria ha dato l’essere e la vita all’Autore di ogni grazia, e perciò è chiamata Madre della Grazia.
Perché Maria sola possiede, dopo Gesù, la pienezza della grazia
9. 3) – L’Eterno Padre, dal quale ogni dono perfetto ed ogni grazia discendono a noi come dalla sua sorgente essenziale, nel darle suo Figlio, le ha dato insieme tutte le sue grazie; di modo che, – come dice San Bernardo, – la volontà di Dio le è stata data in Lui e con Lui.
Perché Maria sola è la tesoriera di tutte le grazie di Gesù
10. 4) – Dio l’ha scelta per tesoriera, economa e dispensatrice di tutte le grazie; di modo che tutte le sue grazie e tutti i suoi doni passano per le mani di Lei, e, secondo il potere ricevutone, Ella dà, – come dice San Bernardino, – a chi vuole, come vuole, quando vuole e nella misura che vuole, le grazie dell’Eterno Padre, le virtù di Gesù Cristo e i doni dello Spirito Santo.
Perché per avere Dio per Padre, bisogna avere per Madre Maria
11. 5) – Come nell’ordine della natura, è necessario che un figlio abbia un padre ed una madre, così nell’ordine della grazia è necessario che un vero figlio della Chiesa abbia Dio per padre e Maria per madre; di modo che, se egli si gloriasse di avere Dio per padre e non avesse la tenerezza di un vero figlio verso Maria, sarebbe un impostore, che avrebbe solo il demonio per padre.
Perché i membri di Gesù devono essere formati dalla Madre di Gesù
12. 6) – Avendo Maria formato il Capo dei predestinati, che è Gesù Cristo, tocca pure a Lei di formare le membra di questo Capo, che sono i veri cristiani; nessuna madre, infatti, forma il capo senza le membra, o le membra senza il capo.
Chi dunque aspira ad essere membro di Gesù Cristo, pieno di grazia e di verità, deve essere formato in Maria, attraverso la grazia di Gesù Cristo, che risiede in Lei pienamente, per venire comunicata pienamente ai veri membri di Gesù Cristo e ai veri suoi figli.
Perché per Maria lo Spirito Santo produce i predestinati
13. 7) – Lo Spirito Santo ha sposato Maria e prodotto in Lei, per mezzo di Lei e da Lei Gesù Cristo, questo capolavoro, il Verbo Incarnato; e siccome non l’ha mai ripudiata, così continua ogni giorno a produrre in Lei e per mezzo di Lei, in modo misterioso, ma reale, i predestinati.
Perché Maria è l’incaricata di nutrire le anime e di farle crescere in Dio
14. 8) – Maria ha ricevuto da Dio un particolare dominio sulle anime per nutrirle e farle crescere in Dio. Sant’Agostino giunge a dire che in questo mondo i predestinati sono tutti chiusi nel seno di Maria, e che non vengono alla luce se non quando questa buona Madre li partorisce alla vita eterna: quindi, come il bambino trae tutto il cibo dalla mamma, che lo proporziona alla sua debolezza, così i predestinati traggono da Maria tutto il loro cibo spirituale e tutta la loro forza.
Perché Maria deve abitare nei predestinati
15. 9) – A Maria Dio Padre ha detto: «Figlia mia, abita in Giacobbe», cioè nei miei predestinati, di cui Giacobbe è la figura. A Maria il Figlio di Dio ha detto: «Mia cara Madre, abbi la tua eredità in Israele, cioè nei predestinati». A Maria infine lo Spirito Santo ha detto: «Mia fedele Sposa, getta le radici nei miei eletti». Perciò, chiunque è eletto e predestinato, ha la Santa Vergine che dimora dentro se stesso, cioè nella sua anima, e lascia che Ella vi metta le radici di una profonda umiltà, di una carità ardente e di tutte le virtù.
Perché Maria è il «modello vivente» di Dio e dei Santi
16. 10) – Maria è chiamata da Sant’Agostino, e di fatto lo è, il modello vivente di Dio, «forma di Dio»; vale a dire che in Lei sola un Dio fatto Uomo è stato formato al naturale, senza che gli mancasse alcun lineamento della divinità, e in Lei sola altresì può essere formato l’uomo in Dio al naturale, per quanto ne è capace l’umana natura, attraverso la grazia di Gesù Cristo.
In due modi uno scultore può fare una statua o un ritratto al naturale:
1) – servendosi della sua capacità, della sua forza, della sua scienza e della bontà dei suoi strumenti per scolpire questa statua o ritratto in una materia dura ed informe;
2) – gettandola nello stampo.
Il primo modo è lungo e difficile, e soggetto a molti pericoli: spesso basta un colpo di cesello o di martello dato male, per guastare tutta l’opera. Il secondo modo è pronto, facile e dolce, quasi senza fatica e senza spesa, purché lo stampo sia perfetto e rappresenti l’originale, e la materia di cui lo scultore si serve, sia maneggevole, e non resistente alla sua mano.
Modello perfetto in se stesso e che ci tende perfetti in Gesù Cristo
17. Maria è il grande modello di Dio, fatto dallo Spirito Santo, per formare al naturale un Uomo–Dio per mezzo dell’unione ipostatica e per formare un Uomo–Dio per mezzo della grazia. A questo stampo non manca nessun lineamento della divinità: chiunque vi è gettato e si lascia maneggiare, riceve tutti i lineamenti di Gesù Cristo vero Dio, in modo soave e proporzionato all’umana debolezza, senza tanta agonia, né tanto travaglio; in modo sicuro, cioè senza timore di illusioni, dato che il demonio non ha mai avuto, né avrà mai accesso in Maria, santa ed immacolata, senza ombra della minima macchia di peccato.
In una maniera pura e divina
18. O anima cara, quale differenza tra un’anima formata in Gesù Cristo con i metodi ordinari di coloro che, come gli scultori, si fidano della loro abilità e si appoggiano sulla loro capacità, e un’anima molto docile, distaccata da tutto, ben fusa, e che, senza confidare affatto in se stessa, si getta in Maria Santissima e si abbandona all’operazione dello Spirito Santo! Quante macchie, quanti difetti, quante oscurità, quante illusioni, quanto di troppo naturale e di umano c’è nella prima, e quanto la seconda è pura, divina, simile a Gesù Cristo!
Perché Maria è il Paradiso e il mondo di Dio
19. Non c’è, né ci sarà mai creatura alcuna in cui Dio sarà più grande, al di fuori di Lui stesso e in Lui stesso, che nella divina Maria, senza eccettuare i Beati, i Cherubini e i più alti Serafini, nel Paradiso stesso. Maria è il Paradiso di Dio e il suo mondo ineffabile, dove il Figlio di Dio è entrato per operarvi meraviglie, per custodirlo, per compiacervisi. Egli ha creato un mondo per l’uomo pellegrino, ed è questo che abitiamo; ha creato un mondo per l’uomo beato, ed è il Paradiso; ma ne ha creato un altro per Lui stesso e gli ha dato nome Maria: mondo, questo, sconosciuto a quasi tutti i mortali qui in terra, e incomprensibile anche a tutti gli Angeli, i Beati Comprensori del Cielo, i quali, meravigliati di vedere Dio così alto e così distante da tutti loro, così separato e così nascosto nel suo mondo, la divina Maria, esclamano giorno e notte: «Santo, Santo, Santo!».
Paradiso dove lo Spirito santo fa entrare la nostra anima perché vi trovi Dio
20. Beata, mille volte beata è quaggiù quell’anima, a cui lo Spirito Santo rivela il segreto di Maria, perché lo conosca; a cui apre questo giardino chiuso perché vi entri; questa fonte suggellata perché vi attinga e beva a gran sorsi le acque vivificatrici della grazia! Quest’anima non troverà che Dio solo, senza creatura, in quest’amabile creatura: ma Dio nello stesso tempo infinitamente santo ed elevato, infinitamente condiscendente e proporzionato alla propria debolezza. Dio, essendo dappertutto, si può trovare dappertutto, perfino nell’inferno; ma non vi è luogo in cui la creatura possa trovarlo più vicino a sé e più proporzionato alla propria debolezza quanto in Maria, poiché appunto per questo Dio si incarnò in Lei. Dovunque egli è il pane dei forti e degli Angeli, ma in Maria è il Pane dei figli.
Perché Maria, lontano dall’esserci di ostacolo, getta la nostra anima in Dio e la unisce a Lui
21. Non si creda, dunque, come alcuni falsi illuminati, che Maria, perché creatura, sia di impedimento all’unione con il Creatore; non è più Maria che vive, ma Gesù Cristo solo, Dio solo che vive in Maria. La sua trasformazione in Dio supera quella di San Paolo e degli altri Santi, molto più che il Cielo non superi in altezza la terra. Maria è stata creata solo per Dio, e quindi, ben lontano dal ritenere per se stessa un’anima, la getta in Dio e la unisce a Lui tanto più perfettamente quanto più questa anima è unita a Lei. Maria è l’eco meravigliosa di Dio, che non risponde che: «Dio», quando le si grida: «Maria»; che glorifica soltanto Dio, quando, con Sant’Elisabetta, viene chiamata beata. Se i falsi illuminati, così miseramente ingannati dal demonio perfino nell’orazione avessero saputo trovare Maria, e per mezzo di Maria, Gesù e, per mezzo di Gesù, Dio, non sarebbero caduti così miseramente.
Quando si è trovata Maria e, per mezzo di Maria, Gesù e, per mezzo di Gesù, Dio Padre, si è trovato ogni bene – dicono le anime sante –, e chi dice ogni bene. non eccettua nulla: ogni grazia ed ogni amicizia presso Dio, ogni sicurezza contro i nemici di Dio, ogni verità contro la menzogna, ogni facilità ed ogni vittoria contro le difficoltà di salvarsi, ogni soavità ed ogni gioia nelle amarezze della vita.
Perché Maria ci dà la grazia di portare con pazienza e con gioia le croci
22. Non è detto che colui, che per mezzo di una vera devozione ha trovato Maria, sia libero da croci e da patimenti; al contrario! Egli, anzi, ne è assalito più di chiunque altro, perché Maria, essendo Madre dei viventi, dà a tutti i suoi figli pezzi dell’Albero di Vita, che è la Croce di Gesù; bensì, se da una parte Maria taglia loro delle buone croci, dall’altra ottiene loro la grazia di portarle con pazienza e perfino con gioia; di modo che le croci che Ella dà a quanti le appartengono, sono piuttosto canditi o croci candite anziché croci amare; ovvero, se per qualche tempo sentono l’amarezza del calice che bisogna bere necessariamente per essere amici di Dio, la consolazione, poi, e la gioia che questa buona Madre fa seguire alla tristezza, li anima incredibilmente a portare croci ancor più pesanti e più amare.
Conclusione di questa prima parte - Per diventare santi, bisogna dunque saper trovare Maria, la Mediatrice delle grazie, e ciò per mezzo di una ‘vera devozione’ alla Santissima Vergine.
23. La difficoltà è quindi di saper trovare realmente la divina Maria, per trovare ogni grazia in abbondanza. Dio, perché assoluto padrone, può comunicare egli stesso direttamente ciò che in via ordinaria non comunica se non per mezzo di Maria, né senza temerarietà si può negare che qualche volta, anzi, lo faccia; però, nell’ordine della grazia – come dice San Tommaso Dio, visto l’ordine stabilito dalla sua divina Sapienza, ordinariamente non si comunica agli uomini che per mezzo di Maria. Per salire fino a Lui e unirsi a Lui, è necessario servirsi dello stesso mezzo di cui Egli si servì per scendere fino a noi, per farsi uomo e per comunicarci le sue grazie: questo mezzo è una vera devozione a Maria Vergine.
SECONDA PARTE
Ci sono parecchie vere devozioni a Maria
24. Ci sono, infatti, parecchie devozioni vere a Maria: vere, dico, perché qui non parlo delle false.
La devozione senza pratiche speciali
25. La prima devozione consiste nel compiere i doveri di cristiano, evitando il peccato mortale, operando più per amore che per timore, pregando di quando in quando la Vergine ed onorandola come Madre di Dio, senza farla oggetto di particolare devozione.
La devozione che comporta pratiche speciali
26. La seconda devozione consiste nel nutrire per la Vergine sentimenti più perfetti di stima, d’amore, di confidenza e di venerazione. Essa porta ad entrare nelle Confraternite del Rosario, dello Scapolare, a recitare la Corona o il Rosario, ad onorare le immagini e gli altari di Maria, ad esaltarne le grandezze e ad iscriversi nelle sue Congregazioni. E questa devozione, se si sta lontani dal peccato, è buona. santa e lodevole: però non è tanto perfetta e tanto capace di ritirare le anime dalle creature e di distaccarle da se stesse per unirle a Gesù Cristo.
La devozione perfetta: la Santa Schiavitù d’amore
27. La terza devozione a Maria Santissima, conosciuta e praticata da ben poche persone, è questa che sto per rivelarti, o anima predestinata.
Natura di questa devozione: Consacrazione a titolo di Schiavo d’amore, e Vita d’unione a Maria
28. Essa consiste nel darsi interamente, come schiavo, a Maria e, per mezzo di Maria, a Gesù: poi, nel far tutto con Maria, in Maria, per mezzo di Maria e per Maria. Mi spiego:
Portata di questo sacrificio: è il totale abbandono di sé fra le mani di Maria
29. Bisogna scegliere un giorno importante per darsi, consacrarsi e sacrificare volontariamente e per amore, non per forza, interamente, senza riserva alcuna, il proprio corpo e la propria anima; i propri beni esterni di fortuna, come la casa, la famiglia, le rendite; i propri beni interni dell’anima, cioè i meriti, le grazie, le virtù e le soddisfazioni.
Qui è il caso di notare che con questa devozione si sacrifica a Gesù per mezzo di Maria tutto quanto un’anima ha di più caro e di cui nessun Ordine religioso esige il sacrificio, cioè il diritto che abbiamo di disporre di noi stessi e del valore delle proprie preghiere, elemosine, mortificazioni e soddisfazioni; di modo che se ne lascia l’intera disposizione alla Santissima Vergine, perché l’applichi a suo piacere e alla maggior gloria di Dio, che Ella sola conosce in modo perfetto.
Maria diventa padrona del valore delle nostre opere
30. Lasciato così a disposizione de Lei ogni valore soddisfattorio ed impetratorio delle nostre buone opere, fatta cioè una tale offerta, sebbene non legati da alcun voto, non si è più padroni di tutto il bene che compiamo; e la Santissima Vergine può applicarlo, ora ad un’anima del Purgatorio, per suffragarla o liberarla, ora ad un misero peccatore per convertirlo.
31. Con questa devozione, si mettono i propri meriti nelle mani della Vergine, ma solo perché Lei li custodisca, li aumenti, li abbellisca, non potendo noi comunicarci a vicenda, né i meriti della grazia santificante, né quelli della gloria. Le si danno invece tutte le preghiere e buone opere, in quanto sono impetratorie e soddisfattorie, affinché le distribuisca e applichi a chi le piacerà. Che se, dopo esserci in tal modo consacrati alla Santissima Vergine, vorremo sollevare qualche anima dal Purgatorio, salvare qualche peccatore, sostenere con le nostre preghiere, le nostre elemosine, le nostre mortificazioni, i nostri sacrifici qualche nostro amico, dovremo chiederglielo umilmente e rimetterci alla sua determinazione, senza volerla conoscere; essendo ben convinti che il valore delle nostre azioni, distribuito dalla stessa mano di cui Dio si serve per dispensarci le sue grazie ed i suoi doni, non potrà non essere applicato alla sua maggior gloria.
Tre tipi di schiavitù: la Schiavitù d’amore è 1a più perfetta consacrazione a Dio
32. Ho detto che questa devozione consiste nel darsi a Maria come schiavo. Bisogna notare che ci sono tre tipi di schiavitù.
La prima è la schiavitù di natura: gli uomini buoni e cattivi, sono schiavi di Dio in questa maniera.
La seconda è la schiavitù per forza; e schiavi di Dio in questo modo sono i demoni e i dannati.
La terza è la schiavitù d’amore e di volontà; ed è quella con cui noi dobbiamo consacrarci a Dio per mezzo di Maria, cioè nel modo più perfetto con il quale una creatura possa darsi al suo Creatore.
Differenza tra un semplice servo e uno schiavo
33. Osserva anche che c’è una grande differenza tra un servo e uno schiavo:
– un servo esige un salario per i suoi servizi; uno schiavo non ne può esigere;
– un servo è libero di lasciare il padrone quando gli piace, perché non lo serve che per qualche tempo; lo schiavo non può giustamente abbandonarlo, appartenendogli per sempre;
– il servo non dà al padrone diritto alcuno di vita e di morte sulla propria persona; lo schiavo invece gli si dà così interamente che il padrone potrebbe farlo morire senza essere molestato dalla giustizia.
Da qui si vede facilmente come lo schiavo forzato si trova, rispetto al proprio padrone, in quella assoluta dipendenza in cui l’uomo non può trovarsi che rispetto al suo Creatore; questo spiega perché i cristiani non ammettono simili schiavi: soltanto i Turchi e gli idolatri possono averne di tale specie.
Felicità delle anime schiave d’amore
34. Beata, mille volte beata l’anima generosa, che si consacra come schiava d’amore a Gesù per mezzo di Maria, dopo aver scosso con il Battesimo la tirannica schiavitù del demonio.
Passare per Maria è imitare le tre Persone divine
35. Quanta luce dovrei avere per esporre a dovere l’eccellenza di questa devozione! Dirò soltanto rapidamente:
1) – Darci così a Gesù per mezzo dì Maria è imitare Dio Padre, il quale ci ha dato il suo Figlio solo per mezzo di Maria, e solo per mezzo di Lei ci comunica le sue grazie. È imitare Dio Figlio, il quale è venuto a noi solo per mezzo di Maria, e, avendoci dato l’esempio affinché facessimo come Egli ha fatto, ci ha sollecitati ad andare a Lui per lo stesso mezzo con cui Egli è venuto a noi, cioè Maria. È imitare lo Spirito Santo, il quale soltanto per mezzo di Maria ci elargisce le sue grazie e i suoi doni. Non è forse giusto, – dice San Bernardo–, che la grazia ritorni al suo Autore dallo stesso canale per il quale è venuta a noi?
È onorare Gesù
36. 2) – Andare a Gesù per mezzo di Maria è onorare veramente Nostro Signore Gesù Cristo, perché è riconoscere che non siamo degni di accostarci direttamente da noi stessi alla sua infinita santità, a causa dei nostri peccati, e insieme che abbiamo bisogno di Maria, sua santa Madre, perché sia nostra Avvocata e nostra Mediatrice presso di Lui, che è nostro Mediatore. È nello stesso tempo accostarci a Lui come a Mediatore nostro ed a nostro Fratello, ed umiliarci davanti a Lui come davanti al nostro Dio ed il nostro Giudice: in una parola, è praticare l’umiltà che rapisce sempre il cuore di Dio.
È il mezzo di purificare e di abbellire le nostre buone azioni
37. 3) – Consacrarci così a Gesù per mezzo di Maria, è mettere nelle mani di Maria le nostre buone opere, le quali, benché sembrino buone, sono spesso macchiate e indegne degli sguardi e del compiacimento di quel Dio, davanti al quale le stelle stesse non sono pure. Preghiamo questa buona Madre e Padrona affinché, avendo accettato il nostro misero dono, lo purifichi, lo santifichi, lo nobiliti e l’abbellisca in modo da renderlo degno di Dio. Davanti a Dio, il Padre di famiglia, tutti i frutti della nostra anima hanno meno valore per attirarci la sua amicizia e la sua grazia, di quanto non ne avrebbe davanti al re la mela bacata di un povero contadino, colono di Sua Maestà, per pagare il proprio affitto. Che cosa farebbe il meschino, se fosse intelligente e sapesse di essere ben voluto dalla regina? Non metterebbe forse la sua mela nelle mani di lei? e questa, sia per bontà verso il povero contadino, sia per rispetto verso il re, non toglierebbe forse dalla mela quello che vi fosse di difettoso e di guasto, mettendola poi sopra un vassoio d’oro, ornato di fiori? E il re potrebbe non accettarla, anche con gioia, dalle mani della regina, che vuole così bene a quel contadino? Se vuoi offrire qualche piccolo dono a Dio, – dice San Bernardo mettilo nelle mani di Maria, a meno che non t’importi di essere respinto.
Perché senza Maria le nostre azioni valgono ben poco
38. Dio mio! com’è poca cosa quello che facciamo! Ma mettiamolo in mano a Maria con questa devozione; e quando ci saremo dati interamente a Maria, tanto quanto è possibile, spogliandoci di tutto in suo onore, Ella sarà infinitamente più generosa verso di noi, poiché «per un uovo ci darà un bove» comunicandosi a noi con tutti i suoi meriti e tutte le sue virtù, mettendo i nostri meschini doni nel piatto d’oro della sua carità, rivestendoci, come Rebecca fece con Giacobbe, dei begli abiti del suo Primogenito ed unico Figlio, Gesù Cristo, cioè dei meriti di Lui, che Ella tiene a sua disposizione; e così, dopo esserci, spogliati di tutto per onorarla quali suoi domestici e suoi schiavi, avremo doppia veste: «Tutti i suoi familiari hanno doppia veste»: vesti, ornamenti, profumi, meriti e virtù di Gesù e di Maria nell’anima di uno schiavo di Gesù e di Maria, spoglio di se stesso e fedele nel suo spogliamento.
È esercitare meravigliosamente la carità verso il prossimo
39. 4) – Darsi così alla Santissima Vergine è praticare nel suo più alto grado possibile la carità verso il prossimo; poiché è dare a Maria tutto ciò che si ha di più caro, affinché ne disponga a suo piacimento a favore dei vivi e dei morti.
È il mezzo di conservare e di aumentare la grazia di Dio in noi
40. 5) – Con questa devozione si mettono al sicuro le proprie grazie, i propri meriti e le proprie virtù, facendone depositaria Maria e dicendole:
«Ecco, mia cara Signora, ciò che, per grazia di tuo Figlio, ho potuto fare di bene; tienitelo, perché purtroppo, a causa della mia debolezza ed incostanza, a causa del numero stragrande e della malizia dei miei nemici, insorgenti contro di me giorno e notte, io non mi sento capace di conservarlo. Si vedono, ahimè! tutti i giorni cadere nel fango cedri del Libano, e diventare uccelli notturni aquile che si innalzavano fino al sole; io vedo altresì mille giusti cadere alla mia sinistra e diecimila alla mia destra. Ma Tu, o mia potente e grandissima Principessa, sorreggimi, perché non cada; custodisci ogni mio bene, perché non mi sia rubato. a Te affido in deposito tutto quanto posseggo. so bene chi sei, perciò tutto mi abbandono a te. Tu sei fedele a Dio ed agli uomini, non lascerai quindi perire nulla di quanto ti ho affidato; Tu sei potente, e nulla può nuocerti, né rapirti ciò che tieni nella tua mano».
«Se la segui non ti smarrisci, se la preghi non disperi, se pensi a lei non sbagli.
Sostenuto da lei non cadi, protetto da lei non temi, guidato da lei non ti stanchi,
con la sua benevolenza giungerai ... « (San Bernardo, inter flores, cap. 135; De Maria Virgine, pag. 2150).
Ed altrove aggiunge: «Maria trattiene il Figlio perché non colpisca, il diavolo perché non nuoccia, le virtù perché non fuggano, i meriti perché non spariscano, le grazie perché non vengano meno». Parole di San Bernardo, che esprimono in sostanza quanto ho detto. Se anche ci fosse solamente questo motivo per invogliarmi a questa devozione, che mi offre il mezzo sicuro di conservarmi anzi di crescere nella grazia di Dio, io non dovrei spirare per essa che fuoco e fiamme.
É la vera liberazione della nostra anima
41. 6) – Questa devozione rende un’anima veramente libera della libertà dei figli di Dio. Siccome noi, per amore di Maria, ci riduciamo volontariamente in schiavitù, questa cara Padrona, per riconoscenza, allarga e dilata il nostro cuore e ci fa camminare a passi da gigante nella via dei comandamenti del Signore. Ella scaccia la noia, la tristezza e lo scrupolo. Nostro Signore stesso fece conoscere alla Madre Agnese di Langeac, morta in concetto di santità, questa devozione, quale sicuro mezzo per uscire dalle grandi pene e perplessità in cui si trovava: «Fatti schiava di mia Madre e mettiti la catenella», – le disse; Agnese acconsenti e nel momento stesso ogni pena scomparve.
È seguire il consiglio della Chiesa e l’esempio dei Santi
42. Per autorizzare questa devozione, bisognerebbe ricordare tutte le Bolle e le Indulgenze accordate dai Papi, le Pastorali dei Vescovi, le Confraternite fondate in suo onore, l’esempio di parecchi Santi e di grandi personaggi che l’hanno praticata; ma tutto questo lo lascio da parte.
43. Ho detto, poi, che questa devozione consiste nel fare tutte le proprie azioni con Maria, in Maria, per mezzo di Maria e per Maria.
44. Non basta essersi dato una volta a Maria, in qualità di schiavo; nemmeno basta ripetere ciò tutti i mesi, tutte le settimane: sarebbe questa una devozione troppo passeggera e non potrebbe innalzare l’anima a quella santità a cui può elevarla. Non vi è certo grande difficoltà ad iscriversi in una confraternita, e neanche ad abbracciare questa devozione, e a recitare ogni giorno qualche preghiera vocale, come essa prescrive: la grande difficoltà è di entrare nello spirito di questa devozione, che è di rendere un’anima interiormente dipendente e schiava della Santissima Vergine e di Gesù per mezzo di Lei. Ho trovato molte persone che, esternamente si sono poste con mirabile ardore in questa schiavitù; poche invece ne ho trovate che ne abbiano preso lo spirito, e, meno ancora che vi abbiano perseverato.
Operare con Maria
45. 1) – La pratica essenziale di questa devozione consiste nel fare tutte le proprie azioni con Maria, cioè nel prendere la Santissima Vergine come modello perfetto di tutto ciò che si deve fare.
46. Prima dunque di dare inizio a qualsiasi cosa, è necessario rinunciare a se stessi e ai propri progetti per quanto eccellenti; bisogna annientarsi davanti a Dio riconoscendosi incapaci da se stessi di alcun bene soprannaturale e di qualsiasi azione utile alla salvezza; bisogna ricorrere alla Santissima Vergine e unirsi a Lei e alle sue intenzioni, benché sconosciute; bisogna unirsi per mezzo di Maria alle intenzioni di Gesù Cristo, mettersi, cioè come uno strumento nelle mani di Lei, affinché Ella faccia in noi, di noi e per noi, come le sembrerà meglio, alla maggior gloria di suo Figlio e, per mezzo di suo Figlio Gesù Cristo, alla maggior gloria del Padre; di modo che non si compiano atti di vita interiore ed operazioni spirituali se non dipendentemente da Lei.
Operare in Maria
47. 2) – Bisogna fare ogni cosa in Maria; bisogna cioè abituarsi, a poco a poco, a raccogliersi in se stessi, per formarvi una piccola idea od immagine spirituale di Maria. Ella sarà per l’anima l’Oratorio per potervi fare tutte le sue preghiere a Dio, senza timore di essere respinta; la Torre di Davide dove mettersi al sicuro contro tutti i suoi nemici; la Lampada accesa per illuminare tutto il suo interiore e infiammarlo di amore divino; il sacro Tabernacolo per vedere Dio con Lei; Maria, finalmente sarà per quest’anima il suo unico Tutto presso Dio e il suo rifugio universale. Se prega, pregherà in Maria; se riceve Gesù nella Santa Comunione, lo deporrà in Maria perché vi si compiaccia; se opera, opererà pure in Maria, e dappertutto e in tutto farà atti di rinuncia di se stessa.
Operare per mezzo di Maria
48. 3) – Non bisogna mai andare a Nostro Signore se non per mezzo di Maria, per mezzo della sua intercessione e del suo credito presso di Lui, non trovandosi mai soli nel pregarlo.
Operare per Maria
49. 4) – Infine, tutte le azioni devono essere fatte per Maria: divenuti, cioè, schiavi di questa augusta Sovrana, non si lavori più che per Lei, per il Suo profitto e alla Sua gloria come fine prossimo, alla gloria di Dio come fine ultimo. Si deve rinunciare, in tutto quello che si fa, all’amor proprio, che impercettibilmente si prende quasi sempre come fine, e ripetere spesso dal profondo del cuore: «O Mia cara Madre, per Te vado qua e là, faccio questa o quella cosa, soffro questa pena o questa ingiuria!».
50. Bada di non credere, o anima predestinata, che sia cosa più perfetta andare direttamente a Gesù, direttamente a Dio con la tua opera e la tua intenzione: la tua opera, la tua intenzione sarebbero di poco valore; se invece ci vai per mezzo di Maria, allora è l’operazione di Maria in te, e quindi essa sarà sublime e degnissima di Dio.
51. Stai anche attento a non farti violenza per sentire e gustare ciò che dici o che fai: ma dì tutto e fa’ tutto in quella pura fede che Maria ebbe quaggiù, e che Ella con il tempo ti comunicherà. Lascia, o povera piccola schiava, lascia alla tua Sovrana la chiara visione di Dio, i trasporti, le gioie, i piaceri, le ricchezze, e prendi per te soltanto la fede pura, piena di svogliatezze, di distrazioni, di noie, di aridità; e dille: «Amen, Così sia, a tutto quello che Tu, mia Padrona, fai in Cielo: per ora è ciò che posso fare di meglio».
52. Guardati inoltre dall’affliggerti se non godi così presto della dolce presenza della Vergine nel tuo intimo. Questa grazia non è concessa a tutti; e quando Dio, nella sua grande misericordia, ne favorisce un’anima, questa può benissimo perderla se non è fedele a raccogliersi spesso; qualora però ti cogliesse tanta sciagura, ritorna dolcemente alla tua Sovrana e chiedile umilmente perdono.
53. L’esperienza ti farà conoscere infinitamente più di quanto io ti dico, e tu troverai, qualora sia fedele al poco che ti ho insegnato, tante ricchezze e tante grazie nella pratica di questa devozione, che ne resterai meravigliata e la tua anima ne sarà colma di gioia.
54. Lavoriamo quindi, anima cara, e per mezzo di questa devozione fedelmente praticata, facciamo in modo che l’anima di Maria sia in noi per glorificare il Signore, lo spirito di Maria sia in noi per rallegrarsi in Dio, suo Salvatore. Sono queste le parole di Sant’Ambrogio: «Sia in ciascuno di noi l’anima di Mariaper proclamare la grandezza del Signore, sia in ciascuno di noi lo spirito di Maria per gioire in Dio Salvatore». E non crediamo che vi sia stata più gloria e più felicità a dimorare nel seno di Abramo, chiamato Paradiso, che nel seno di Maria, perché Dio vi pose il suo trono. Così dice il dotto abate Guerrico: «Non credere che il Paradiso, raffigurato dal seno di Abramo, sia più felice del grembo di Maria, nel quale il Signore ha posto il suo trono».
6. Tutto dunque si riduce a trovare un mezzo facile per ottenere da Dio la grazia necessaria per diventare santo: proprio questo mezzo voglio indicarti e dico che per trovare la grazia di Dio, bisogna trovare Maria.
Perché Maria sola ha trovato grazia davanti a Dio
7. 1) – Solo Maria ha trovato grazia davanti a Dio, per sé e per ogni uomo in particolare; i Patriarchi e i Profeti, i Santi tutti dell’Antico Patto non poterono trovare questa grazia.
Perché Maria sola è la Madre della grazia
8. 2) – Perché Maria ha dato l’essere e la vita all’Autore di ogni grazia, e perciò è chiamata Madre della Grazia.
Perché Maria sola possiede, dopo Gesù, la pienezza della grazia
9. 3) – L’Eterno Padre, dal quale ogni dono perfetto ed ogni grazia discendono a noi come dalla sua sorgente essenziale, nel darle suo Figlio, le ha dato insieme tutte le sue grazie; di modo che, – come dice San Bernardo, – la volontà di Dio le è stata data in Lui e con Lui.
Perché Maria sola è la tesoriera di tutte le grazie di Gesù
10. 4) – Dio l’ha scelta per tesoriera, economa e dispensatrice di tutte le grazie; di modo che tutte le sue grazie e tutti i suoi doni passano per le mani di Lei, e, secondo il potere ricevutone, Ella dà, – come dice San Bernardino, – a chi vuole, come vuole, quando vuole e nella misura che vuole, le grazie dell’Eterno Padre, le virtù di Gesù Cristo e i doni dello Spirito Santo.
Perché per avere Dio per Padre, bisogna avere per Madre Maria
11. 5) – Come nell’ordine della natura, è necessario che un figlio abbia un padre ed una madre, così nell’ordine della grazia è necessario che un vero figlio della Chiesa abbia Dio per padre e Maria per madre; di modo che, se egli si gloriasse di avere Dio per padre e non avesse la tenerezza di un vero figlio verso Maria, sarebbe un impostore, che avrebbe solo il demonio per padre.
Perché i membri di Gesù devono essere formati dalla Madre di Gesù
12. 6) – Avendo Maria formato il Capo dei predestinati, che è Gesù Cristo, tocca pure a Lei di formare le membra di questo Capo, che sono i veri cristiani; nessuna madre, infatti, forma il capo senza le membra, o le membra senza il capo.
Chi dunque aspira ad essere membro di Gesù Cristo, pieno di grazia e di verità, deve essere formato in Maria, attraverso la grazia di Gesù Cristo, che risiede in Lei pienamente, per venire comunicata pienamente ai veri membri di Gesù Cristo e ai veri suoi figli.
Perché per Maria lo Spirito Santo produce i predestinati
13. 7) – Lo Spirito Santo ha sposato Maria e prodotto in Lei, per mezzo di Lei e da Lei Gesù Cristo, questo capolavoro, il Verbo Incarnato; e siccome non l’ha mai ripudiata, così continua ogni giorno a produrre in Lei e per mezzo di Lei, in modo misterioso, ma reale, i predestinati.
Perché Maria è l’incaricata di nutrire le anime e di farle crescere in Dio
14. 8) – Maria ha ricevuto da Dio un particolare dominio sulle anime per nutrirle e farle crescere in Dio. Sant’Agostino giunge a dire che in questo mondo i predestinati sono tutti chiusi nel seno di Maria, e che non vengono alla luce se non quando questa buona Madre li partorisce alla vita eterna: quindi, come il bambino trae tutto il cibo dalla mamma, che lo proporziona alla sua debolezza, così i predestinati traggono da Maria tutto il loro cibo spirituale e tutta la loro forza.
Perché Maria deve abitare nei predestinati
15. 9) – A Maria Dio Padre ha detto: «Figlia mia, abita in Giacobbe», cioè nei miei predestinati, di cui Giacobbe è la figura. A Maria il Figlio di Dio ha detto: «Mia cara Madre, abbi la tua eredità in Israele, cioè nei predestinati». A Maria infine lo Spirito Santo ha detto: «Mia fedele Sposa, getta le radici nei miei eletti». Perciò, chiunque è eletto e predestinato, ha la Santa Vergine che dimora dentro se stesso, cioè nella sua anima, e lascia che Ella vi metta le radici di una profonda umiltà, di una carità ardente e di tutte le virtù.
Perché Maria è il «modello vivente» di Dio e dei Santi
16. 10) – Maria è chiamata da Sant’Agostino, e di fatto lo è, il modello vivente di Dio, «forma di Dio»; vale a dire che in Lei sola un Dio fatto Uomo è stato formato al naturale, senza che gli mancasse alcun lineamento della divinità, e in Lei sola altresì può essere formato l’uomo in Dio al naturale, per quanto ne è capace l’umana natura, attraverso la grazia di Gesù Cristo.
In due modi uno scultore può fare una statua o un ritratto al naturale:
1) – servendosi della sua capacità, della sua forza, della sua scienza e della bontà dei suoi strumenti per scolpire questa statua o ritratto in una materia dura ed informe;
2) – gettandola nello stampo.
Il primo modo è lungo e difficile, e soggetto a molti pericoli: spesso basta un colpo di cesello o di martello dato male, per guastare tutta l’opera. Il secondo modo è pronto, facile e dolce, quasi senza fatica e senza spesa, purché lo stampo sia perfetto e rappresenti l’originale, e la materia di cui lo scultore si serve, sia maneggevole, e non resistente alla sua mano.
Modello perfetto in se stesso e che ci tende perfetti in Gesù Cristo
17. Maria è il grande modello di Dio, fatto dallo Spirito Santo, per formare al naturale un Uomo–Dio per mezzo dell’unione ipostatica e per formare un Uomo–Dio per mezzo della grazia. A questo stampo non manca nessun lineamento della divinità: chiunque vi è gettato e si lascia maneggiare, riceve tutti i lineamenti di Gesù Cristo vero Dio, in modo soave e proporzionato all’umana debolezza, senza tanta agonia, né tanto travaglio; in modo sicuro, cioè senza timore di illusioni, dato che il demonio non ha mai avuto, né avrà mai accesso in Maria, santa ed immacolata, senza ombra della minima macchia di peccato.
In una maniera pura e divina
18. O anima cara, quale differenza tra un’anima formata in Gesù Cristo con i metodi ordinari di coloro che, come gli scultori, si fidano della loro abilità e si appoggiano sulla loro capacità, e un’anima molto docile, distaccata da tutto, ben fusa, e che, senza confidare affatto in se stessa, si getta in Maria Santissima e si abbandona all’operazione dello Spirito Santo! Quante macchie, quanti difetti, quante oscurità, quante illusioni, quanto di troppo naturale e di umano c’è nella prima, e quanto la seconda è pura, divina, simile a Gesù Cristo!
Perché Maria è il Paradiso e il mondo di Dio
19. Non c’è, né ci sarà mai creatura alcuna in cui Dio sarà più grande, al di fuori di Lui stesso e in Lui stesso, che nella divina Maria, senza eccettuare i Beati, i Cherubini e i più alti Serafini, nel Paradiso stesso. Maria è il Paradiso di Dio e il suo mondo ineffabile, dove il Figlio di Dio è entrato per operarvi meraviglie, per custodirlo, per compiacervisi. Egli ha creato un mondo per l’uomo pellegrino, ed è questo che abitiamo; ha creato un mondo per l’uomo beato, ed è il Paradiso; ma ne ha creato un altro per Lui stesso e gli ha dato nome Maria: mondo, questo, sconosciuto a quasi tutti i mortali qui in terra, e incomprensibile anche a tutti gli Angeli, i Beati Comprensori del Cielo, i quali, meravigliati di vedere Dio così alto e così distante da tutti loro, così separato e così nascosto nel suo mondo, la divina Maria, esclamano giorno e notte: «Santo, Santo, Santo!».
Paradiso dove lo Spirito santo fa entrare la nostra anima perché vi trovi Dio
20. Beata, mille volte beata è quaggiù quell’anima, a cui lo Spirito Santo rivela il segreto di Maria, perché lo conosca; a cui apre questo giardino chiuso perché vi entri; questa fonte suggellata perché vi attinga e beva a gran sorsi le acque vivificatrici della grazia! Quest’anima non troverà che Dio solo, senza creatura, in quest’amabile creatura: ma Dio nello stesso tempo infinitamente santo ed elevato, infinitamente condiscendente e proporzionato alla propria debolezza. Dio, essendo dappertutto, si può trovare dappertutto, perfino nell’inferno; ma non vi è luogo in cui la creatura possa trovarlo più vicino a sé e più proporzionato alla propria debolezza quanto in Maria, poiché appunto per questo Dio si incarnò in Lei. Dovunque egli è il pane dei forti e degli Angeli, ma in Maria è il Pane dei figli.
Perché Maria, lontano dall’esserci di ostacolo, getta la nostra anima in Dio e la unisce a Lui
21. Non si creda, dunque, come alcuni falsi illuminati, che Maria, perché creatura, sia di impedimento all’unione con il Creatore; non è più Maria che vive, ma Gesù Cristo solo, Dio solo che vive in Maria. La sua trasformazione in Dio supera quella di San Paolo e degli altri Santi, molto più che il Cielo non superi in altezza la terra. Maria è stata creata solo per Dio, e quindi, ben lontano dal ritenere per se stessa un’anima, la getta in Dio e la unisce a Lui tanto più perfettamente quanto più questa anima è unita a Lei. Maria è l’eco meravigliosa di Dio, che non risponde che: «Dio», quando le si grida: «Maria»; che glorifica soltanto Dio, quando, con Sant’Elisabetta, viene chiamata beata. Se i falsi illuminati, così miseramente ingannati dal demonio perfino nell’orazione avessero saputo trovare Maria, e per mezzo di Maria, Gesù e, per mezzo di Gesù, Dio, non sarebbero caduti così miseramente.
Quando si è trovata Maria e, per mezzo di Maria, Gesù e, per mezzo di Gesù, Dio Padre, si è trovato ogni bene – dicono le anime sante –, e chi dice ogni bene. non eccettua nulla: ogni grazia ed ogni amicizia presso Dio, ogni sicurezza contro i nemici di Dio, ogni verità contro la menzogna, ogni facilità ed ogni vittoria contro le difficoltà di salvarsi, ogni soavità ed ogni gioia nelle amarezze della vita.
Perché Maria ci dà la grazia di portare con pazienza e con gioia le croci
22. Non è detto che colui, che per mezzo di una vera devozione ha trovato Maria, sia libero da croci e da patimenti; al contrario! Egli, anzi, ne è assalito più di chiunque altro, perché Maria, essendo Madre dei viventi, dà a tutti i suoi figli pezzi dell’Albero di Vita, che è la Croce di Gesù; bensì, se da una parte Maria taglia loro delle buone croci, dall’altra ottiene loro la grazia di portarle con pazienza e perfino con gioia; di modo che le croci che Ella dà a quanti le appartengono, sono piuttosto canditi o croci candite anziché croci amare; ovvero, se per qualche tempo sentono l’amarezza del calice che bisogna bere necessariamente per essere amici di Dio, la consolazione, poi, e la gioia che questa buona Madre fa seguire alla tristezza, li anima incredibilmente a portare croci ancor più pesanti e più amare.
Conclusione di questa prima parte - Per diventare santi, bisogna dunque saper trovare Maria, la Mediatrice delle grazie, e ciò per mezzo di una ‘vera devozione’ alla Santissima Vergine.
23. La difficoltà è quindi di saper trovare realmente la divina Maria, per trovare ogni grazia in abbondanza. Dio, perché assoluto padrone, può comunicare egli stesso direttamente ciò che in via ordinaria non comunica se non per mezzo di Maria, né senza temerarietà si può negare che qualche volta, anzi, lo faccia; però, nell’ordine della grazia – come dice San Tommaso Dio, visto l’ordine stabilito dalla sua divina Sapienza, ordinariamente non si comunica agli uomini che per mezzo di Maria. Per salire fino a Lui e unirsi a Lui, è necessario servirsi dello stesso mezzo di cui Egli si servì per scendere fino a noi, per farsi uomo e per comunicarci le sue grazie: questo mezzo è una vera devozione a Maria Vergine.
SECONDA PARTE
Ci sono parecchie vere devozioni a Maria
24. Ci sono, infatti, parecchie devozioni vere a Maria: vere, dico, perché qui non parlo delle false.
La devozione senza pratiche speciali
25. La prima devozione consiste nel compiere i doveri di cristiano, evitando il peccato mortale, operando più per amore che per timore, pregando di quando in quando la Vergine ed onorandola come Madre di Dio, senza farla oggetto di particolare devozione.
La devozione che comporta pratiche speciali
26. La seconda devozione consiste nel nutrire per la Vergine sentimenti più perfetti di stima, d’amore, di confidenza e di venerazione. Essa porta ad entrare nelle Confraternite del Rosario, dello Scapolare, a recitare la Corona o il Rosario, ad onorare le immagini e gli altari di Maria, ad esaltarne le grandezze e ad iscriversi nelle sue Congregazioni. E questa devozione, se si sta lontani dal peccato, è buona. santa e lodevole: però non è tanto perfetta e tanto capace di ritirare le anime dalle creature e di distaccarle da se stesse per unirle a Gesù Cristo.
La devozione perfetta: la Santa Schiavitù d’amore
27. La terza devozione a Maria Santissima, conosciuta e praticata da ben poche persone, è questa che sto per rivelarti, o anima predestinata.
Natura di questa devozione: Consacrazione a titolo di Schiavo d’amore, e Vita d’unione a Maria
28. Essa consiste nel darsi interamente, come schiavo, a Maria e, per mezzo di Maria, a Gesù: poi, nel far tutto con Maria, in Maria, per mezzo di Maria e per Maria. Mi spiego:
Portata di questo sacrificio: è il totale abbandono di sé fra le mani di Maria
29. Bisogna scegliere un giorno importante per darsi, consacrarsi e sacrificare volontariamente e per amore, non per forza, interamente, senza riserva alcuna, il proprio corpo e la propria anima; i propri beni esterni di fortuna, come la casa, la famiglia, le rendite; i propri beni interni dell’anima, cioè i meriti, le grazie, le virtù e le soddisfazioni.
Qui è il caso di notare che con questa devozione si sacrifica a Gesù per mezzo di Maria tutto quanto un’anima ha di più caro e di cui nessun Ordine religioso esige il sacrificio, cioè il diritto che abbiamo di disporre di noi stessi e del valore delle proprie preghiere, elemosine, mortificazioni e soddisfazioni; di modo che se ne lascia l’intera disposizione alla Santissima Vergine, perché l’applichi a suo piacere e alla maggior gloria di Dio, che Ella sola conosce in modo perfetto.
Maria diventa padrona del valore delle nostre opere
30. Lasciato così a disposizione de Lei ogni valore soddisfattorio ed impetratorio delle nostre buone opere, fatta cioè una tale offerta, sebbene non legati da alcun voto, non si è più padroni di tutto il bene che compiamo; e la Santissima Vergine può applicarlo, ora ad un’anima del Purgatorio, per suffragarla o liberarla, ora ad un misero peccatore per convertirlo.
31. Con questa devozione, si mettono i propri meriti nelle mani della Vergine, ma solo perché Lei li custodisca, li aumenti, li abbellisca, non potendo noi comunicarci a vicenda, né i meriti della grazia santificante, né quelli della gloria. Le si danno invece tutte le preghiere e buone opere, in quanto sono impetratorie e soddisfattorie, affinché le distribuisca e applichi a chi le piacerà. Che se, dopo esserci in tal modo consacrati alla Santissima Vergine, vorremo sollevare qualche anima dal Purgatorio, salvare qualche peccatore, sostenere con le nostre preghiere, le nostre elemosine, le nostre mortificazioni, i nostri sacrifici qualche nostro amico, dovremo chiederglielo umilmente e rimetterci alla sua determinazione, senza volerla conoscere; essendo ben convinti che il valore delle nostre azioni, distribuito dalla stessa mano di cui Dio si serve per dispensarci le sue grazie ed i suoi doni, non potrà non essere applicato alla sua maggior gloria.
Tre tipi di schiavitù: la Schiavitù d’amore è 1a più perfetta consacrazione a Dio
32. Ho detto che questa devozione consiste nel darsi a Maria come schiavo. Bisogna notare che ci sono tre tipi di schiavitù.
La prima è la schiavitù di natura: gli uomini buoni e cattivi, sono schiavi di Dio in questa maniera.
La seconda è la schiavitù per forza; e schiavi di Dio in questo modo sono i demoni e i dannati.
La terza è la schiavitù d’amore e di volontà; ed è quella con cui noi dobbiamo consacrarci a Dio per mezzo di Maria, cioè nel modo più perfetto con il quale una creatura possa darsi al suo Creatore.
Differenza tra un semplice servo e uno schiavo
33. Osserva anche che c’è una grande differenza tra un servo e uno schiavo:
– un servo esige un salario per i suoi servizi; uno schiavo non ne può esigere;
– un servo è libero di lasciare il padrone quando gli piace, perché non lo serve che per qualche tempo; lo schiavo non può giustamente abbandonarlo, appartenendogli per sempre;
– il servo non dà al padrone diritto alcuno di vita e di morte sulla propria persona; lo schiavo invece gli si dà così interamente che il padrone potrebbe farlo morire senza essere molestato dalla giustizia.
Da qui si vede facilmente come lo schiavo forzato si trova, rispetto al proprio padrone, in quella assoluta dipendenza in cui l’uomo non può trovarsi che rispetto al suo Creatore; questo spiega perché i cristiani non ammettono simili schiavi: soltanto i Turchi e gli idolatri possono averne di tale specie.
Felicità delle anime schiave d’amore
34. Beata, mille volte beata l’anima generosa, che si consacra come schiava d’amore a Gesù per mezzo di Maria, dopo aver scosso con il Battesimo la tirannica schiavitù del demonio.
Passare per Maria è imitare le tre Persone divine
35. Quanta luce dovrei avere per esporre a dovere l’eccellenza di questa devozione! Dirò soltanto rapidamente:
1) – Darci così a Gesù per mezzo dì Maria è imitare Dio Padre, il quale ci ha dato il suo Figlio solo per mezzo di Maria, e solo per mezzo di Lei ci comunica le sue grazie. È imitare Dio Figlio, il quale è venuto a noi solo per mezzo di Maria, e, avendoci dato l’esempio affinché facessimo come Egli ha fatto, ci ha sollecitati ad andare a Lui per lo stesso mezzo con cui Egli è venuto a noi, cioè Maria. È imitare lo Spirito Santo, il quale soltanto per mezzo di Maria ci elargisce le sue grazie e i suoi doni. Non è forse giusto, – dice San Bernardo–, che la grazia ritorni al suo Autore dallo stesso canale per il quale è venuta a noi?
È onorare Gesù
36. 2) – Andare a Gesù per mezzo di Maria è onorare veramente Nostro Signore Gesù Cristo, perché è riconoscere che non siamo degni di accostarci direttamente da noi stessi alla sua infinita santità, a causa dei nostri peccati, e insieme che abbiamo bisogno di Maria, sua santa Madre, perché sia nostra Avvocata e nostra Mediatrice presso di Lui, che è nostro Mediatore. È nello stesso tempo accostarci a Lui come a Mediatore nostro ed a nostro Fratello, ed umiliarci davanti a Lui come davanti al nostro Dio ed il nostro Giudice: in una parola, è praticare l’umiltà che rapisce sempre il cuore di Dio.
È il mezzo di purificare e di abbellire le nostre buone azioni
37. 3) – Consacrarci così a Gesù per mezzo di Maria, è mettere nelle mani di Maria le nostre buone opere, le quali, benché sembrino buone, sono spesso macchiate e indegne degli sguardi e del compiacimento di quel Dio, davanti al quale le stelle stesse non sono pure. Preghiamo questa buona Madre e Padrona affinché, avendo accettato il nostro misero dono, lo purifichi, lo santifichi, lo nobiliti e l’abbellisca in modo da renderlo degno di Dio. Davanti a Dio, il Padre di famiglia, tutti i frutti della nostra anima hanno meno valore per attirarci la sua amicizia e la sua grazia, di quanto non ne avrebbe davanti al re la mela bacata di un povero contadino, colono di Sua Maestà, per pagare il proprio affitto. Che cosa farebbe il meschino, se fosse intelligente e sapesse di essere ben voluto dalla regina? Non metterebbe forse la sua mela nelle mani di lei? e questa, sia per bontà verso il povero contadino, sia per rispetto verso il re, non toglierebbe forse dalla mela quello che vi fosse di difettoso e di guasto, mettendola poi sopra un vassoio d’oro, ornato di fiori? E il re potrebbe non accettarla, anche con gioia, dalle mani della regina, che vuole così bene a quel contadino? Se vuoi offrire qualche piccolo dono a Dio, – dice San Bernardo mettilo nelle mani di Maria, a meno che non t’importi di essere respinto.
Perché senza Maria le nostre azioni valgono ben poco
38. Dio mio! com’è poca cosa quello che facciamo! Ma mettiamolo in mano a Maria con questa devozione; e quando ci saremo dati interamente a Maria, tanto quanto è possibile, spogliandoci di tutto in suo onore, Ella sarà infinitamente più generosa verso di noi, poiché «per un uovo ci darà un bove» comunicandosi a noi con tutti i suoi meriti e tutte le sue virtù, mettendo i nostri meschini doni nel piatto d’oro della sua carità, rivestendoci, come Rebecca fece con Giacobbe, dei begli abiti del suo Primogenito ed unico Figlio, Gesù Cristo, cioè dei meriti di Lui, che Ella tiene a sua disposizione; e così, dopo esserci, spogliati di tutto per onorarla quali suoi domestici e suoi schiavi, avremo doppia veste: «Tutti i suoi familiari hanno doppia veste»: vesti, ornamenti, profumi, meriti e virtù di Gesù e di Maria nell’anima di uno schiavo di Gesù e di Maria, spoglio di se stesso e fedele nel suo spogliamento.
È esercitare meravigliosamente la carità verso il prossimo
39. 4) – Darsi così alla Santissima Vergine è praticare nel suo più alto grado possibile la carità verso il prossimo; poiché è dare a Maria tutto ciò che si ha di più caro, affinché ne disponga a suo piacimento a favore dei vivi e dei morti.
È il mezzo di conservare e di aumentare la grazia di Dio in noi
40. 5) – Con questa devozione si mettono al sicuro le proprie grazie, i propri meriti e le proprie virtù, facendone depositaria Maria e dicendole:
«Ecco, mia cara Signora, ciò che, per grazia di tuo Figlio, ho potuto fare di bene; tienitelo, perché purtroppo, a causa della mia debolezza ed incostanza, a causa del numero stragrande e della malizia dei miei nemici, insorgenti contro di me giorno e notte, io non mi sento capace di conservarlo. Si vedono, ahimè! tutti i giorni cadere nel fango cedri del Libano, e diventare uccelli notturni aquile che si innalzavano fino al sole; io vedo altresì mille giusti cadere alla mia sinistra e diecimila alla mia destra. Ma Tu, o mia potente e grandissima Principessa, sorreggimi, perché non cada; custodisci ogni mio bene, perché non mi sia rubato. a Te affido in deposito tutto quanto posseggo. so bene chi sei, perciò tutto mi abbandono a te. Tu sei fedele a Dio ed agli uomini, non lascerai quindi perire nulla di quanto ti ho affidato; Tu sei potente, e nulla può nuocerti, né rapirti ciò che tieni nella tua mano».
«Se la segui non ti smarrisci, se la preghi non disperi, se pensi a lei non sbagli.
Sostenuto da lei non cadi, protetto da lei non temi, guidato da lei non ti stanchi,
con la sua benevolenza giungerai ... « (San Bernardo, inter flores, cap. 135; De Maria Virgine, pag. 2150).
Ed altrove aggiunge: «Maria trattiene il Figlio perché non colpisca, il diavolo perché non nuoccia, le virtù perché non fuggano, i meriti perché non spariscano, le grazie perché non vengano meno». Parole di San Bernardo, che esprimono in sostanza quanto ho detto. Se anche ci fosse solamente questo motivo per invogliarmi a questa devozione, che mi offre il mezzo sicuro di conservarmi anzi di crescere nella grazia di Dio, io non dovrei spirare per essa che fuoco e fiamme.
É la vera liberazione della nostra anima
41. 6) – Questa devozione rende un’anima veramente libera della libertà dei figli di Dio. Siccome noi, per amore di Maria, ci riduciamo volontariamente in schiavitù, questa cara Padrona, per riconoscenza, allarga e dilata il nostro cuore e ci fa camminare a passi da gigante nella via dei comandamenti del Signore. Ella scaccia la noia, la tristezza e lo scrupolo. Nostro Signore stesso fece conoscere alla Madre Agnese di Langeac, morta in concetto di santità, questa devozione, quale sicuro mezzo per uscire dalle grandi pene e perplessità in cui si trovava: «Fatti schiava di mia Madre e mettiti la catenella», – le disse; Agnese acconsenti e nel momento stesso ogni pena scomparve.
È seguire il consiglio della Chiesa e l’esempio dei Santi
42. Per autorizzare questa devozione, bisognerebbe ricordare tutte le Bolle e le Indulgenze accordate dai Papi, le Pastorali dei Vescovi, le Confraternite fondate in suo onore, l’esempio di parecchi Santi e di grandi personaggi che l’hanno praticata; ma tutto questo lo lascio da parte.
43. Ho detto, poi, che questa devozione consiste nel fare tutte le proprie azioni con Maria, in Maria, per mezzo di Maria e per Maria.
44. Non basta essersi dato una volta a Maria, in qualità di schiavo; nemmeno basta ripetere ciò tutti i mesi, tutte le settimane: sarebbe questa una devozione troppo passeggera e non potrebbe innalzare l’anima a quella santità a cui può elevarla. Non vi è certo grande difficoltà ad iscriversi in una confraternita, e neanche ad abbracciare questa devozione, e a recitare ogni giorno qualche preghiera vocale, come essa prescrive: la grande difficoltà è di entrare nello spirito di questa devozione, che è di rendere un’anima interiormente dipendente e schiava della Santissima Vergine e di Gesù per mezzo di Lei. Ho trovato molte persone che, esternamente si sono poste con mirabile ardore in questa schiavitù; poche invece ne ho trovate che ne abbiano preso lo spirito, e, meno ancora che vi abbiano perseverato.
Operare con Maria
45. 1) – La pratica essenziale di questa devozione consiste nel fare tutte le proprie azioni con Maria, cioè nel prendere la Santissima Vergine come modello perfetto di tutto ciò che si deve fare.
46. Prima dunque di dare inizio a qualsiasi cosa, è necessario rinunciare a se stessi e ai propri progetti per quanto eccellenti; bisogna annientarsi davanti a Dio riconoscendosi incapaci da se stessi di alcun bene soprannaturale e di qualsiasi azione utile alla salvezza; bisogna ricorrere alla Santissima Vergine e unirsi a Lei e alle sue intenzioni, benché sconosciute; bisogna unirsi per mezzo di Maria alle intenzioni di Gesù Cristo, mettersi, cioè come uno strumento nelle mani di Lei, affinché Ella faccia in noi, di noi e per noi, come le sembrerà meglio, alla maggior gloria di suo Figlio e, per mezzo di suo Figlio Gesù Cristo, alla maggior gloria del Padre; di modo che non si compiano atti di vita interiore ed operazioni spirituali se non dipendentemente da Lei.
Operare in Maria
47. 2) – Bisogna fare ogni cosa in Maria; bisogna cioè abituarsi, a poco a poco, a raccogliersi in se stessi, per formarvi una piccola idea od immagine spirituale di Maria. Ella sarà per l’anima l’Oratorio per potervi fare tutte le sue preghiere a Dio, senza timore di essere respinta; la Torre di Davide dove mettersi al sicuro contro tutti i suoi nemici; la Lampada accesa per illuminare tutto il suo interiore e infiammarlo di amore divino; il sacro Tabernacolo per vedere Dio con Lei; Maria, finalmente sarà per quest’anima il suo unico Tutto presso Dio e il suo rifugio universale. Se prega, pregherà in Maria; se riceve Gesù nella Santa Comunione, lo deporrà in Maria perché vi si compiaccia; se opera, opererà pure in Maria, e dappertutto e in tutto farà atti di rinuncia di se stessa.
Operare per mezzo di Maria
48. 3) – Non bisogna mai andare a Nostro Signore se non per mezzo di Maria, per mezzo della sua intercessione e del suo credito presso di Lui, non trovandosi mai soli nel pregarlo.
Operare per Maria
49. 4) – Infine, tutte le azioni devono essere fatte per Maria: divenuti, cioè, schiavi di questa augusta Sovrana, non si lavori più che per Lei, per il Suo profitto e alla Sua gloria come fine prossimo, alla gloria di Dio come fine ultimo. Si deve rinunciare, in tutto quello che si fa, all’amor proprio, che impercettibilmente si prende quasi sempre come fine, e ripetere spesso dal profondo del cuore: «O Mia cara Madre, per Te vado qua e là, faccio questa o quella cosa, soffro questa pena o questa ingiuria!».
50. Bada di non credere, o anima predestinata, che sia cosa più perfetta andare direttamente a Gesù, direttamente a Dio con la tua opera e la tua intenzione: la tua opera, la tua intenzione sarebbero di poco valore; se invece ci vai per mezzo di Maria, allora è l’operazione di Maria in te, e quindi essa sarà sublime e degnissima di Dio.
51. Stai anche attento a non farti violenza per sentire e gustare ciò che dici o che fai: ma dì tutto e fa’ tutto in quella pura fede che Maria ebbe quaggiù, e che Ella con il tempo ti comunicherà. Lascia, o povera piccola schiava, lascia alla tua Sovrana la chiara visione di Dio, i trasporti, le gioie, i piaceri, le ricchezze, e prendi per te soltanto la fede pura, piena di svogliatezze, di distrazioni, di noie, di aridità; e dille: «Amen, Così sia, a tutto quello che Tu, mia Padrona, fai in Cielo: per ora è ciò che posso fare di meglio».
52. Guardati inoltre dall’affliggerti se non godi così presto della dolce presenza della Vergine nel tuo intimo. Questa grazia non è concessa a tutti; e quando Dio, nella sua grande misericordia, ne favorisce un’anima, questa può benissimo perderla se non è fedele a raccogliersi spesso; qualora però ti cogliesse tanta sciagura, ritorna dolcemente alla tua Sovrana e chiedile umilmente perdono.
53. L’esperienza ti farà conoscere infinitamente più di quanto io ti dico, e tu troverai, qualora sia fedele al poco che ti ho insegnato, tante ricchezze e tante grazie nella pratica di questa devozione, che ne resterai meravigliata e la tua anima ne sarà colma di gioia.
54. Lavoriamo quindi, anima cara, e per mezzo di questa devozione fedelmente praticata, facciamo in modo che l’anima di Maria sia in noi per glorificare il Signore, lo spirito di Maria sia in noi per rallegrarsi in Dio, suo Salvatore. Sono queste le parole di Sant’Ambrogio: «Sia in ciascuno di noi l’anima di Mariaper proclamare la grandezza del Signore, sia in ciascuno di noi lo spirito di Maria per gioire in Dio Salvatore». E non crediamo che vi sia stata più gloria e più felicità a dimorare nel seno di Abramo, chiamato Paradiso, che nel seno di Maria, perché Dio vi pose il suo trono. Così dice il dotto abate Guerrico: «Non credere che il Paradiso, raffigurato dal seno di Abramo, sia più felice del grembo di Maria, nel quale il Signore ha posto il suo trono».
La Santa Schiavitù stabilisce soprattutto la vita di Maria nella nostra anima
55. Questa devozione, fedelmente praticata, produce nell’anima effetti innumerevoli. Il principale – vero dono dell’anima – è quello di stabilirvi la vita di Maria, in modo che non è più l’anima che vive, ma la Vergine che vive in lei, poiché l’anima di Maria diviene, per così dire, la sua anima. Ora, quando per una grazia ineffabile, ma vera, la divina Maria è Regina in un’anima, quali meraviglie non vi opera! Siccome Ella è l’artefice delle grandi meraviglie, specialmente nel nostro intimo, perciò vi lavora in segreto, all’insaputa dell’anima stessa, la quale se ne avesse conoscenza, guasterebbe la bellezza delle sue opere.
56. E nello stesso modo, siccome Ella è dappertutto la Vergine feconda, così porta in tutto l’intimo dove si trova, la purezza del cuore e del corpo, la rettitudine delle intenzioni, la fecondità delle buone opere.
Non credere anima cara, che Maria, la più feconda di tutte le creature, tanto che giunse a produrre un Dio, rimanga oziosa in un’anima fedele. Ella farà vivere incessantemente quest’anima per Gesù, e Gesù in lei: «Figli miei, per voi io soffro di nuovo i dolori del parto, finché non sarà chiaro che Cristo è in mezzo a voi» (Gal. 4, 19), e se Gesù Cristo è così veramente frutto di Maria per ogni anima in particolare, come lo è per tutti quanti in generale, è certo che in modo specialissimo Egli è frutto di Maria e suo capolavoro nell’anima dove Lei risiede.
57. Infine, Maria, per quest’anima diviene ogni cosa presso Gesù Cristo: Ella ne illumina lo spirito con la sua pura fede, le approfondisce il cuore con la sua umiltà, glielo dilata ed infiamma con la sua carità, glielo purifica con la sua purezza, glielo nobilita ed arricchisce con la sua maternità. Ma per che motivo insistere? Solo l’esperienza può rivelarci queste meraviglie di Maria, meraviglie incredibili alle persone dotte ed orgogliose, anzi al comune dei devoti e devote.
58. Poiché per mezzo di Maria Santissima Dio venne la prima volta al mondo, nell’umiliazione e nell’annientamento, non potrebbe pur dirsi altresì per mezzo di Maria Santissima, che Egli verrà un’altra volta, come l’attende tutta la Chiesa, per regnare dovunque e per giudicare i vivi e i morti? Ma chi può sapere come e quando ciò avverrà? So bene però che Dio, i cui pensieri distano dai nostri più che non disti il cielo dalla terra, verrà nel tempo e nel modo meno atteso dagli uomini, anche i più dotti e i più versati nella Sacra Scrittura, che a questo riguardo è molto oscura.
Per mezzo della Santa Schiavitù, praticata dai suoi grandi santi, Maria farà che arrivi il regno definitivo di Gesù
59. Allo stesso modo, si deve credere che verso la fine dei tempi, e più presto forse che non si pensi, Dio susciterà grandi uomini ripieni dello Spirito Santo e di quello di Maria, per mezzo dei quali Ella, questa divina Sovrana, opererà nel mondo grandi meraviglie per distruggervi il peccato e stabilire il Regno di Gesù Cristo, suo Figlio, sulle rovine di quello del mondo corrotto; e che per mezzo di questa devozione alla Vergine, di cui non so dare che una traccia, e ben pallida anche questa, a causa della mia pochezza, quei santi personaggi verranno a capo di tutto.
60. Oltre alla pratica interiore di questa devozione, di cui abbiamo ora parlato, ce ne sono altre che non bisogna omettere, né trascurare.
La consacrazione e la sua rinnovazione
61. La prima è di darsi a Gesù Cristo, in qualche giorno importante, per le mani di Maria, di cui ci facciamo schiavi; di comunicarsi in tal giorno con questa intenzione e di passarlo in preghiera: si rinnoverà questa consacrazione almeno ogni anno, nello stesso giorno.
L’offerta di un tributo alla Santissima Vergine
62. La seconda è di pagare ogni anno, nello stesso giorno, un piccolo tributo alla Vergine, quale prova di servitù e di dipendenza; tale fu sempre l’omaggio degli schiavi verso i loro padroni. Ora questo tributo consiste o in qualche mortificazione, o in qualche elemosina, o in qualche pellegrinaggio, o in qualche preghiera. Il Beato Marino, secondo quanto racconta suo fratello, San Pier Damiano, si disciplinava pubblicamente tutti gli anni, nello stesso giorno, davanti ad un altare della Vergine. Non si domanda, né si consiglia tanto fervore, ma se non si può dar molto a Maria, si deve però offrirle con cuore umile e riconoscente quello che le si dà.
La celebrazione speciale della festa dell’Annunciazione
63. La terza è di celebrare ogni anno, con devozione speciale la festa dell’Annunciazione che è la festa principale di questa devozione, stabilita appunto per onorare ed imitare la dipendenza in cui si pose il Divin Verbo, in tal giorno, per amore nostro.
La recita della «Coroncina» e del «Magnificat»
64. La quarta pratica esteriore è quella di recitare ogni giorno, senza però obbligarvici sotto pena di peccato, qualora vi si manchi, la Coroncina alla Santissima Vergine, composta da tre Padre Nostro e da dodici Ave Maria; di recitare spesso il Magnificat, che è l’unico cantico che abbiamo di Maria, per ringraziare Dio dei benefici ricevuti ed attirarne altri; soprattutto non bisogna smettere di recitarlo dopo la S. Comunione, quale ringraziamento, come soleva fare la Santissima Vergine stessa, secondo il dotto Gersone.
La catenella
65. La quinta è di portare una catenella benedetta al collo, o al braccio, o al piede, o attraverso il corpo. Questa pratica si può senza dubbio omettere, senza che ne soffra l’essenziale di questa devozione: tuttavia, sarebbe male disprezzarla e condannarla, nonché pericoloso volerla trascurare.
Ecco le ragioni che consigliano questa pratica esteriore:
1 – per opporsi alle funeste catene del peccato originale ed attuale, dal quale siamo stati avvinti;
2 – per onorare le corde ed i ceppi amorosi dalle quali Nostro Signore si compiacque di essere strettamente legato, per renderci veramente liberi;
3 – per farci ricordare che dobbiamo agire solo per l’impulso di questa virtù, dato che questi vincoli sono vincoli di carità: «Io li traevo con legami di bontà, con vincoli d’amore» (Os 11, 4);
4 – infine, si usa portare simili catene perché abbiamo ognora presente la nostra doverosa dipendenza da Gesù e da Maria, in qualità di schiavi.
Molti grandi personaggi, che si erano fatti schiavi di Gesù e di Maria, stimarono talmente queste catenelle, che si lamentavano perché non era loro concesso di trascinarle pubblicamente ai piedi, come gli schiavi dei Turchi. Oh, catene più preziose e più gloriose delle collane d’oro e delle pietre preziose di tutti gli imperatori, poiché ci avvincono a Gesù Cristo e alla sua santa Madre, e ne sono le illustri insegne e livree!
È conveniente che queste catene, se non d’argento, siano almeno di ferro, per la facilità di procurarsele. Non si dovrà mai deporle durante la vita, perché ci possano accompagnare fino al giorno del giudizio. Quale gioia, quale gloria, quale trionfo per un fedele schiavo, nel giorno del giudizio, se al suono della tromba, le sue ossa si leveranno da terra, tuttora strette dalla catena della schiavitù, evidentemente non consumata. Questo solo pensiero deve stimolare molto un devoto schiavo a non togliersi mai la catena, per quanto scomoda possa tornare alla natura.
66. Amabile mio Gesù, lascia che io mi rivolga a Te per attestarti la mia riconoscenza per la grazia concessami, nel darmi alla tua santa Madre con la devozione di questa schiavitù, perché Ella sia mia avvocata presso la tua Maestà, e mio supplemento universale nella mia grandissima miseria.
Ahimè! mio Dio, io sono tanto miserabile che, senza questa buona Madre, di certo sarei irrimediabilmente perduto. Sì! Maria mi è necessaria presso di te, in tutto: necessaria, per calmarti nel tuo giusto sdegno, poiché ti ho tanto offeso ed ogni giorno ti offendo ancora tanto; necessaria, per trattenere gli eterni castighi della tua giustizia da me meritati; necessaria, per guardarti, per parlarti, per pregarti, per accostarmi a Te, per piacerti; necessaria, per salvare la mia anima e quella degli altri; necessaria, in una parola, per fare sempre la tua santa volontà e cercare in tutto la tua maggior gloria. Perché non posso io manifestare nel mondo intero questa misericordia che mi hai usato? Perché tutto il mondo non conosce che senza Maria io sarei già dannato? Perché non posso mostrare una degna riconoscenza per un così grande beneficio? Maria è in me. Oh, quale tesoro! Oh, quale consolazione! E dopo di ciò non sarò io tutto di Maria? Oh, quale ingratitudine sarebbe mai questa, mio caro Salvatore! Oh, mandami piuttosto la morte prima che mi colga tanta sventura, perché preferisco morire che vivere senza essere di Maria.
Io l’ho mille e mille volte presa come ogni mio bene con San Giovanni Evangelista ai piedi della Croce, e mille e mille volte a Lei mi sono consacrato; ma se ancora non l’ho fatto come Tu desideri. Gesù mio caro, adesso voglio farlo nel modo che a TE piace; e se mai scorgi nella mia anima e nel mio corpo qualche cosa che non appartiene a questa augusta Principessa, strappamela, te ne prego, e gettala lontano da me, poiché non appartenendo a Maria, è indegna di Te.
67. O Spirito Santo! Concedimi tutte queste grazie e pianta, innaffia e coltiva nella mia anima l’amabile Maria, vero Albero di Vita, perché cresca, fiorisca e rechi frutti di vita in abbondanza. O Spirito Santo! Dammi una grande devozione ed una grande appoggio sul suo seno materno ed un continuo ricorso alla sua misericordia, affinché in Lei Tu formi nella mia anima Gesù Cristo al naturale, grande e potente, fino alla pienezza della sua età perfetta. Amen.
68. Io ti saluto, o Maria, Figlia diletta dell’Eterno Padre; io ti saluto, o Maria, Madre ammirabile del divin Figlio; io ti saluto, o Maria, Sposa fedelissima dello Spirito Santo: io ti saluto, o Maria, mia cara Madre, mia amabile padrona e mia potente Sovrana; io ti saluto, mia gioia, mia gloria, cuore mio ed anima mia! Tu sei tutta mia per misericordia e io sono tutto tuo per giustizia, però non lo sono ancora abbastanza; a Te, dunque, di nuovo interamente mi dono, come eterno schiavo, senza riserva alcuna, né per me né per gli altri.
Se scorgi in me qualche cosa che non è ancora tua prenditela, te ne supplico, in questo momento, e sii la Padrona assoluta di tutto quanto possiedo; distruggi in me, sradica, annienta tutto ciò che spiace a Dio, e in me pianta, innalza, opera tutto ciò che gli piacerà. La luce della tua fede diradi le tenebre del mio spirito; la tua profonda umiltà si sostituisca al mio orgoglio; la tua sublime contemplazione ponga un freno alle distrazioni della mia immaginazione vagabonda; la tua vista ininterrotta di Dio riempia la mia mente della sua presenza; l’incendio della carità del tuo Cuore dilati ed infiammi il mio, così tiepido e freddo; le tue virtù prendano il posto dei miei peccati; i tuoi meriti siano mio ornamento e mio supplemento presso Dio. Infine, o mia carissima e diletta Madre, fa’, se è possibile, che io non abbia altro spirito che il tuo per conoscere Gesù Cristo e i suoi divini voleri; che io non abbia altra anima che la tua per lodare e glorificare il Signore; che io non abbia altro cure che il tuo per amare Dio con puro ed ardente amore come Te.
69. Io non ti chiedo né visioni, né rivelazioni, né gusti, né piaceri anche spirituali. A te si addice di vedere chiaramente senza tenebre; a Te di gustare pienamente senza amarezze; a Te di trionfare gloriosamente alla destra di tuo Figlio in Cielo, senza umiliazioni di sorta; a Te di comandare in modo assoluto agli angeli, agli uomini e ai demoni senza resistenza alcuna, e infine di disporre, a tuo piacere, di tutti i beni di Dio, senza eccezione alcuna. Ecco, o divina Madre, l’eccellente porzione che il Signore ti ha fatto e che mai ti sarà tolta, ciò che mi causa grandissima gioia.
Per mia porzione quaggiù, altro non voglio se non quella che Tu avesti nel mondo, e cioè: credere puramente, senza nulla gustare e vedere; soffrire con gioia, senza consolazione di creature; morire, continuamente e senza tregua, a me stesso; lavorare molto per Te, fino alla morte, senza alcun interesse, come il più vile dei tuoi schiavi. La sola grazia che per pura misericordia ti chiedo, e che, tutti i giorni e i momenti del mio vivere, io dica tre volte: «Amen: Così sia», a tutto quello che tu facesti sulla terra durante la tua vita mortale; «Così sia», a tutto quello che adesso fai in Cielo; «Così sia», a tutto quello che fai nella mia anima, perché ci sia Tu sola a glorificare pienamente Gesù in me nel tempo e nell’eternità. Amen.
70. Anima predestinata, con la luce dello Spirito Santo hai capito quanto sono venuto a dirti? Ringrazia Dio: è un segreto quasi a tutti sconosciuto. Se hai trovato il tesoro nascosto nel campo di Maria, la perla preziosa del Vangelo, devi vendere tutto per farne acquisto; devi fare un sacrificio di te stessa nelle mani di Maria e perderti felicemente in Lei per trovarvi Dio solo. Se lo Spirito Santo ha piantato nella tua anima il vero Albero della Vita, che è la devozione che ti ho esposto, devi porre ogni cura nel coltivarlo, perché ti dia il suo frutto a tempo opportuno.
Questa devozione assomiglia al grano di senape, di cui parla nel Vangelo, il quale, mentre è, a quanto pare, il più piccolo di tutti i grani, diviene però molto grande ed erge così alto il fusto che gli uccello del cielo, cioè i predestinati, nidificano sui suoi rami, e vi nascondono al sicuro dalle bestie feroci.
Il modo di coltivarlo. Eccoti, o anima predestinata, il modo di coltivarlo: Nessun appoggio umano
71. 1) Quest’Albero, essendo piantato in un cuore assai fedele, ama restare all’aria libera, senza alcun appoggio umano: quest’Albero, essendo divino, rifugge sempre da qualsiasi creatura che potrebbe impedirgli di innalzarsi verso il suo principio, Dio. Pertanto, non bisogna appoggiarsi sulla sua propria industria, o sui propri doni di natura, o sul credito e l’autorità degli uomini: bisogna invece ricorrere a Maria e contare sul suo aiuto.
Continuo sguardo dell’anima
72. 2) Bisogna che l’anima, dove quest’Albero è piantato, sia occupata senza tregua, a guardarlo e riguardarlo, come un buon giardiniere. Poiché quest’albero, essendo vivente e dovendo dare frutto di vita, vuole essere coltivato e reso rigoglioso da un continuo sguardo e contemplazione dell’anima; è proprio infatti di un’anima, che aspiri a diventare perfetta, di pensarvi di continuo, di farne la principale occupazione.
Violenza a se stesso
73. 3) Bisogna sradicare e troncare i cardi e le spine, che potrebbero soffocare questo Albero o impedirgli di produrre il suo frutto: bisogna, cioè, essere fedele a tagliare e troncare, con la mortificazione e la violenza a se stesso, tutti i piaceri inutili e le occupazioni vane con le creature; in altre parole, crocifiggere la carne, osservare il silenzio, mortificare i sensi.
Niente amor proprio
74. 4) Bisogna che i bruchi non lo danneggiano. Questi bruchi sono l’amore di se stesso e delle proprie comodità; essi mangiano le foglie verdi e distruggono le belle speranze che l’Albero dava di produrre frutti: poiché l’amor proprio e l’amor di Maria non si accordano affatto.
Orrore del peccato
75. 5) Bisogna tenere lontano le bestie, che sono i peccati, i quali potrebbero seccare l’Albero della Vita con il solo loro contatto; bisogna che nemmeno lo sfiori il loro alito, cioè i peccati veniali, che sono sempre pericolosissimi, qualora non se ne abbia dispiacere.
Facoltà agli esercizi
76. 6) Bisogna innaffiare continuamente quest’Albero divino con Messe, Comunioni ed altre preghiere pubbliche o private, altrimenti esso non darebbe più frutti.
Pace nelle prove
77. 7) Non bisogna crucciarsi se quest’Albero è agitato e scosso dal vento; perché occorre che il vento delle tentazioni lo investa per farlo cadere, e le nevi ed i ghiacci lo circondino per farlo morire; il che significa; il che significa che questa devozione a Maria Vergine sarà necessariamente combattuta e contraddetta; ma purché si sia costanti nel coltivarlo, nulla si deve temere.
Il frutto dell’Albero della vita è l’amabile ed adorabile Gesù
78. Anima predestinata, se coltiverai in tal modo il tuo Albero della Vita, di recente piantato nella tua anima dallo Spirito Santo, io ti assicuro che in poco tempo esso crescerà così in alto, che gli uccelli del cielo vi abiteranno, e diverrà così perfetto, che infine a tempo opportuno darà il suo frutto di onore e di grazia, cioè l’amabile ed adorabile Gesù, che fu e sarà sempre l’unico frutto di Maria.
Felice l’anima in cui è piantata Maria, l’Albero della Vita; più felice quella in cui Maria ha potuto crescere e fiorire; felicissima quella in cui Maria produce il suo frutto: ma fra tutte felicissima quella che gusta e conserva questo frutto fino alla morte e nei secoli dei secoli. Amen.
Qui tenet, teneat
DIO SOLO
(San Luigi Maria Grignion da Montfort)
55. Questa devozione, fedelmente praticata, produce nell’anima effetti innumerevoli. Il principale – vero dono dell’anima – è quello di stabilirvi la vita di Maria, in modo che non è più l’anima che vive, ma la Vergine che vive in lei, poiché l’anima di Maria diviene, per così dire, la sua anima. Ora, quando per una grazia ineffabile, ma vera, la divina Maria è Regina in un’anima, quali meraviglie non vi opera! Siccome Ella è l’artefice delle grandi meraviglie, specialmente nel nostro intimo, perciò vi lavora in segreto, all’insaputa dell’anima stessa, la quale se ne avesse conoscenza, guasterebbe la bellezza delle sue opere.
56. E nello stesso modo, siccome Ella è dappertutto la Vergine feconda, così porta in tutto l’intimo dove si trova, la purezza del cuore e del corpo, la rettitudine delle intenzioni, la fecondità delle buone opere.
Non credere anima cara, che Maria, la più feconda di tutte le creature, tanto che giunse a produrre un Dio, rimanga oziosa in un’anima fedele. Ella farà vivere incessantemente quest’anima per Gesù, e Gesù in lei: «Figli miei, per voi io soffro di nuovo i dolori del parto, finché non sarà chiaro che Cristo è in mezzo a voi» (Gal. 4, 19), e se Gesù Cristo è così veramente frutto di Maria per ogni anima in particolare, come lo è per tutti quanti in generale, è certo che in modo specialissimo Egli è frutto di Maria e suo capolavoro nell’anima dove Lei risiede.
57. Infine, Maria, per quest’anima diviene ogni cosa presso Gesù Cristo: Ella ne illumina lo spirito con la sua pura fede, le approfondisce il cuore con la sua umiltà, glielo dilata ed infiamma con la sua carità, glielo purifica con la sua purezza, glielo nobilita ed arricchisce con la sua maternità. Ma per che motivo insistere? Solo l’esperienza può rivelarci queste meraviglie di Maria, meraviglie incredibili alle persone dotte ed orgogliose, anzi al comune dei devoti e devote.
58. Poiché per mezzo di Maria Santissima Dio venne la prima volta al mondo, nell’umiliazione e nell’annientamento, non potrebbe pur dirsi altresì per mezzo di Maria Santissima, che Egli verrà un’altra volta, come l’attende tutta la Chiesa, per regnare dovunque e per giudicare i vivi e i morti? Ma chi può sapere come e quando ciò avverrà? So bene però che Dio, i cui pensieri distano dai nostri più che non disti il cielo dalla terra, verrà nel tempo e nel modo meno atteso dagli uomini, anche i più dotti e i più versati nella Sacra Scrittura, che a questo riguardo è molto oscura.
Per mezzo della Santa Schiavitù, praticata dai suoi grandi santi, Maria farà che arrivi il regno definitivo di Gesù
59. Allo stesso modo, si deve credere che verso la fine dei tempi, e più presto forse che non si pensi, Dio susciterà grandi uomini ripieni dello Spirito Santo e di quello di Maria, per mezzo dei quali Ella, questa divina Sovrana, opererà nel mondo grandi meraviglie per distruggervi il peccato e stabilire il Regno di Gesù Cristo, suo Figlio, sulle rovine di quello del mondo corrotto; e che per mezzo di questa devozione alla Vergine, di cui non so dare che una traccia, e ben pallida anche questa, a causa della mia pochezza, quei santi personaggi verranno a capo di tutto.
60. Oltre alla pratica interiore di questa devozione, di cui abbiamo ora parlato, ce ne sono altre che non bisogna omettere, né trascurare.
La consacrazione e la sua rinnovazione
61. La prima è di darsi a Gesù Cristo, in qualche giorno importante, per le mani di Maria, di cui ci facciamo schiavi; di comunicarsi in tal giorno con questa intenzione e di passarlo in preghiera: si rinnoverà questa consacrazione almeno ogni anno, nello stesso giorno.
L’offerta di un tributo alla Santissima Vergine
62. La seconda è di pagare ogni anno, nello stesso giorno, un piccolo tributo alla Vergine, quale prova di servitù e di dipendenza; tale fu sempre l’omaggio degli schiavi verso i loro padroni. Ora questo tributo consiste o in qualche mortificazione, o in qualche elemosina, o in qualche pellegrinaggio, o in qualche preghiera. Il Beato Marino, secondo quanto racconta suo fratello, San Pier Damiano, si disciplinava pubblicamente tutti gli anni, nello stesso giorno, davanti ad un altare della Vergine. Non si domanda, né si consiglia tanto fervore, ma se non si può dar molto a Maria, si deve però offrirle con cuore umile e riconoscente quello che le si dà.
La celebrazione speciale della festa dell’Annunciazione
63. La terza è di celebrare ogni anno, con devozione speciale la festa dell’Annunciazione che è la festa principale di questa devozione, stabilita appunto per onorare ed imitare la dipendenza in cui si pose il Divin Verbo, in tal giorno, per amore nostro.
La recita della «Coroncina» e del «Magnificat»
64. La quarta pratica esteriore è quella di recitare ogni giorno, senza però obbligarvici sotto pena di peccato, qualora vi si manchi, la Coroncina alla Santissima Vergine, composta da tre Padre Nostro e da dodici Ave Maria; di recitare spesso il Magnificat, che è l’unico cantico che abbiamo di Maria, per ringraziare Dio dei benefici ricevuti ed attirarne altri; soprattutto non bisogna smettere di recitarlo dopo la S. Comunione, quale ringraziamento, come soleva fare la Santissima Vergine stessa, secondo il dotto Gersone.
La catenella
65. La quinta è di portare una catenella benedetta al collo, o al braccio, o al piede, o attraverso il corpo. Questa pratica si può senza dubbio omettere, senza che ne soffra l’essenziale di questa devozione: tuttavia, sarebbe male disprezzarla e condannarla, nonché pericoloso volerla trascurare.
Ecco le ragioni che consigliano questa pratica esteriore:
1 – per opporsi alle funeste catene del peccato originale ed attuale, dal quale siamo stati avvinti;
2 – per onorare le corde ed i ceppi amorosi dalle quali Nostro Signore si compiacque di essere strettamente legato, per renderci veramente liberi;
3 – per farci ricordare che dobbiamo agire solo per l’impulso di questa virtù, dato che questi vincoli sono vincoli di carità: «Io li traevo con legami di bontà, con vincoli d’amore» (Os 11, 4);
4 – infine, si usa portare simili catene perché abbiamo ognora presente la nostra doverosa dipendenza da Gesù e da Maria, in qualità di schiavi.
Molti grandi personaggi, che si erano fatti schiavi di Gesù e di Maria, stimarono talmente queste catenelle, che si lamentavano perché non era loro concesso di trascinarle pubblicamente ai piedi, come gli schiavi dei Turchi. Oh, catene più preziose e più gloriose delle collane d’oro e delle pietre preziose di tutti gli imperatori, poiché ci avvincono a Gesù Cristo e alla sua santa Madre, e ne sono le illustri insegne e livree!
È conveniente che queste catene, se non d’argento, siano almeno di ferro, per la facilità di procurarsele. Non si dovrà mai deporle durante la vita, perché ci possano accompagnare fino al giorno del giudizio. Quale gioia, quale gloria, quale trionfo per un fedele schiavo, nel giorno del giudizio, se al suono della tromba, le sue ossa si leveranno da terra, tuttora strette dalla catena della schiavitù, evidentemente non consumata. Questo solo pensiero deve stimolare molto un devoto schiavo a non togliersi mai la catena, per quanto scomoda possa tornare alla natura.
66. Amabile mio Gesù, lascia che io mi rivolga a Te per attestarti la mia riconoscenza per la grazia concessami, nel darmi alla tua santa Madre con la devozione di questa schiavitù, perché Ella sia mia avvocata presso la tua Maestà, e mio supplemento universale nella mia grandissima miseria.
Ahimè! mio Dio, io sono tanto miserabile che, senza questa buona Madre, di certo sarei irrimediabilmente perduto. Sì! Maria mi è necessaria presso di te, in tutto: necessaria, per calmarti nel tuo giusto sdegno, poiché ti ho tanto offeso ed ogni giorno ti offendo ancora tanto; necessaria, per trattenere gli eterni castighi della tua giustizia da me meritati; necessaria, per guardarti, per parlarti, per pregarti, per accostarmi a Te, per piacerti; necessaria, per salvare la mia anima e quella degli altri; necessaria, in una parola, per fare sempre la tua santa volontà e cercare in tutto la tua maggior gloria. Perché non posso io manifestare nel mondo intero questa misericordia che mi hai usato? Perché tutto il mondo non conosce che senza Maria io sarei già dannato? Perché non posso mostrare una degna riconoscenza per un così grande beneficio? Maria è in me. Oh, quale tesoro! Oh, quale consolazione! E dopo di ciò non sarò io tutto di Maria? Oh, quale ingratitudine sarebbe mai questa, mio caro Salvatore! Oh, mandami piuttosto la morte prima che mi colga tanta sventura, perché preferisco morire che vivere senza essere di Maria.
Io l’ho mille e mille volte presa come ogni mio bene con San Giovanni Evangelista ai piedi della Croce, e mille e mille volte a Lei mi sono consacrato; ma se ancora non l’ho fatto come Tu desideri. Gesù mio caro, adesso voglio farlo nel modo che a TE piace; e se mai scorgi nella mia anima e nel mio corpo qualche cosa che non appartiene a questa augusta Principessa, strappamela, te ne prego, e gettala lontano da me, poiché non appartenendo a Maria, è indegna di Te.
67. O Spirito Santo! Concedimi tutte queste grazie e pianta, innaffia e coltiva nella mia anima l’amabile Maria, vero Albero di Vita, perché cresca, fiorisca e rechi frutti di vita in abbondanza. O Spirito Santo! Dammi una grande devozione ed una grande appoggio sul suo seno materno ed un continuo ricorso alla sua misericordia, affinché in Lei Tu formi nella mia anima Gesù Cristo al naturale, grande e potente, fino alla pienezza della sua età perfetta. Amen.
68. Io ti saluto, o Maria, Figlia diletta dell’Eterno Padre; io ti saluto, o Maria, Madre ammirabile del divin Figlio; io ti saluto, o Maria, Sposa fedelissima dello Spirito Santo: io ti saluto, o Maria, mia cara Madre, mia amabile padrona e mia potente Sovrana; io ti saluto, mia gioia, mia gloria, cuore mio ed anima mia! Tu sei tutta mia per misericordia e io sono tutto tuo per giustizia, però non lo sono ancora abbastanza; a Te, dunque, di nuovo interamente mi dono, come eterno schiavo, senza riserva alcuna, né per me né per gli altri.
Se scorgi in me qualche cosa che non è ancora tua prenditela, te ne supplico, in questo momento, e sii la Padrona assoluta di tutto quanto possiedo; distruggi in me, sradica, annienta tutto ciò che spiace a Dio, e in me pianta, innalza, opera tutto ciò che gli piacerà. La luce della tua fede diradi le tenebre del mio spirito; la tua profonda umiltà si sostituisca al mio orgoglio; la tua sublime contemplazione ponga un freno alle distrazioni della mia immaginazione vagabonda; la tua vista ininterrotta di Dio riempia la mia mente della sua presenza; l’incendio della carità del tuo Cuore dilati ed infiammi il mio, così tiepido e freddo; le tue virtù prendano il posto dei miei peccati; i tuoi meriti siano mio ornamento e mio supplemento presso Dio. Infine, o mia carissima e diletta Madre, fa’, se è possibile, che io non abbia altro spirito che il tuo per conoscere Gesù Cristo e i suoi divini voleri; che io non abbia altra anima che la tua per lodare e glorificare il Signore; che io non abbia altro cure che il tuo per amare Dio con puro ed ardente amore come Te.
69. Io non ti chiedo né visioni, né rivelazioni, né gusti, né piaceri anche spirituali. A te si addice di vedere chiaramente senza tenebre; a Te di gustare pienamente senza amarezze; a Te di trionfare gloriosamente alla destra di tuo Figlio in Cielo, senza umiliazioni di sorta; a Te di comandare in modo assoluto agli angeli, agli uomini e ai demoni senza resistenza alcuna, e infine di disporre, a tuo piacere, di tutti i beni di Dio, senza eccezione alcuna. Ecco, o divina Madre, l’eccellente porzione che il Signore ti ha fatto e che mai ti sarà tolta, ciò che mi causa grandissima gioia.
Per mia porzione quaggiù, altro non voglio se non quella che Tu avesti nel mondo, e cioè: credere puramente, senza nulla gustare e vedere; soffrire con gioia, senza consolazione di creature; morire, continuamente e senza tregua, a me stesso; lavorare molto per Te, fino alla morte, senza alcun interesse, come il più vile dei tuoi schiavi. La sola grazia che per pura misericordia ti chiedo, e che, tutti i giorni e i momenti del mio vivere, io dica tre volte: «Amen: Così sia», a tutto quello che tu facesti sulla terra durante la tua vita mortale; «Così sia», a tutto quello che adesso fai in Cielo; «Così sia», a tutto quello che fai nella mia anima, perché ci sia Tu sola a glorificare pienamente Gesù in me nel tempo e nell’eternità. Amen.
70. Anima predestinata, con la luce dello Spirito Santo hai capito quanto sono venuto a dirti? Ringrazia Dio: è un segreto quasi a tutti sconosciuto. Se hai trovato il tesoro nascosto nel campo di Maria, la perla preziosa del Vangelo, devi vendere tutto per farne acquisto; devi fare un sacrificio di te stessa nelle mani di Maria e perderti felicemente in Lei per trovarvi Dio solo. Se lo Spirito Santo ha piantato nella tua anima il vero Albero della Vita, che è la devozione che ti ho esposto, devi porre ogni cura nel coltivarlo, perché ti dia il suo frutto a tempo opportuno.
Questa devozione assomiglia al grano di senape, di cui parla nel Vangelo, il quale, mentre è, a quanto pare, il più piccolo di tutti i grani, diviene però molto grande ed erge così alto il fusto che gli uccello del cielo, cioè i predestinati, nidificano sui suoi rami, e vi nascondono al sicuro dalle bestie feroci.
Il modo di coltivarlo. Eccoti, o anima predestinata, il modo di coltivarlo: Nessun appoggio umano
71. 1) Quest’Albero, essendo piantato in un cuore assai fedele, ama restare all’aria libera, senza alcun appoggio umano: quest’Albero, essendo divino, rifugge sempre da qualsiasi creatura che potrebbe impedirgli di innalzarsi verso il suo principio, Dio. Pertanto, non bisogna appoggiarsi sulla sua propria industria, o sui propri doni di natura, o sul credito e l’autorità degli uomini: bisogna invece ricorrere a Maria e contare sul suo aiuto.
Continuo sguardo dell’anima
72. 2) Bisogna che l’anima, dove quest’Albero è piantato, sia occupata senza tregua, a guardarlo e riguardarlo, come un buon giardiniere. Poiché quest’albero, essendo vivente e dovendo dare frutto di vita, vuole essere coltivato e reso rigoglioso da un continuo sguardo e contemplazione dell’anima; è proprio infatti di un’anima, che aspiri a diventare perfetta, di pensarvi di continuo, di farne la principale occupazione.
Violenza a se stesso
73. 3) Bisogna sradicare e troncare i cardi e le spine, che potrebbero soffocare questo Albero o impedirgli di produrre il suo frutto: bisogna, cioè, essere fedele a tagliare e troncare, con la mortificazione e la violenza a se stesso, tutti i piaceri inutili e le occupazioni vane con le creature; in altre parole, crocifiggere la carne, osservare il silenzio, mortificare i sensi.
Niente amor proprio
74. 4) Bisogna che i bruchi non lo danneggiano. Questi bruchi sono l’amore di se stesso e delle proprie comodità; essi mangiano le foglie verdi e distruggono le belle speranze che l’Albero dava di produrre frutti: poiché l’amor proprio e l’amor di Maria non si accordano affatto.
Orrore del peccato
75. 5) Bisogna tenere lontano le bestie, che sono i peccati, i quali potrebbero seccare l’Albero della Vita con il solo loro contatto; bisogna che nemmeno lo sfiori il loro alito, cioè i peccati veniali, che sono sempre pericolosissimi, qualora non se ne abbia dispiacere.
Facoltà agli esercizi
76. 6) Bisogna innaffiare continuamente quest’Albero divino con Messe, Comunioni ed altre preghiere pubbliche o private, altrimenti esso non darebbe più frutti.
Pace nelle prove
77. 7) Non bisogna crucciarsi se quest’Albero è agitato e scosso dal vento; perché occorre che il vento delle tentazioni lo investa per farlo cadere, e le nevi ed i ghiacci lo circondino per farlo morire; il che significa; il che significa che questa devozione a Maria Vergine sarà necessariamente combattuta e contraddetta; ma purché si sia costanti nel coltivarlo, nulla si deve temere.
Il frutto dell’Albero della vita è l’amabile ed adorabile Gesù
78. Anima predestinata, se coltiverai in tal modo il tuo Albero della Vita, di recente piantato nella tua anima dallo Spirito Santo, io ti assicuro che in poco tempo esso crescerà così in alto, che gli uccelli del cielo vi abiteranno, e diverrà così perfetto, che infine a tempo opportuno darà il suo frutto di onore e di grazia, cioè l’amabile ed adorabile Gesù, che fu e sarà sempre l’unico frutto di Maria.
Felice l’anima in cui è piantata Maria, l’Albero della Vita; più felice quella in cui Maria ha potuto crescere e fiorire; felicissima quella in cui Maria produce il suo frutto: ma fra tutte felicissima quella che gusta e conserva questo frutto fino alla morte e nei secoli dei secoli. Amen.
Qui tenet, teneat
DIO SOLO
(San Luigi Maria Grignion da Montfort)
Nessun commento:
Posta un commento