Il primo dovere insegnato da Cristo al Sommo Pontefice è quello di custodire con somma vigilanza il sacro deposito della fede trasmessa dai santi, ripudiando le profane novità di parole e le opposizioni di una scienza di falso nome. Questo compito è estremamente necessario alla cattolicità, poiché a causa del nemico del genere umano, non mancarono mai uomini che insegnavano dottrine perverse, chiacchieroni e seduttori, ingannati e ingannatori allo stesso tempo.
In questi ultimi tempi, i nemici della Croce di Cristo sono aumentati enormemente e, con sempre nuovi e astuti artifici, si sforzano di abbattere la forza vitale della Chiesa e, se possibile, di sovvertire dalle fondamenta lo stesso regno di Cristo.
Non si può tacere tale verità: bisogna cercare i seminatori di errori non soltanto fra i nemici dichiarati, ma - cosa di cui dobbiamo avere dolore e timore - anche nel grembo stesso della Chiesa, dove si nascondono, tanto più perniciosi quanto meno individuati. Parliamo infatti di molti laici cattolici e persino dello stesso ceto sacerdotale, che con apparente amore alla Chiesa, imbevuti di velenose dottrine contrarie alla vera filosofia e teologia, si proclamano riformatori della Chiesa stessa. Queste persone osano attaccare l’opera e la persona di Gesù stesso, poiché contestano tutto ciò che c’è di più santo nell’opera di Cristo e negano la divinità del Redentore, riducendoLo con audacia sacrilega ad un semplice uomo.
Questi uomini sono forse i più pericolosi nemici della Chiesa, a prescindere dalla loro intenzione e dalla loro coscienza, di cui solo Dio è Giudice. Costoro infatti danneggiano la Chiesa nel modo più grave, dall’interno, cercando la sua rovina: il pericolo che risiede nelle stesse vene e nelle stesse viscere della Chiesa è oltremodo dannoso, poiché essi conoscono più intimamente la Chiesa. Bisogna aggiungere che essi pongono la scure non ai rami, ma alla radice stessa, cioè contro la fede; colpita questa radice dell’immortalità, essi tentano di diffondere il veleno in tutto l’albero, in modo che tutte le verità cattoliche siano colpite dal loro intervento corruttore.
Essi si atteggiano pericolosamente sia da razionalisti che da cattolici, e con tale simulazione traggono facilmente in errore le persone incaute; sono anche dotati di molta temerarietà, non temono qualsiasi tipo di conseguenza e procedono con ostinazione e senza preoccupazione. Sono davvero pericolosi e potenti nel sedurre le menti, poiché praticano un genere di vita molto attiva, si occupano negli studi ed in ogni erudizione, vantano di avere costumi austeri.
Ma ciò che è peggio, è il fatto che siano proprio le loro dottrine a condurli a disprezzare qualsiasi autorità e a rifiutare ogni freno; confidano in una falsa coscienza, mascherano la loro superbia e ostinazione in una ricerca continua della verità.
Queste le parole di S. Pio X: Abbiamo usato con loro la bontà come con i figli, poi la severità, e infine, sebbene a malincuore, una pubblica censura. Ma dopo avere abbassato la testa per un istante, l’hanno poi rialzata con maggiore superbia.
E’ necessario dunque, trattandosi della sicurezza del nome cattolico, rompere il silenzio, e con ciò mostrare a tutta la Chiesa come sono realmente questi uomini che il popolo chiama a buon diritto: modernisti.
(Veronica Tribbia - Dal catechismo sul modernismo secondo l’enciclica “Pascendi” di papa S. Pio X)
In questi ultimi tempi, i nemici della Croce di Cristo sono aumentati enormemente e, con sempre nuovi e astuti artifici, si sforzano di abbattere la forza vitale della Chiesa e, se possibile, di sovvertire dalle fondamenta lo stesso regno di Cristo.
Non si può tacere tale verità: bisogna cercare i seminatori di errori non soltanto fra i nemici dichiarati, ma - cosa di cui dobbiamo avere dolore e timore - anche nel grembo stesso della Chiesa, dove si nascondono, tanto più perniciosi quanto meno individuati. Parliamo infatti di molti laici cattolici e persino dello stesso ceto sacerdotale, che con apparente amore alla Chiesa, imbevuti di velenose dottrine contrarie alla vera filosofia e teologia, si proclamano riformatori della Chiesa stessa. Queste persone osano attaccare l’opera e la persona di Gesù stesso, poiché contestano tutto ciò che c’è di più santo nell’opera di Cristo e negano la divinità del Redentore, riducendoLo con audacia sacrilega ad un semplice uomo.
Questi uomini sono forse i più pericolosi nemici della Chiesa, a prescindere dalla loro intenzione e dalla loro coscienza, di cui solo Dio è Giudice. Costoro infatti danneggiano la Chiesa nel modo più grave, dall’interno, cercando la sua rovina: il pericolo che risiede nelle stesse vene e nelle stesse viscere della Chiesa è oltremodo dannoso, poiché essi conoscono più intimamente la Chiesa. Bisogna aggiungere che essi pongono la scure non ai rami, ma alla radice stessa, cioè contro la fede; colpita questa radice dell’immortalità, essi tentano di diffondere il veleno in tutto l’albero, in modo che tutte le verità cattoliche siano colpite dal loro intervento corruttore.
Essi si atteggiano pericolosamente sia da razionalisti che da cattolici, e con tale simulazione traggono facilmente in errore le persone incaute; sono anche dotati di molta temerarietà, non temono qualsiasi tipo di conseguenza e procedono con ostinazione e senza preoccupazione. Sono davvero pericolosi e potenti nel sedurre le menti, poiché praticano un genere di vita molto attiva, si occupano negli studi ed in ogni erudizione, vantano di avere costumi austeri.
Ma ciò che è peggio, è il fatto che siano proprio le loro dottrine a condurli a disprezzare qualsiasi autorità e a rifiutare ogni freno; confidano in una falsa coscienza, mascherano la loro superbia e ostinazione in una ricerca continua della verità.
Queste le parole di S. Pio X: Abbiamo usato con loro la bontà come con i figli, poi la severità, e infine, sebbene a malincuore, una pubblica censura. Ma dopo avere abbassato la testa per un istante, l’hanno poi rialzata con maggiore superbia.
E’ necessario dunque, trattandosi della sicurezza del nome cattolico, rompere il silenzio, e con ciò mostrare a tutta la Chiesa come sono realmente questi uomini che il popolo chiama a buon diritto: modernisti.
(Veronica Tribbia - Dal catechismo sul modernismo secondo l’enciclica “Pascendi” di papa S. Pio X)
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