Siamo entrati nel secondo ciclo dell’anno liturgico, dove si contempla il Mistero della Redenzione. Precisamente, dal Mercoledì delle Ceneri fino alla prima Domenica di Passione, sarà Tempo Quaresimale.
Le ceneri che il ministro pone sul capo sono fatte con i rami d’ulivo benedetti l’anno precedente, e ci ricordano la nostra prossima morte in conseguenza del peccato. Inoltre, le ceneri sul capo servono per umiliare il nostro orgoglio: “Memento, homo, quia pulvis es, et in pulverem reverteris”. Inizia in questo modo la Quaresima: con l’invito alla mortificazione di se stessi.
La mortificazione è la realizzazione del motto: “Ama ciò che Dio ha fatto, odia ciò che hai fatto tu”. Ciò che ha fatto Dio è la natura umana nella sua perfezione e bontà, ciò che ha fatto l’uomo è il peccato originale, con le sue conseguenze... per risanare la natura umana e per elevarla alla dignità di cristiana, è necessario eliminare i frutti della colpa d’origine, cioè le cattive tendenze: questa è la mortificazione.
La Chiesa insegna e precisa i modi della mortificazione, dimostrando al contempo una stupefacente conoscenza dell’anima umana, con le sue astuzie e debolezze: conoscenza che le è data dallo Spirito Santo, da Colui che, avendo creato l’uomo, lo conosce meglio di chiunque altro.
“La mortificazione è conformazione a Cristo, è il necessario martirio quotidiano di chi crocifigge le proprie passioni disordinate, a maggior gloria di Dio”, S.Bernardo.
La mortificazione cristiana abbraccia l’uomo tutto intero, estendendosi a tutte le sfere di attività in cui la nostra natura umana è capace di agire, e precisamente:
1. Attività organica, cioè la vita corporea
2. Attività sensibile, sia sotto forma di conoscenza sensibile (per mezzo dei sensi o dell’immaginazione) sia sotto forma di passione o appetizione sensibile.
3. Attività razionale e libera
4. Azioni esterne
5. Rapporti col prossimo
Esercizi della Mortificazione Cristiana. Tutte le pratiche qui riunite, sono ispirate agli esempi dei santi, specialmente sant’Agostino, santa Teresa, san Francesco di Sales, san Tommaso d’Aquino, san Giovanni Berchmans o raccomandate dai maestri della vita spirituale.
Mortificazione del Corpo
1.Negli alimenti limitatevi quanto possibile al semplice necessario.
2.Pregate spesso Dio di impedirvi, con la sua grazia, di oltrepassare i limiti della necessità e di cedere all’attrattiva del piacere
3.Non mangiate nulla tra un pasto e l’altro
4.Praticate l’astinenza e il digiuno nei limiti del dovuto e con discrezione
5.Non vi è impedito di gustare qualche soddisfazione corporale, ma fatelo con intenzione pura e benedicendo Dio
6.Regolate il vostro sonno, evitando la debolezza, specie al mattino. Stabilite un orario per alzarvi e coricarvi, e rispettatelo.
7.Non riposatevi se non nella misura del necessario. Non risparmiate la fatica. Guardatevi dall’estenuare il vostro corpo, ma attenzione a non viziarlo.
8.Se avvertite qualche leggera indisposizione, evitate di mostrarlo con il vostro malumore. Siate muti e pazienti come il Divino Agnello.
9.Non trasformate un piccolo malessere in una scusa per non adempiere i vostri doveri.
10.Accettate docilmente, sopportate pazientemente, umilmente e con perseveranza la malattia.
Mortificazione dei sensi, dell’immaginazione e delle passioni
1.Chiudete gli occhi ad ogni spettacolo pericoloso, ed anche vano o inutile. Non guardate nessuno per misurarne la bellezza o bruttezza.
2.Chiudete le orecchie a discorsi lusinghieri, alle lodi e seduzioni, ai cattivi consigli e maldicenze, alle derisioni, alle indiscrezioni, alla critica malevola, ai sospetti riferiti, ad ogni parola che possa causare tra due anime il più piccolo raffreddamento.
3.Se il senso dell’odorato deve soffrire per colpa di certe infermità, lungi dal lamentarvene, ricavatene una gioia santa.
4.Mangiate ciò che vi danno: se è buono, senza compiacervene; se è cattivo, senza disgustarvene.
5.Offrite a Dio i vostri pasti, imponetevi una piccola privazione. Dio ne terrà conto.
6.Se ciò che è servito vi piace particolarmente, pensate all’aceto con cui N.S. fu abbeverato sulla Croce: questo servirà da contrappeso al piacere.
7.Bisogna evitare ogni contatto che procurerebbe una gioia prevalentemente sensibile.
8.Rinunciate a scaldarvi, a meno che non sia necessario.
9.Sopportate tutto ciò che, per sua natura, affligge la carne (freddo, caldo, scomodità...)
10.Mortificate l’immaginazione, quando vi seduce con la prospettiva di una posizione brillante, o quando vi rattrista con la prospettiva di un avvenire oscuro, o ancora quando vi ricorda qualcosa che vi ha offeso.
11.Abbiate la più grande cura nel mortificarvi sull’impazienza, l’irritazione o la collera.
12.Esaminate a fondo i desideri, sottometteteli al controllo della ragione e della fede
13.Guardatevi dal contrarre abitudini che, successivamente, potrebbero diventare funeste.
14.Cercate di conoscere i vostri difetti, e colpiteli nei loro ultimi nascondigli.
15.Combattete gli affetti troppo naturali, le amicizie particolari e ogni molle sensibilità del cuore.
Le ceneri che il ministro pone sul capo sono fatte con i rami d’ulivo benedetti l’anno precedente, e ci ricordano la nostra prossima morte in conseguenza del peccato. Inoltre, le ceneri sul capo servono per umiliare il nostro orgoglio: “Memento, homo, quia pulvis es, et in pulverem reverteris”. Inizia in questo modo la Quaresima: con l’invito alla mortificazione di se stessi.
La mortificazione è la realizzazione del motto: “Ama ciò che Dio ha fatto, odia ciò che hai fatto tu”. Ciò che ha fatto Dio è la natura umana nella sua perfezione e bontà, ciò che ha fatto l’uomo è il peccato originale, con le sue conseguenze... per risanare la natura umana e per elevarla alla dignità di cristiana, è necessario eliminare i frutti della colpa d’origine, cioè le cattive tendenze: questa è la mortificazione.
La Chiesa insegna e precisa i modi della mortificazione, dimostrando al contempo una stupefacente conoscenza dell’anima umana, con le sue astuzie e debolezze: conoscenza che le è data dallo Spirito Santo, da Colui che, avendo creato l’uomo, lo conosce meglio di chiunque altro.
“La mortificazione è conformazione a Cristo, è il necessario martirio quotidiano di chi crocifigge le proprie passioni disordinate, a maggior gloria di Dio”, S.Bernardo.
La mortificazione cristiana abbraccia l’uomo tutto intero, estendendosi a tutte le sfere di attività in cui la nostra natura umana è capace di agire, e precisamente:
1. Attività organica, cioè la vita corporea
2. Attività sensibile, sia sotto forma di conoscenza sensibile (per mezzo dei sensi o dell’immaginazione) sia sotto forma di passione o appetizione sensibile.
3. Attività razionale e libera
4. Azioni esterne
5. Rapporti col prossimo
Esercizi della Mortificazione Cristiana. Tutte le pratiche qui riunite, sono ispirate agli esempi dei santi, specialmente sant’Agostino, santa Teresa, san Francesco di Sales, san Tommaso d’Aquino, san Giovanni Berchmans o raccomandate dai maestri della vita spirituale.
Mortificazione del Corpo
1.Negli alimenti limitatevi quanto possibile al semplice necessario.
2.Pregate spesso Dio di impedirvi, con la sua grazia, di oltrepassare i limiti della necessità e di cedere all’attrattiva del piacere
3.Non mangiate nulla tra un pasto e l’altro
4.Praticate l’astinenza e il digiuno nei limiti del dovuto e con discrezione
5.Non vi è impedito di gustare qualche soddisfazione corporale, ma fatelo con intenzione pura e benedicendo Dio
6.Regolate il vostro sonno, evitando la debolezza, specie al mattino. Stabilite un orario per alzarvi e coricarvi, e rispettatelo.
7.Non riposatevi se non nella misura del necessario. Non risparmiate la fatica. Guardatevi dall’estenuare il vostro corpo, ma attenzione a non viziarlo.
8.Se avvertite qualche leggera indisposizione, evitate di mostrarlo con il vostro malumore. Siate muti e pazienti come il Divino Agnello.
9.Non trasformate un piccolo malessere in una scusa per non adempiere i vostri doveri.
10.Accettate docilmente, sopportate pazientemente, umilmente e con perseveranza la malattia.
Mortificazione dei sensi, dell’immaginazione e delle passioni
1.Chiudete gli occhi ad ogni spettacolo pericoloso, ed anche vano o inutile. Non guardate nessuno per misurarne la bellezza o bruttezza.
2.Chiudete le orecchie a discorsi lusinghieri, alle lodi e seduzioni, ai cattivi consigli e maldicenze, alle derisioni, alle indiscrezioni, alla critica malevola, ai sospetti riferiti, ad ogni parola che possa causare tra due anime il più piccolo raffreddamento.
3.Se il senso dell’odorato deve soffrire per colpa di certe infermità, lungi dal lamentarvene, ricavatene una gioia santa.
4.Mangiate ciò che vi danno: se è buono, senza compiacervene; se è cattivo, senza disgustarvene.
5.Offrite a Dio i vostri pasti, imponetevi una piccola privazione. Dio ne terrà conto.
6.Se ciò che è servito vi piace particolarmente, pensate all’aceto con cui N.S. fu abbeverato sulla Croce: questo servirà da contrappeso al piacere.
7.Bisogna evitare ogni contatto che procurerebbe una gioia prevalentemente sensibile.
8.Rinunciate a scaldarvi, a meno che non sia necessario.
9.Sopportate tutto ciò che, per sua natura, affligge la carne (freddo, caldo, scomodità...)
10.Mortificate l’immaginazione, quando vi seduce con la prospettiva di una posizione brillante, o quando vi rattrista con la prospettiva di un avvenire oscuro, o ancora quando vi ricorda qualcosa che vi ha offeso.
11.Abbiate la più grande cura nel mortificarvi sull’impazienza, l’irritazione o la collera.
12.Esaminate a fondo i desideri, sottometteteli al controllo della ragione e della fede
13.Guardatevi dal contrarre abitudini che, successivamente, potrebbero diventare funeste.
14.Cercate di conoscere i vostri difetti, e colpiteli nei loro ultimi nascondigli.
15.Combattete gli affetti troppo naturali, le amicizie particolari e ogni molle sensibilità del cuore.
Mortificazione dello spirito e della volontà
1.Non soffermatevi su pensieri inutili, che fanno perdere tempo, dissipano l’anima, disaffezionano dal lavoro e dalle cose serie.
2.L’anima sia libera da ogni pensiero di tristezza e inquietudine.
3.Evitate di intestardirvi nelle idee e di ostinarvi nei sentimenti.
4.Esercitatevi al silenzio.
5.Preferite ascoltare piuttosto che parlare, e parlate a proposito, evitando gli eccessi: né troppo, né troppo poco.
6.Non interrompete chi vi parla o interpella.
7.Abbiate un tono di voce moderato. Evitate gli estremi, “-issimo” o le esagerazioni.
8.Amate la semplicità e la rettitudine. Niente sotterfugi, o parole equivoche.
9.Astenetevi da ogni parola grossolana, triviale o anche solo oziosa, poiché N.S. ci ha avvertiti che ne terrà conto nel giorno del giudizio.
10.Mortificate la volontà. Sottomettetevi ai vostri superiori, e anche ai vostri inferiori nelle cose che non riguardano la gloria di Dio e i doveri del proprio stato.
11.Considerate la minima disobbedienza come una rivolta a Dio.
12.Amate le umiliazioni, obbedite in modo perfetto.
13.Amate essere dimenticato, e non essere tenuto in considerazione. Non parlate mai di voi stessi.
14.Non indugiate in desideri frivoli.
15.Accettate con perfetta rassegnazione le mortificazioni, le croci e le fatiche in cui la Provvidenza vi ha posti.
16.Non lasciatevi turbare dalle tentazioni, dagli scrupoli e dalle aridità spirituali.
17.Umiliamoci nelle nostre miserie.
18.Diffidiamo pure della timidezza e dello scoraggiamento e della presunzione. Lavoriamo come se tutto dipendesse dai nostri sforzi, ma rimaniamo umili come se il nostro lavoro fosse inutile.
Mortificazione nelle azioni esterne
1.Osservate scrupolosamente tutti i punti del proprio regolamento di vita.
2.Nel compiere i vostri doveri di stato, rallegratevi delle cose che più vi infastidiscono.
3.Non cedere neppure un momento alla pigrizia.
4.Se la vostra giornata trascorre nello studio, cercate di approfondire ogni cosa, di modo da arricchire le vostre conoscenze. Lavorate con santa avidità per arricchire il vostro spirito. Non cercate di penetrare i misteri al di sopra della vostra intelligenza.
5.Occupatevi dell’attività presente, senza riferirvi a ciò che l’ha preceduta o a ciò che la seguirà.
6.Siate modesti nel contegno.
7.Quando siete soli, state comunque composti. Non ascoltate la natura che vi suggerisce di prendere delle comodità.
8.Considerate la pulizia e l’ordine come una virtù Vestitevi di modo che nessuno vi dica: è in disordine o è elegante, ma che tutti dicano: è decoroso.
Mortificazione nei rapporti col prossimo
1.Sopportate i difetti del prossimo, e tutto ciò che vi dispiace (andatura, accento, voce o che so io).
2.Sopportate tutto di tutti e sopportatelo fino in fondo e cristianamente. Mai avere quelle pazienze orgogliosissime che dicono: “Che ho a che fare col tale o tal’altro? Che ho bisogno dell’affetto di questa creatura?”. Niente è più lontano da Dio di questi discorsi altezzosi.
3.Siete tentati di adirarvi? Siate dolci, per amore di Gesù. Di vendicarvi? Contraccambiate il male col bene. Di essere imbronciato con qualcuno? Sorridetegli con bontà. Di evitare qualcuno? Ricercatelo, per virtù. Di dirne male? Ditene bene. Di parlargli duramente? Parlategli dolcemente.
4.Amate elogiare i vostri fratelli, soprattutto quelli che siete portati ad evitare.
5.Evitate l’umorismo che danneggia la carità.
6.Se qualcuno fa discorsi nocivi in vostra presenza, sviate il discorso o mostrate che quanto sta dicendo vi dispiace.
7.Vi costa rendere un piccolo servizio? Offritevi per farlo: doppio merito.
8.Abbiate orrore di farvi considerare o di considerarvi una vittima. Lungi dall’esagerare i vostri fardelli, sentiteli leggeri. Lo sono, in realtà; lo sarebbero sempre se avreste maggior virtù.
(V.T. - Tratto dall’opera Mortification Chrétienne)
1.Non soffermatevi su pensieri inutili, che fanno perdere tempo, dissipano l’anima, disaffezionano dal lavoro e dalle cose serie.
2.L’anima sia libera da ogni pensiero di tristezza e inquietudine.
3.Evitate di intestardirvi nelle idee e di ostinarvi nei sentimenti.
4.Esercitatevi al silenzio.
5.Preferite ascoltare piuttosto che parlare, e parlate a proposito, evitando gli eccessi: né troppo, né troppo poco.
6.Non interrompete chi vi parla o interpella.
7.Abbiate un tono di voce moderato. Evitate gli estremi, “-issimo” o le esagerazioni.
8.Amate la semplicità e la rettitudine. Niente sotterfugi, o parole equivoche.
9.Astenetevi da ogni parola grossolana, triviale o anche solo oziosa, poiché N.S. ci ha avvertiti che ne terrà conto nel giorno del giudizio.
10.Mortificate la volontà. Sottomettetevi ai vostri superiori, e anche ai vostri inferiori nelle cose che non riguardano la gloria di Dio e i doveri del proprio stato.
11.Considerate la minima disobbedienza come una rivolta a Dio.
12.Amate le umiliazioni, obbedite in modo perfetto.
13.Amate essere dimenticato, e non essere tenuto in considerazione. Non parlate mai di voi stessi.
14.Non indugiate in desideri frivoli.
15.Accettate con perfetta rassegnazione le mortificazioni, le croci e le fatiche in cui la Provvidenza vi ha posti.
16.Non lasciatevi turbare dalle tentazioni, dagli scrupoli e dalle aridità spirituali.
17.Umiliamoci nelle nostre miserie.
18.Diffidiamo pure della timidezza e dello scoraggiamento e della presunzione. Lavoriamo come se tutto dipendesse dai nostri sforzi, ma rimaniamo umili come se il nostro lavoro fosse inutile.
Mortificazione nelle azioni esterne
1.Osservate scrupolosamente tutti i punti del proprio regolamento di vita.
2.Nel compiere i vostri doveri di stato, rallegratevi delle cose che più vi infastidiscono.
3.Non cedere neppure un momento alla pigrizia.
4.Se la vostra giornata trascorre nello studio, cercate di approfondire ogni cosa, di modo da arricchire le vostre conoscenze. Lavorate con santa avidità per arricchire il vostro spirito. Non cercate di penetrare i misteri al di sopra della vostra intelligenza.
5.Occupatevi dell’attività presente, senza riferirvi a ciò che l’ha preceduta o a ciò che la seguirà.
6.Siate modesti nel contegno.
7.Quando siete soli, state comunque composti. Non ascoltate la natura che vi suggerisce di prendere delle comodità.
8.Considerate la pulizia e l’ordine come una virtù Vestitevi di modo che nessuno vi dica: è in disordine o è elegante, ma che tutti dicano: è decoroso.
Mortificazione nei rapporti col prossimo
1.Sopportate i difetti del prossimo, e tutto ciò che vi dispiace (andatura, accento, voce o che so io).
2.Sopportate tutto di tutti e sopportatelo fino in fondo e cristianamente. Mai avere quelle pazienze orgogliosissime che dicono: “Che ho a che fare col tale o tal’altro? Che ho bisogno dell’affetto di questa creatura?”. Niente è più lontano da Dio di questi discorsi altezzosi.
3.Siete tentati di adirarvi? Siate dolci, per amore di Gesù. Di vendicarvi? Contraccambiate il male col bene. Di essere imbronciato con qualcuno? Sorridetegli con bontà. Di evitare qualcuno? Ricercatelo, per virtù. Di dirne male? Ditene bene. Di parlargli duramente? Parlategli dolcemente.
4.Amate elogiare i vostri fratelli, soprattutto quelli che siete portati ad evitare.
5.Evitate l’umorismo che danneggia la carità.
6.Se qualcuno fa discorsi nocivi in vostra presenza, sviate il discorso o mostrate che quanto sta dicendo vi dispiace.
7.Vi costa rendere un piccolo servizio? Offritevi per farlo: doppio merito.
8.Abbiate orrore di farvi considerare o di considerarvi una vittima. Lungi dall’esagerare i vostri fardelli, sentiteli leggeri. Lo sono, in realtà; lo sarebbero sempre se avreste maggior virtù.
(V.T. - Tratto dall’opera Mortification Chrétienne)
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