ELEMENTI DI CATECHESI - 26: LA MORTE DI GESU’ CRISTO

Gesù Cristo morì come Dio o come uomo?
Gesù Cristo morì come uomo, perché come Dio non poteva né patire né soffrire.

La morte dell’uomo è la separazione dell’anima spirituale dal corpo materiale. Dio è semplicissimo, non ha parti e non può morire, perché è indivisibile in se stesso. Gesù Cristo come Dio non poteva quindi morire.
Inoltre, Dio è perfettissima beatitudine; la morte invece causa necessariamente ripugnanza e dolore. Gesù Cristo come Dio non poteva né patire né morire.
Infine, il dolore e la morte, che sono un male per chi li subisce, non potevano toccare la divinità di Gesù Cristo, che è il sommo Bene

Invece, il corpo di Cristo nella Passione sofferse l’oppressione del Getsemani, gli strazi dei flagelli e della corona di spine, le ferite delle battiture e le trafitture dei chiodi. Quando il dolore giunse alla massima intensità e Dio cessò dal sostenere miracolosamente in vita l’umanità di Cristo, che avrebbe dovuto soccombere fin dal principio della Passione, l’anima si separò dal corpo e il Salvatore emise lo spirito (Gv 19, 30). La morte di Cristo non fu apparente, ma reale e straziante. L’anima si separò dal Corpo, ma il Verbo restò unito realmente e ipostaticamente all’uno e all’altra.


RIFLETTO:
La frequente considerazione della passione e della morte di Cristo deve suscitare in noi maggior odio al peccato, che ne fu la causa, e maggior pazienza e rassegnazione nelle avversità e sofferenze.


Dopo la morte, che fu di Gesù Cristo?
Dopo la morte, Gesù Cristo discese con l’anima al Limbo, dalle anime dei giusti morti fino allora, per condurle con Sé in Paradiso. Poi risuscitò, riprendendo il suo Corpo che era stato sepolto.

Ricordiamoci che Gesù sulla croce promise al ladrone pentito che sarebbe stato con lui in Paradiso in quello stesso giorno (Lc 23, 39-44), ma tre giorni dopo disse alla Maddalena che non era ancora salito al Padre (Gv 20, 11.14-19). Gesù certo non mentì quando fece la promessa al ladrone che fu da Lui condotto nel Limbo dei giusti. 

Dopo la sepoltura, il cadavere di Gesù restò chiuso nella tomba per tre giorni non interi. L’anima invece, separatasi dal corpo, discese nel Limbo, dove erano in attesa le anime dei giusti morti nell’Antico Testamento, da Adamo a san Giuseppe e a san Giovanni Battista. I giusti nel vedere l’anima di Cristo unita al Verbo, provarono tale gioia che la loro dimora diventò un paradiso.

Quando nel Credo diciamo che dopo la morte e la sepoltura Gesù discese all’inferno, con questo termine non intendiamo l’Inferno dei dannati, né il Purgatorio, bensì il Limbo.

L’anima di Gesù Cristo, unita personalmente al Verbo, restò nel Limbo fino al giorno della Resurrezione, quando ritornò al sepolcro in cui era racchiuso il divino cadavere, si riunì al corpo, lo richiamò alla vita e lo fece risorgere.

Dopo la Resurrezione Gesù non dimorò abitualmente con i suoi discepoli ai quali appariva spesso, intrattenendosi con loro. Si crede che dopo la Resurrezione e prima dell’Ascensione Gesù abbia dimorato abitualmente nel Limbo. Il giorno dell’Ascensione i giusti del Limbo si riunirono a Lui e con Lui ascesero trionfanti in Cielo, dov’Egli entrò per primo. 

COSA SUCCESSE
:
Gesù uscì improvvisamente dalla tomba sul far del giorno della domenica successiva al venerdì della crocifissione. Uscito Gesù dalla tomba, scese un angelo dal cielo e rimosse dall’ingresso del sepolcro il grosso macigno. Le guardie poste a vigilare fuggirono atterrite a raccontare l’accaduto a chi le aveva mandate. Intanto le pie donne, ignare di tutti questi avvenimenti, si recarono di buon mattino alla tomba per imbalsamare il divino cadavere. Per via la Maddalena si staccò dal gruppo e le precedette, ma trovò il sepolcro vuoto. Fuggì spaventata e andò a dire agli apostoli che il cadavere era stato trafugato. Intanto giunsero al sepolcro le altre donne, videro la pietra ribaltata e un angelo che le invitò ad andare a portare la notizia della risurrezione agli apostoli. Questi però non vollero credere alle loro parole, che stimarono “ciance di donne”. Tuttavia Pietro e Giovanni corsero al sepolcro per vedere sul posto che cosa fosse accaduto, e quando furono giunti non videro nulla, ma solo la tomba vuota e le bende, che avevano avvolto il divino cadavere, piegate da una parte. Intanto, Maria Maddalena era tornata alla tomba a piangere. Gesù le si manifestò e la invitò a correre dagli apostoli per rassicurarli della sua risurrezione. La sera stessa Gesù apparve a due discepoli sulla via di Emmaus, e i due, scomparso Gesù, corsero a Gerusalemme a dare il lieto annuncio. Intanto Gesù era apparso a Pietro, quindi si mostrò a tutti, mentre stavano a tavola, mostrò loro le sue mani e, per rassicurarli, mangiò con essi.

Quanto tempo restò sepolto il corpo di Gesù Cristo?

Il corpo di Gesù Cristo restò nel sepolcro tre giorni non interi, dalla sera del venerdì fino all’alba del giorno che ora si dice domenica di Pasqua. 

Dal Vangelo, leggiamo così:
Venuta la sera (del venerdì) arrivò Giuseppe d’Arimatea che aveva comprato un lenzuolo; venne a prendere il corpo di Gesù dopo aver chiesto il permesso a Pilato. Vi era là nel luogo dove Gesù era stato crocifisso un orto e, nell’orto, un sepolcro nuovo, che Giuseppe si era fatto scavare per sé nella roccia e nel quale nessuno fino allora era stato deposto. Lì dunque deposero Gesù. Era il giorno di parasceve (venerdì) e già stava per cominciare il sabato. All’alba del primo giorno della settimana (domenica), le pie donne andarono a visitare il sepolcro. Ed ecco un gran terremoto, perché un angelo del Signore discese dal Cielo e, avvicinatosi, ribaltò la pietra, e vi si pose sopra a sedere. L’angelo, rivolgendosi alle donne, prese a dire: “Non abbiate timore. So che cercate Gesù, che è stato crocifisso. Egli non è più qui; è risorto, come aveva predetto”.

Potrebbe sorgere spontanea una domanda. Come mai Gesù risorse prima che fossero passati tre giorni interi? Sappiamo che fu grazie alle preghiere di Maria Santissima. Così come Maria, con la sua preghiera a Gesù, anticipò il miracolo durante le nozze di Cana, così vediamo la potente intercessione della Madre di Dio anche nell’anticipare la Risurrezione del suo divino Figlio.

DAL POEMA DELL’UOMO-DIO:
Dice Gesù: “Le preghiere ardenti di Maria hanno anticipato di qualche tempo la mia Risurrezione. Io avevo detto: Il Figlio dell’uomo sta per essere ucciso, ma il terzo giorno risorgerà. Ero morto alle tre del pomeriggio di venerdì. Sia che calcoliate i giorni come nome, sia li calcoliate come ore, non era l’alba domenicale quella che doveva vedermi sorgere. Come ore erano unicamente trentotto ore invece di settantadue quelle che il mio Corpo era rimasto senza vita. Come giorni doveva almeno giungere la sera di questo terzo giorno per dire che ero stato tre giorni nella tomba.
Ma Maria ha anticipato il miracolo. Come quando col suo orare ha schiuso i Cieli con anticipo di qualche anno sull’epoca prefissa per dare al mondo la sua Salvezza, così ora Ella ottiene l’anticipo di qualche ora per dar conforto al suo cuore morente. Ed Io (...) vado dalla Madre. E’ ben giusto che ci vada. Lo è stato per i miei angeli. Ben più lo è per quella che oltre che mia custode e conforto mi è stata datrice di vita. Prima ancora di tornare al Padre nella mia veste d’Uomo glorificata, vado dalla Madre.” 


(Veronica Tribbia - Dal Catechismo di San Pio X)

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