In Gesù Cristo sono due nature: la natura divina e la natura umana.
Che in Gesù Cristo vi siano la natura divina e la natura umana è evidente in ogni pagina del Vangelo.
Si pensi alle nozze di Cana (Gv 2, 1-13): Gesù Cristo, perché ha natura umana, siede a mensa, ristora il corpo con cibo e bevanda, pensa, parla, interroga, risponde; con la natura divina, cambia l’acqua in vino, servendosi dell’umanità come strumento congiunto con la Divinità.
Si pensi anche Gesù davanti alla tomba di Lazzaro: con la natura umana, Gesù si porta davanti al sepolcro, versa lacrime, freme, la lingua pronuncia il grande comando; con la natura divina, Gesù resuscita Lazzaro, dopo che il cadavere era già decomposto da quattro giorni.
Avendo la natura divina - perché Gesù è vero Dio - Gesù agiva come Dio e operava miracoli, leggeva nei cuori, vedeva il futuro ecc.
Avendo la natura umana - perché Gesù è vero uomo - Gesù Cristo ebbe un corpo e un’anima, perciò nacque, soffrì la fame nel digiuno, amò i suoi discepoli, volle compiere la volontà del Padre e sulla croce il corpo restò cadavere e Gesù emise lo spirito.
In Gesù Cristo con le due nature sono anche due persone?
In Gesù Cristo con le due nature non sono due persone, ma una sola, quella divina del Figlio di Dio.
La persona è un individuo che agisce e pensa liberamente e indipendentemente. I filosofi definiscono la persona: Rationalis naturæ individua substantia, che significa: un individuo dotato di intelligenza e di libera volontà.
Gesù Cristo è vero Dio e vero uomo perché ha due nature, ma in Lui non sono due persone, ma una sola. E’ sempre lo stesso Gesù. Tutte le azioni che compie, sia divine che umane, sono sempre compiute dallo stesso soggetto, da un solo Cristo. L’umanità di Cristo non è una persona a sé stante, ma è associata e assunta nell’unica Persona divina del Verbo.
La Chiesa Cattolica chiarì nel quarto Concilio Ecumenico (451) che vi è un solo e identico Cristo, Signore, Figlio unico, in due nature, senza mescolanza, senza trasformazione, senza divisione, senza separazione e nel Concilio Lateranense (649) vi è un solo e medesimo Cristo, che consta in due nature, e in due nature unite sostanzialmente.
RIFLETTO:
Chi credesse che in Cristo vi sono due persone, cadrebbe nell’eresia di Nestorio, il quale insegnava che la natura umana e la natura divina sono anche due persone distinte e separate, unite solo moralmente.
Finché siamo pellegrini sulla terra, non ci è possibile comprendere il mistero dell’Incarnazione e dell’unione personale delle due nature in Cristo. Ora ammettiamo per fede quello che ci sarà svelato nel lume della gloria.
Gesù Cristo come fu conosciuto per Figlio di Dio?
Gesù Cristo fu conosciuto per Figlio di Dio, perché tale Lo proclamò Dio Padre nel Battesimo e nella Trasfigurazione, dicendo: “Questo è il mio Figlio diletto, nel quale mi sono compiaciuto” (Mt 3, 17; Lc 9, 35); e perché tale si dichiarò Gesù Cristo stesso nella sua vita terrena.
A testimoniare la divinità di Gesù Cristo intervenne ripetutamente ed esplicitamente il Padre celeste. Anzitutto nel Battesimo, che Gesù ricevette da S. Giovanni Battista: Come Gesù fu battezzato, uscì dall’acqua: ed ecco, i cieli si apersero e (Giovanni) vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di Lui, mentre una voce dal cielo diceva: “Questo è il mio Figlio diletto, in cui ho riposto le mie compiacenze (Mt 3, 16-17). Allo stesso modo, la medesima voce si sentì nella Trasfigurazione (Mt 17, 5).
Con le opere Gesù Cristo dimostrò di essere Figlio di Dio, perché fece tali azioni che solo Dio può compiere e che superano assolutamente ogni potenza creata: guarire i malati, dominare i venti e il mare, sfamare con cinque pani cinquemila persone, resuscitare i morti e Se stesso...
Inoltre, Gesù con le parole si dichiarò Figlio di Dio agli apostoli (Come il Padre ha mandato Me, così Io mando voi - Gv 20, 21), al popolo (v. Gv 5, 21-23 e v. Mt 16, 16-19), ai giudici (Mt 26, 63-64).
RIFLETTO:
Gesù ci avverte: “Se non volete credere a Me, credete almeno alle opere, affinché conosciate e crediate che il Padre è in Me, e Io nel Padre” (Gv 10, 38).
Gesù Cristo è stato sempre?
Gesù Cristo come Dio è stato sempre; come uomo cominciò ad essere dal momento della concezione.
Gesù Cristo è Dio e uomo. Come Dio è eterno come il Padre e lo Spirito Santo; come uomo incominciò ad esistere dal momento in cui fu concepito nel grembo di Maria Santissima.
Rispose Gesù: “Chi custodirà la mia parola non vedrà la morte in eterno”.
Replicarono i Giudei: “(...) Sei forse da più del padre nostro Abramo, che è morto? anche i profeti sono morti. Chi pretendi di essere?”
Rispose Gesù: “Abramo vostro padre sospirò di vedere il mio giorno, lo vide e ne tripudiò”. Soggiunsero i Giudei: “Non hai ancora cinquant’anni e hai veduto Abramo?”. “In verità, in verità vi dico: prima che Adamo fosse, Io sono.” (Gv 8, 49-59)
I Giudei vedevano Gesù solo con occhi materiali, consideravano soltanto il presunto figlio di Giuseppe e Lo giudicavano secondo la natura umana visibile. Avevano chiuso l’occhio della fede che scorge in Cristo la divinità. Essi vedevano soltanto la natura umana, e asserivano che Egli non aveva potuto vedere Abramo, morto molti secoli prima. Gesù invece, quando risponde loro, parla della sua natura divina, che è eterna e sempre esistita.
ESEMPIO:
Il patriarca Giacobbe vide una scala che congiungeva la terra al cielo (v. Gn 28, 10-19). In questa scala possiamo vedere una figura di nostro Signore Gesù Cristo, che con la natura divina ed eterna e quella umana assunta nel tempo, congiunge il tempo con l’eternità, la terra col cielo, l’uomo con Dio.
Che in Gesù Cristo vi siano la natura divina e la natura umana è evidente in ogni pagina del Vangelo.
Si pensi alle nozze di Cana (Gv 2, 1-13): Gesù Cristo, perché ha natura umana, siede a mensa, ristora il corpo con cibo e bevanda, pensa, parla, interroga, risponde; con la natura divina, cambia l’acqua in vino, servendosi dell’umanità come strumento congiunto con la Divinità.
Si pensi anche Gesù davanti alla tomba di Lazzaro: con la natura umana, Gesù si porta davanti al sepolcro, versa lacrime, freme, la lingua pronuncia il grande comando; con la natura divina, Gesù resuscita Lazzaro, dopo che il cadavere era già decomposto da quattro giorni.
Avendo la natura divina - perché Gesù è vero Dio - Gesù agiva come Dio e operava miracoli, leggeva nei cuori, vedeva il futuro ecc.
Avendo la natura umana - perché Gesù è vero uomo - Gesù Cristo ebbe un corpo e un’anima, perciò nacque, soffrì la fame nel digiuno, amò i suoi discepoli, volle compiere la volontà del Padre e sulla croce il corpo restò cadavere e Gesù emise lo spirito.
In Gesù Cristo con le due nature sono anche due persone?
In Gesù Cristo con le due nature non sono due persone, ma una sola, quella divina del Figlio di Dio.
La persona è un individuo che agisce e pensa liberamente e indipendentemente. I filosofi definiscono la persona: Rationalis naturæ individua substantia, che significa: un individuo dotato di intelligenza e di libera volontà.
Gesù Cristo è vero Dio e vero uomo perché ha due nature, ma in Lui non sono due persone, ma una sola. E’ sempre lo stesso Gesù. Tutte le azioni che compie, sia divine che umane, sono sempre compiute dallo stesso soggetto, da un solo Cristo. L’umanità di Cristo non è una persona a sé stante, ma è associata e assunta nell’unica Persona divina del Verbo.
La Chiesa Cattolica chiarì nel quarto Concilio Ecumenico (451) che vi è un solo e identico Cristo, Signore, Figlio unico, in due nature, senza mescolanza, senza trasformazione, senza divisione, senza separazione e nel Concilio Lateranense (649) vi è un solo e medesimo Cristo, che consta in due nature, e in due nature unite sostanzialmente.
RIFLETTO:
Chi credesse che in Cristo vi sono due persone, cadrebbe nell’eresia di Nestorio, il quale insegnava che la natura umana e la natura divina sono anche due persone distinte e separate, unite solo moralmente.
Finché siamo pellegrini sulla terra, non ci è possibile comprendere il mistero dell’Incarnazione e dell’unione personale delle due nature in Cristo. Ora ammettiamo per fede quello che ci sarà svelato nel lume della gloria.
Gesù Cristo come fu conosciuto per Figlio di Dio?
Gesù Cristo fu conosciuto per Figlio di Dio, perché tale Lo proclamò Dio Padre nel Battesimo e nella Trasfigurazione, dicendo: “Questo è il mio Figlio diletto, nel quale mi sono compiaciuto” (Mt 3, 17; Lc 9, 35); e perché tale si dichiarò Gesù Cristo stesso nella sua vita terrena.
A testimoniare la divinità di Gesù Cristo intervenne ripetutamente ed esplicitamente il Padre celeste. Anzitutto nel Battesimo, che Gesù ricevette da S. Giovanni Battista: Come Gesù fu battezzato, uscì dall’acqua: ed ecco, i cieli si apersero e (Giovanni) vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di Lui, mentre una voce dal cielo diceva: “Questo è il mio Figlio diletto, in cui ho riposto le mie compiacenze (Mt 3, 16-17). Allo stesso modo, la medesima voce si sentì nella Trasfigurazione (Mt 17, 5).
Con le opere Gesù Cristo dimostrò di essere Figlio di Dio, perché fece tali azioni che solo Dio può compiere e che superano assolutamente ogni potenza creata: guarire i malati, dominare i venti e il mare, sfamare con cinque pani cinquemila persone, resuscitare i morti e Se stesso...
Inoltre, Gesù con le parole si dichiarò Figlio di Dio agli apostoli (Come il Padre ha mandato Me, così Io mando voi - Gv 20, 21), al popolo (v. Gv 5, 21-23 e v. Mt 16, 16-19), ai giudici (Mt 26, 63-64).
RIFLETTO:
Gesù ci avverte: “Se non volete credere a Me, credete almeno alle opere, affinché conosciate e crediate che il Padre è in Me, e Io nel Padre” (Gv 10, 38).
Gesù Cristo è stato sempre?
Gesù Cristo come Dio è stato sempre; come uomo cominciò ad essere dal momento della concezione.
Gesù Cristo è Dio e uomo. Come Dio è eterno come il Padre e lo Spirito Santo; come uomo incominciò ad esistere dal momento in cui fu concepito nel grembo di Maria Santissima.
Rispose Gesù: “Chi custodirà la mia parola non vedrà la morte in eterno”.
Replicarono i Giudei: “(...) Sei forse da più del padre nostro Abramo, che è morto? anche i profeti sono morti. Chi pretendi di essere?”
Rispose Gesù: “Abramo vostro padre sospirò di vedere il mio giorno, lo vide e ne tripudiò”. Soggiunsero i Giudei: “Non hai ancora cinquant’anni e hai veduto Abramo?”. “In verità, in verità vi dico: prima che Adamo fosse, Io sono.” (Gv 8, 49-59)
I Giudei vedevano Gesù solo con occhi materiali, consideravano soltanto il presunto figlio di Giuseppe e Lo giudicavano secondo la natura umana visibile. Avevano chiuso l’occhio della fede che scorge in Cristo la divinità. Essi vedevano soltanto la natura umana, e asserivano che Egli non aveva potuto vedere Abramo, morto molti secoli prima. Gesù invece, quando risponde loro, parla della sua natura divina, che è eterna e sempre esistita.
ESEMPIO:
Il patriarca Giacobbe vide una scala che congiungeva la terra al cielo (v. Gn 28, 10-19). In questa scala possiamo vedere una figura di nostro Signore Gesù Cristo, che con la natura divina ed eterna e quella umana assunta nel tempo, congiunge il tempo con l’eternità, la terra col cielo, l’uomo con Dio.
(Veronica Tribbia - Dal Catechismo di San Pio X)
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