Perché il Figlio di Dio si fece uomo?
Il Figlio di Dio si fece uomo per salvarci, cioè per redimerci dal peccato e riacquistarci il Paradiso.
L’uomo col peccato originale aveva perduto la Grazia, si era privato del diritto al Paradiso e reso degno dei divini castighi. Il Figlio di Dio venne sulla terra e si fece uomo per liberarci dal peccato, per rimetterci nell’amicizia divina e per ridarci i diritti perduti (noi siamo eredi del Paradiso!), aprendoci la via che conduce dalla morte alla vita beata e gloriosa, dall’errore alla verità.
Gesù Cristo sulla croce promise il Paradiso al ladrone pentito (Lc 23, 43), e in casa di Matteo, rispondendo ai farisei che mormoravano perché mangiava con i peccatori e i pubblicani, dichiarò apertamente che era venuto a chiamare i peccatori a penitenza e a salvarli (v. Mt 9, 10-14).
RIFLETTO:
Finché restiamo nel peccato, impediamo volontariamente che ci venga applicata la redenzione di Cristo e la rendiamo inutile.
Cosa fece Gesù Cristo per salvarci?
Gesù Cristo per salvarci soddisfece per i nostri peccati, patendo e sacrificando se stesso sulla croce, e ci insegnò a vivere secondo Dio.
“... soddisfece per i nostri peccati patendo e sacrificando se stesso ...”: cosa vuol dire?
Il peccato è un debito verso la divina giustizia, che nessuna creatura può pagare con un’equa soddisfazione. Solamente Dio può offrire un sacrificio perfetto che sia degno di Lui e capace di soddisfare il debito, o meglio, solo un Uomo-Dio, poiché Dio non può né patire né morire.
Gesù Cristo, Uomo-Dio, come uomo soffrì la povertà, la fatica, la fame, la sete, gli strazi della Passione e della Morte; lavorò, faticò, pregò. Come Dio comunicò una dignità infinita a tutte le sue preghiere, opere buone e sofferenze, in modo che ci meritò la remissione dei peccati, il riacquisto della grazia e la salvezza.
E’ anche vero che una sola goccia del suo Sangue Preziosissimo sarebbe stata sufficiente a redimere tutta l’umanità; ma, da perfettissimo Maestro, volle soffrire tutti i martìri della Passione e della Morte per darci una Redenzione sovrabbondante e mostrarci il suo infinito Amore.
RIFLETTO:
Che cosa ci gioverebbe conquistare il mondo intero con la nostra intelligenza e la nostra potenza, se poi non salvassimo la nostra anima? se ci mettessimo in condizioni di non ricevere nessuna utilità dalla venuta di Nostro Signore sulla terra, cosa ne sarà di noi nella vita futura?
Ognuno di noi deve considerare il fatto che Gesù Cristo è morto per ogni singolo uomo. Se anche sulla terra ce ne fosse stato uno solo da salvare, Gesù avrebbe patito e sarebbe morto perché quel singolo uomo potesse riacquistare la grazia, ereditare il Paradiso ed ottenere la vita eterna!
Per vivere secondo Dio cosa dobbiamo fare?
Per vivere secondo Dio dobbiamo credere le verità rivelate da Lui, e osservare i suoi comandamenti, con l’aiuto della sua grazia, che si ottiene mediante i sacramenti e l’orazione.
Dobbiamo credere le verità rivelate da Dio: vivere secondo Dio significa trascorrere la nostra vita nel compimento della divina volontà, e per fare questo dobbiamo innanzitutto conoscere questa volontà, che ci è stata rivelata da Dio stesso. Le verità dalle quali dipendono i divini comandamenti sono l’espressione del volere divino. Dunque, per vivere secondo Dio dobbiamo conoscere e credere le verità rivelate, andando a Dio per la via della fede.
Le verità fondamentali della fede sono espresse nel Credo, sono contenute nella Sacra Scrittura e nella Tradizione ecclesiastica.
Osservare i comandamenti di Dio: non basta che crediamo alle verità rivelate. La fede, se non ha le opere, è morta in se stessa (Gc 2, 17). Occorre che alla fede si aggiunga la carità, che porta a compiere le opere prescritte nei divini comandamenti.
Con l’aiuto della Grazia che si ottiene tramite i Sacramenti e l’Orazione: Gesù Cristo è la vite e noi siamo i suoi tralci (v. Gv 15, 1-12); così come i tralci marciscono se sono staccati dalla vite, allo stesso modo noi senza Gesù Cristo e senza la sua grazia non possiamo fare nulla, né credere né compiere le opere della carità. E’ indispensabile l’aiuto della grazia, che si ottiene mediante i Sacramenti e l’Orazione.
ARISTOTELE e DIDEROT:
L’uomo con le sue sole forze non è capace di credere alle verità rivelate e osservare le leggi dei divini comandamenti, come si richiede per vivere secondo Dio e per salvarsi. Aristotele, che con Platone è il più grande filosofo dell’antichità e una delle menti più vaste e più acute di tutta l’umanità, sul letto di morte confessò amaramente: “Vissi nel dubbio, muoio nell’ambascia e non so dove vada; o Essere degli esseri, abbi pietà di me!”.
Diderot (1784), uno dei filosofi più empi, fu sorpreso da un amico mentre spiegava il Catechismo alla sua bambina. “Come! a voi filosofo, a voi queste cose?” esclamò l’amico stupito. “Che volete? - rispose Diderot - a me preme di istruire bene la mia bambina. Ho fatto molte ricerche e non ho trovato libro migliore del Catechismo. E’ il più sicuro fondamento di pedagogia, e non potrei dare un fondamento più solido all’istruzione di mia figlia.”
Il Figlio di Dio si fece uomo per salvarci, cioè per redimerci dal peccato e riacquistarci il Paradiso.
L’uomo col peccato originale aveva perduto la Grazia, si era privato del diritto al Paradiso e reso degno dei divini castighi. Il Figlio di Dio venne sulla terra e si fece uomo per liberarci dal peccato, per rimetterci nell’amicizia divina e per ridarci i diritti perduti (noi siamo eredi del Paradiso!), aprendoci la via che conduce dalla morte alla vita beata e gloriosa, dall’errore alla verità.
Gesù Cristo sulla croce promise il Paradiso al ladrone pentito (Lc 23, 43), e in casa di Matteo, rispondendo ai farisei che mormoravano perché mangiava con i peccatori e i pubblicani, dichiarò apertamente che era venuto a chiamare i peccatori a penitenza e a salvarli (v. Mt 9, 10-14).
RIFLETTO:
Finché restiamo nel peccato, impediamo volontariamente che ci venga applicata la redenzione di Cristo e la rendiamo inutile.
Cosa fece Gesù Cristo per salvarci?
Gesù Cristo per salvarci soddisfece per i nostri peccati, patendo e sacrificando se stesso sulla croce, e ci insegnò a vivere secondo Dio.
“... soddisfece per i nostri peccati patendo e sacrificando se stesso ...”: cosa vuol dire?
Il peccato è un debito verso la divina giustizia, che nessuna creatura può pagare con un’equa soddisfazione. Solamente Dio può offrire un sacrificio perfetto che sia degno di Lui e capace di soddisfare il debito, o meglio, solo un Uomo-Dio, poiché Dio non può né patire né morire.
Gesù Cristo, Uomo-Dio, come uomo soffrì la povertà, la fatica, la fame, la sete, gli strazi della Passione e della Morte; lavorò, faticò, pregò. Come Dio comunicò una dignità infinita a tutte le sue preghiere, opere buone e sofferenze, in modo che ci meritò la remissione dei peccati, il riacquisto della grazia e la salvezza.
E’ anche vero che una sola goccia del suo Sangue Preziosissimo sarebbe stata sufficiente a redimere tutta l’umanità; ma, da perfettissimo Maestro, volle soffrire tutti i martìri della Passione e della Morte per darci una Redenzione sovrabbondante e mostrarci il suo infinito Amore.
RIFLETTO:
Che cosa ci gioverebbe conquistare il mondo intero con la nostra intelligenza e la nostra potenza, se poi non salvassimo la nostra anima? se ci mettessimo in condizioni di non ricevere nessuna utilità dalla venuta di Nostro Signore sulla terra, cosa ne sarà di noi nella vita futura?
Ognuno di noi deve considerare il fatto che Gesù Cristo è morto per ogni singolo uomo. Se anche sulla terra ce ne fosse stato uno solo da salvare, Gesù avrebbe patito e sarebbe morto perché quel singolo uomo potesse riacquistare la grazia, ereditare il Paradiso ed ottenere la vita eterna!
Per vivere secondo Dio cosa dobbiamo fare?
Per vivere secondo Dio dobbiamo credere le verità rivelate da Lui, e osservare i suoi comandamenti, con l’aiuto della sua grazia, che si ottiene mediante i sacramenti e l’orazione.
Dobbiamo credere le verità rivelate da Dio: vivere secondo Dio significa trascorrere la nostra vita nel compimento della divina volontà, e per fare questo dobbiamo innanzitutto conoscere questa volontà, che ci è stata rivelata da Dio stesso. Le verità dalle quali dipendono i divini comandamenti sono l’espressione del volere divino. Dunque, per vivere secondo Dio dobbiamo conoscere e credere le verità rivelate, andando a Dio per la via della fede.
Le verità fondamentali della fede sono espresse nel Credo, sono contenute nella Sacra Scrittura e nella Tradizione ecclesiastica.
Osservare i comandamenti di Dio: non basta che crediamo alle verità rivelate. La fede, se non ha le opere, è morta in se stessa (Gc 2, 17). Occorre che alla fede si aggiunga la carità, che porta a compiere le opere prescritte nei divini comandamenti.
Con l’aiuto della Grazia che si ottiene tramite i Sacramenti e l’Orazione: Gesù Cristo è la vite e noi siamo i suoi tralci (v. Gv 15, 1-12); così come i tralci marciscono se sono staccati dalla vite, allo stesso modo noi senza Gesù Cristo e senza la sua grazia non possiamo fare nulla, né credere né compiere le opere della carità. E’ indispensabile l’aiuto della grazia, che si ottiene mediante i Sacramenti e l’Orazione.
ARISTOTELE e DIDEROT:
L’uomo con le sue sole forze non è capace di credere alle verità rivelate e osservare le leggi dei divini comandamenti, come si richiede per vivere secondo Dio e per salvarsi. Aristotele, che con Platone è il più grande filosofo dell’antichità e una delle menti più vaste e più acute di tutta l’umanità, sul letto di morte confessò amaramente: “Vissi nel dubbio, muoio nell’ambascia e non so dove vada; o Essere degli esseri, abbi pietà di me!”.
Diderot (1784), uno dei filosofi più empi, fu sorpreso da un amico mentre spiegava il Catechismo alla sua bambina. “Come! a voi filosofo, a voi queste cose?” esclamò l’amico stupito. “Che volete? - rispose Diderot - a me preme di istruire bene la mia bambina. Ho fatto molte ricerche e non ho trovato libro migliore del Catechismo. E’ il più sicuro fondamento di pedagogia, e non potrei dare un fondamento più solido all’istruzione di mia figlia.”
(Veronica Tribbia - Dal Catechismo di San Pio X)