ERODE AGLI UOMINI DEL XX SECOLO

Chiedo la mia riabilitazione Sono uno dei personaggi della storia. Mi chiamo Erode. I Romani mi misero sul trono perché ero idumeo.

Mi sono dato l’appellativo di “Grande” e pensavo che sarei stato grande, per merito dei grandi edifici che avevo costruito e dei quali andavo orgoglioso. Come ogni tiranno incapace di costruire la felicità dei suoi sudditi costruivo almeno grandi edifici di pietra. Comunque, il mio nome viene ricordato nella storia per l’orrendo crimine che ho commesso contro dei bimbi. Ho fatto uccidere dei bambini a Betlemme e dintorni. “Il tempo seppellisce e tutto verrà dimenticato“, pensavo. Ma nemmeno dopo duemila anni il mio crimine è stato dimenticato. Ma è tempo però che io scenda da questo piedistallo e che Io ceda ad altri che lo meritano più di me. Chiedo la riabilitazione da parte della storia. Non chiedo di essere perdonato. Solo Dio potrebbe perdonarmi. E la storia non perdona. Una cosa sola chiedo: che il mio nome finisca di essere considerato come il simbolo dei crimini contro i bambini. E ho delle ragioni per chiedere questo.

Non nego quanto è accaduto a Betlemme: il pianto di quelle madri è risuonato in tutto il mondo, ma questo è avvenuto duemila anni fa. A quell’epoca gli uomini erano barbari e i re lo erano doppiamente, perché la loro barbarie si accompagnava al potere. Ero odiato e odiavo. Avevo paura su quel trono, su cui sedevo per grazia di Roma. In ciascuno vedevo un nemico, ovunque sospettavo intrighi e perciò uccidevo. Non sono stato nè il primo né l’ultimo, nella storia, a comportarsi così. Assassinavo non solo estranei, ma anche congiunti

ELEMENTI DI CATECHESI - 2: DIO (seconda parte)

Dio ha corpo come noi?
Dio non ha corpo come noi, ma è purissimo spirito.

Tutti i corpi si possono misurare, perché composti di parti ed estesi in lunghezza, larghezza, profondità e spessore. Dio invece non è composto di parti, perché è semplicissimo, ed è infinito nell’essere e nelle perfezioni. Egli quindi non ha corpo, non può essere misurato (perché immenso) né possiamo percepirlo con i nostri sensi.

Dio è purissimo spirito. Lo spirito può essere unito ad un corpo (come l’anima umana) ma può anche essere separato e indipendente dalla materia (come gli angeli): gli angeli sono puri spiriti, non purissimi, perché creati e dunque limitati; Dio è spirito purissimo da ogni limite e difetto, perché increato e semplicissimo.

RIFLETTO:
Quando si parla della mano, del cuore, dell’occhio di Dio, ecc., non si vuole dire che abbia un corpo, ma solo indicare la sua potenza, il suo amore, la sua scienza, ecc. Per esprimere i suoi attributi spirituali ci serviamo di analogie materiali. Ecco perché Dio, nelle raffigurazioni, viene rappresentato come un uomo anziano (con folta barba bianca): la figura senile rappresenta l’eternità di Dio, la sua sapienza, l’archetipo dell’antichità (così come un vecchio ha vissuto per tanto tempo, è diventato saggio ed è il principio della sua generazione).


LE TRACCE DI DIO:
Un dotto francese in pieno deserto domandò all’araldo che, mentre gli faceva da guida, si era prostrato in preghiera: - Che fai? - Prego. - E chi preghi? - Dio. - L’hai mai veduto Dio? - No. - L’hai toccato con le tue mani? - No. - Allora, se credi a ciò che non si è mai visto, sentito, toccato, sei uno sciocco! -
L’arabo tacque. L’indomani di buon mattino, lo studioso uscì dalla tenda e fece osservare alla guida:
- E’ passato un cammello qui. -
- Avete veduto un cammello? - domandò l’arabo. - No. - Lo avete toccato con mano? - No. - Allora voi siete uno sciocco, se credete a ciò che non avete visto, sentito, toccato! - Ma non vedi le sue tracce sulla sabbia? -
L’arabo, indicando il sole che sorgeva all’orizzonte indorando tutto l’oriente, soggiunse: - Voi vedete le tracce del Creatore. Sappiate che Dio c’è!