RILEGGIAMO IL CONCILIO DI TRENTO - 23/IL PURGATORIO

SESSIONE XXV (3-4 dicembre 1563)
Decreto sul purgatorio.

Poiché la chiesa cattolica, istruita dallo Spirito santo, conforme alle sacre scritture e all’antica tradizione, ha insegnato nei sacri concili, e recentissimamente in questo concilio ecumenico (403), che il purgatorio esiste e che le anime lì tenute possono essere aiutate dai suffragi dei fedeli e in modo particolarissimo col santo sacrificio dell’altare, il santo sinodo comanda ai vescovi che con diligenza facciano in modo che la sana dottrina sul purgatorio, quale è stata trasmessa dai santi padri e dai sacri concili (404), sia creduta, ritenuta, insegnata e predicata dappertutto.

Nelle prediche rivolte al popolo meno istruito, si evitino le questioni più difficili e più sottili, che non servono all’edificazione, e da cui, per lo più, non c’è alcun frutto per la pietà. Così pure non permettano che si diffondano e si trattino dottrine incerte o che possano presentare apparenze di falsità. Proibiscano, inoltre, come scandali e inciampi per i fedeli, quelle questioni che servono (solo) ad una certa curiosità e superstizione e sanno di speculazione.

CHIESA E IMMIGRAZIONE/13: L'ACCOGLIENZA INDISCRIMINATA E' LA NEGAZIONE DELL'AMORE DI DIO

“Obbligo d’accoglienza” dello straniero a qualsiasi costo anche contro il bene comune. E’ il nuovo dogma, non rivelato da Dio, ma propagandato pressoché senza distinzioni da tutte le centrali del potere massonico. 
E’ evidente che un cuore cristiano, potendolo, presta soccorso a chi si trova in grave difficoltà, ma la “religione dell’uomo” - che sembra ormai aver conquistato la quasi totalità dei presidi cattolici - impone quello dell’accoglienza come un “imperativo categorico” al quale si può solo “obbedire”. 
Quasi non è lecito riflettere alle circostanze e all’opportunità di talune azioni che ufficialmente si presentano come caritative, sotto pena di “scomunica mediatica”. Nolite cogitare.

Lo smarrimento è poi alimentato dalle dichiarazioni di certe autorità ecclesiastiche che spesso propagandano la confusione, predicando come dottrina cattolica concetti che sembrano piuttosto i frutti maturi del peggior mondialismo che non della dottrina di Gesù Cristo.

Intorno alla singolare tipologia d’immigrazione dei nostri giorni si aprono certo più questioni, che partono dal serio discernimento sulla natura di questi flussi, all’aiuto doveroso verso i fratelli, in primis verso cristiani d’Oriente; dalla necessità, per alcune realtà precise, di un possibile sostegno in loco - anche militare -, alla seria valutazione della presenza tra gli immigrati di molti lupi vestiti d’agnelli. 

RILIEVI SULLA FEDE DEI MAGI, PARLA GESU’

Dal Poema dell’Umo-Dio scritto da Maria Valtorta, possiamo leggere queste parole dette da Gesù riguardanti la fede dei Re Magi:

... Quei Savi d’oriente non avevano nulla che li assicurasse della verità. Nulla di soprannaturale. Solo il calcolo astronomico e la loro riflessione che una vita integra faceva perfetta.

Eppure hanno avuto fede. Fede in tutto: fede nella scienza, fede nella coscienza, fede nella bontà divina. Per la scienza hanno creduto al segno della stella nuova che non poteva che esser “quella” attesa da secoli dall’umanità: il Messia. Per la coscienza hanno avuto fede nella voce della stessa che, ricevendo “voci” celesti, diceva loro: “E’ quella stella che segna l’avvento del Messia”. Per la bontà hanno avuto fede che Dio non li avrebbe ingannati e, poiché la loro intenzione era retta, li avrebbe aiutati in ogni modo per giungere allo scopo.
E sono riusciti. Essi soli, fra tanti studiosi dei segni, hanno compreso quel segno, perché essi soli avevano nell’anima l’ansia di conoscere le parole di Dio con un fine retto che aveva a principale pensiero quello di dare subito a Dio lode e onore.
(...)

E si mettono in cammino dalle Indie lontane. Dalle catene mongoliche sulle quali spaziano unicamente le aquile e gli avvoltoi e Dio parla col rombo dei venti e dei torrenti e scrive parole di mistero sulle pagine sterminate dei nevai. Dalle terre in cui nasce il Nilo e procede, vena verde azzurra, incontro all’azzurro cuore del Mediterraneo, né picchi, né selve, né arene, oceani asciutti e più pericolosi di quelli marini, fermano il loro andare. E la stella brilla sulle loro notti, negando loro di dormire. Quando si cerca Dio, le abitudini naturali devono cedere alle impazienze e alle necessità sopraumane.