ELEMENTI DI CATECHESI - 10: IL CREDO


Quali sono le verità rivelate da Dio?
Le verità rivelate da Dio sono principalmente quelle compendiate nel Credo o Simbolo Apostolico, e si chiamano verità di fede, perché dobbiamo crederle con piena fede come rivelate da Dio, il quale né si inganna né può ingannare.

Le verità rivelate da Dio per via dei patriarchi e dei profeti nell’Antico Testamento, sono contenute nella Sacra Scrittura e nella Tradizione ecclesiastica, e compendiate nei vari Simboli o formule di fede. Il Simbolo più antico e più noto è quello apostolico, che risale ai primi tempi della Chiesa e riassume la sostanza della dottrina predicata dagli Apostoli.
Quando con un atto di volontà piego la mente ad ammettere le verità che non comprendo, ma che so rivelate da Dio, io compio un atto di fede divina o soprannaturale. Le verità rivelate da Dio devono essere credute con fede divina.

Il bambino e lo scolaro credono, perché sono sicuri che la mamma o il maestro sanno quello che dicono e non vogliono ingannare. Noi crediamo alle verità soprannaturali perché sappiamo che sono rivelate da Dio, e che Egli, essendo verità e sapienza infinita, non può ingannarci rivelandoci il falso come vero.
La fede ci dà una certezza di verità superiore a qualsiasi argomento della scienza umana, perché è basata sulla veracità e santità di Dio, infinitamente superiore alla scienza e alla probabilità di qualsiasi creatura, ed è la via più sicura per conoscere, amare e servire Dio uno e trino.

RIFLETTO:
Chiediamo allo Spirito Santo che aumenti la nostra fede, senza la quale non è possibile piacere a Dio.

ESEMPIO:
L’illustre matematico Valentino Cerruti (+ 1909), che a trentasei anni era rettore dell’Università di Roma e fu anche sottosegretario all’Istruzione pubblica, prima di morire disse a Mons. Viagette: “Io ho sempre difeso la religione, anche nei momenti più difficili della mia vita politica e scientifica. Ora sento il dovere di prepararmi alla morte con i sacramenti della religione, nella quale i miei poveri genitori mi hanno educato e che sempre più si è approfondita in me, durante la mia carriera scientifica. Nei miei lavori e nelle mie ricerche ho sempre potuto confessare la mia fede. Non posso capire come tanti dotti dicano di aver perso la fede studiando. Io ho studiato molto, ma sempre ho concluso che la nostra santa religione è l’amica della vera scienza.”

Che cos’è il Credo o Simbolo Apostolico?
Il Credo o Simbolo Apostolico è una professione dei misteri principali e di altre verità, rivelate da Dio per mezzo di Gesù Cristo e degli Apostoli, e insegnate dalla Chiesa.

Professare
significa manifestare all’esterno con segni (parole, gesti, scritti) ciò che si pensa e si crede. Il Credo è la professione esterna della fede interiore, cioè dell’adesione della mente alle verità rivelate da Dio.

Il Credo
riassume le verità fondamentali della rivelazione, delle quali le principali sono dette misteri, e sono: l’Unità e la Trinità di Dio, l’Incarnazione, la Passione, la morte, la Risurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo, la maternità verginale di Maria Santissima, la presenza e l’azione dello Spirito Santo nella Chiesa e nelle anime.

La Rivelazione cominciò nell’Antico Testamento per mezzo dei patriarchi e dei profeti, e fu compiuta e perfezionata nel Nuovo Testamento da Gesù Cristo, vera via maestra della rivelazione, e dai suoi apostoli.
Le verità rivelate furono raccolte e fissate nella Sacra Scrittura per opera degli agiografi ispirati e assistiti da Dio, e furono tramandate dagli apostoli fino a noi con la Tradizione ecclesiastica.

Scrittura e Tradizione vennero affidate alla Chiesa, col compito di custodirla, tramandarla, spiegarla, difenderla e diffonderla nel mondo intero.

ESEMPI
:
1. San Pietro martire, religioso e apostolo dell’Ordine dei Frati Predicatori, fu assalito a tradimento dagli eretici e atterrato. Rizzandosi a stento sulle ginocchia, cominciò a dire: “Io credo in Dio Padre onnipotente...”. Non poté proseguire, perché i nemici lo colpirono a morte, impedendogli di recitare quel Credo per la difesa del quale aveva consacrata e spesa la vita con zelo infaticabile.

2. Un generale americano non aveva che sarcasmi e disprezzo per la religione. Invece la moglie era molto pia e aveva trasmesso la sua pietà alla bimba, unico frutto del loro amore. La bimba si ammalò gravemente, e prima di morire chiamò il babbo e gli disse: “Caro papà, tra poco non ci sarò più. Ti prego, dimmi cosa debbo credere: se a ciò che hai sempre detto tu, o a ciò che dice la mamma, riguardo al cielo e al buon Dio...”. “Figlia mia - rispose il generale commosso e piangente - credi a quello che ti ha insegnato tua mamma.”. “Ma allora- riprese la bimba - anche tu devi credere al buon Dio!”. Da quel giorno il generale riprese la vita della Chiesa e si sentì immensamente più felice, nonostante l’acerbo dolore causatogli dalla morte prematura della figlia. 


(Veronica Tribbia - Dal Catechismo di San Pio X)

CHIESA E IMMIGRAZIONE/9: ALLAH E IL CONCETTO DI BENE

Lo studio delle religioni (come d’altronde tutti gli studi) non può fermarsi all’osservazione della superficie, perché, se lo facesse (e purtroppo oggi succede spesso) si annullerebbero le differenze tra le varie religioni. Ma se invece si andasse nel profondo, cercando di scoprire i fondamenti filosofici, allora sì che si capirebbero molte cose…e le differenze verrebbero fuori.

Lo studio delle religioni ha bisogno non solo di una conoscenza delle dottrine, ma anche di una conoscenza dei fondamenti filosofici che ne sono alla base. Il bravo studioso delle religioni deve trasformarsi in una sorta di “bulldozer”. Deve scavare, scavare…per far emergere quello che c’è ma non si vede. Perché è proprio tutto ciò che è nel profondo – e quasi sempre non si vede - ciò che rende più comprensibile l’oggetto dello studio.

Il rapporto tra il concetto di Bene ed Allah riguarda uno dei fondamenti “filosofici” dell’Islam. Se chiediamo ad un musulmano: “Credi nella bontà di Allah?” La risposta sarà scontata: “Certo che ci credo. Allah è buonissimo!” E se gli chiediamo anche perché è buono, lui ci dirà: “Perché lo dice il Corano!”Solo per questo. L’Islam, infatti, a differenza del Cristianesimo, ritiene che Dio possa essere conosciuto solo attraverso la fede. La ragione non può dire nulla a riguardo. Anzi, la ragione allontana dalla fede.

C'ERA UNA VOLTA (1) - IL RIMEDIO ALLE PAROLACCE E AI BRUTTI PENSIERI


C'era una volta una bambina molto buona, che aveva imparato bene il catechismo e che amava tanto tanto Gesù, a tal punto che qualsiasi parola brutta o offesa verso una persona le dispiaceva, e ancora di più, la faceva soffrire infinitamente sentire offese o bestemmie verso Dio o Maria Santissima, alle quali riparava recitando con il più intenso amore l'atto di Riparazione o l'Ave Maria. 
La bambina crebbe, e dopo le elementari passò alla scuola media. Povera bambina! Molti suoi compagni, già avvezzi alle parolacce, ne dicevano una più brutta dell'altra e non si accorgevano di offendere, oltre che Dio, la buona bambina, che tanto Lo amava. 
Molto spesso le capitava che i suoi compagni, stupiti per il fatto che non avessero mai sentito da lei alcuna parola brutta, le domandassero: "Ma perché ogni tanto non dici anche tu una parolaccia? Come fai a non dirle?"
 
Allora la bambina, felice di avere l'occasione per fare vedere ai suoi compagni la Verità, rispondeva col sorriso: "Chi non pecca di lingua, è vicino alla perfezione. Io voglio diventare perfetta come i santi." 
A volte però, capitava che durante la giornata, la bambina sentisse nella sua mente le parolacce o le bestemmie dette dai compagni; subito allora iniziava a pregare, e ad invocare l'aiuto di Gesù e di Maria. 
A volte, le veniva da piangere, perché aveva paura che tutti quei brutti pensieri la portassero a peccare, ma lei pensava sempre, per consolarsi: "Io non ascolto né approvo nessuno di questi pensieri. Loro tormentano me, ma non sono io a cercarli! È una tentazione del diavolo che mi vuole fare peccare contro il mio Buon Gesù, e io devo vincerla!". 
Così, appena sentiva anche solo la presenza o la sensazione che qualcosa turbasse la sua tranquillità, pensava con tutta la mente: "Dio sia benedetto!" e subito i cattivi pensieri sparivano.

Un bel giorno, poi, lesse il libro di Maria Valtorta, dove Gesù parlava del Suo Santissimo Nome e del nome di Maria. 
Le rimase in mente che il diavolo trema e scappa dal nome di Maria, e non sopporta il nome di Gesù: messi insieme, sono una vera bomba contro il diavolo! Ecco la giaculatoria che la bambina recitava spesso, poiché i cattivi pensieri venivano spesso a tormentarla: "Maria, Madre di Gesù, io confido in te!" E Se non bastava una volta, la ripeteva con sempre più amore e convinzione, finché si accorgeva di essere tranquilla.
La buona bambina andò avanti per qualche tempo, e la sua lotta contro le tentazioni fu vinta proprio da lei, perché con tanta fede e amore aveva confidato nei Santi Nomi di Gesù e di Maria, e con tanta devozione aveva riparato ad ogni bestemmia dicendo "Dio sia benedetto!".
La bambina non aveva più paura dei cattivi pensieri, che come mosche le giravano attorno senza darle più alcun turbamento, perché la volontà della bambina era di amare Gesù e i suoi pensieri erano rivolti a Lui e alla Sua tenera Madre. 
La bambina ritrovò così la tranquillità, sicura che insieme a Gesú e Maria avrebbe vinto ogni battaglia.

V.T.